Nelle farmacie non si trovano alcuni tipi di antibiotici. La causa è ancora una volta la prescrizione e l’uso inappropriato di questi farmaci, probabilmente per cura del Covid. Assumere antibiotici per curare un virus, qual è il Sars Cov2, è inutile e potenzialmente dannoso per il soggetto. Oltre ad essere la prima causa dell’antibiotico-resistenza, che ha già provocato in Italia e in Europa migliaia di morti
Il mantra era lo stesso in epoca pre-Covid: assumere antibiotici per combattere l’influenza è inutile e pure dannoso. Il Covid non ha cambiato nulla, né il mantra né la cattiva abitudine di fare un uso improprio di una classe di farmaci preziosissimi che hanno cambiato il destino dell’umanità, debellando infezioni mortali. Batteriche e non virali. E sia l’influenza che il SARS-CoV 2, causa del Covid, sono virus non batteri.
Eppure è notizia di questi giorni che nelle farmacie italiane manca l’azitromicina, un antibiotico ad ampio spettro, impiegato per curare le infezioni batteriche delle vie respiratorie inferiori e superiori, quelle della cute o odontostomatologiche, e le infezioni del tratto uro-genitale. La carenza, come ha precisato l’Agenzia Italiana del Farmaco, “non deriva da esportazioni o altre anomalie distributive, ma dalla prescrizione del farmaco al di fuori delle indicazioni previste”, come per esempio per la cura del Covid. Quando, precisa l’AIFA, “l’azitromicina, e nessun antibiotico in generale è approvato, né tantomeno raccomandato per il trattamento del Covid-19”.
Gli antibiotici, infatti, entrano in campo nel percorso terapeutico di una persona affetta da nuovo Coronavirus quando all’infezione virale (per la quale questi farmaci non servono) si aggiunge anche una coinfezione batterica, dovuta a immunodepressione, spesso causata dai farmaci necessari per contrastare l’abnorme e anomala reazione del sistema immunitario, vero grande problema della malattia da SARS-Cov2.
L’uso improprio degli antibiotici ha delle serie conseguenze. Innanzitutto un farmaco che non serve è nella migliore delle ipotesi inutile, quindi priva di una grande arma terapeutica chi ne ha veramente bisogno. Infine è la causa principale della cosiddetta antibiotico-resistenza, cioè lo sviluppo di microrganismi, causa potenziale di infezioni, resistenti agli antibiotici. Fenomeno, quest’ultimo, che viene indicato come uno dei massimi problemi di sanità pubblica oggi, in quanto il rischio, nemmeno così remoto, è di ritornare a prima del 1928 quando Alexander Fleming scoprì la penicillina: impotenti di fronte alle infezioni. E di infezione si muore.
Le indagini realizzate stimano infatti che nel 2015, nei Paesi dell’Unione europea e dello Spazio economico europeo, si siano verificati 671.689 casi di infezioni antibiotico-resistenti, a cui sono attribuibili 33.110 decessi e 874.541 DALYs (Disability Adjusted Life years-numero di anni persi a causa della malattia). E secondo i dati forniti dalla sorveglianza dell’antibiotico-resistenza dell’Istituto Superiore di Sanità (Ar-Iss) in Italia si sarebbe verificato 1/3 di tutti i decessi (10mila morti) correlati alla resistenza degli antibiotici.
Ma che cos’è l’antibiotico-resistenza? E’ la resistenza dei microorganismi a un antibiotico. Questa è causata da un normale processo evolutivo del batterio (si afferma la mutazione che permette al microrganismo di sopravvivere) accentuata da vari fattori, tra cui l’uso inappropriato ed eccessivo dei farmaci che dovrebbero debellarli. In altre parole più antibiotici vengono usati più batteri sviluppano resistenze.
Pertanto la prevenzione dell’antibiotico-resistenza richiede sì progetti a livello globale (prevenzione diffusa delle infezioni, in particolare quelle ospedaliere, uso appropriato anche in campo veterinario, incremento della ricerca farmaceutica…), ma anche la collaborazione di ciascuno di noi (medici compresi che li prescrivono) nell’assumere correttamente questi farmaci.
Ecco come
- Gli antibiotici curano le infezioni batteriche e non virali. Pertanto sono inutili per combattere, per esempio l’influenza e il raffreddore e ancora di più il Covid
- Devono essere assunti solo su prescrizione medica. Quindi l’antibiotico avanzato dall’infezione precedente deve essere lasciato nel cassetto, sempre che il medico non lo indichi come cura.
- Devono essere assunti secondo la posologia indicata dal medico, rispettando anche l’intervallo temporale da una dose all’altra, in quanto è necessario mantenere una concentrazione stabile di farmaco nel sangue. Pena l’inefficacia della cura.
- Mai sospendere la cura prima del termine stabilito, sempre che non lo indichi il medico, perché se la malattia non è stata totalmente debellata i sintomi ricompiano con la necessità di un nuovo ciclo di cura.
Ha collaborato il dottor Giuseppe Marasca
Responsabile della stewardship antibiotica dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria