Esperti a confronto venerdì in un convegno del Centro per le Malattie Tropicali di Negrar sull’epidemiologia e le principali manifestazioni cliniche delle malattie trasmesse dalle zecche in Italia e in area tropicale.
Con l’inizio della bella stagione è in continuo aumento il numero delle persone che anche nel Veronese si recano al Pronto Soccorso lamentando un morso di zecca: all’ospedale di Negrar dall’aprile scorso fino al 21 giugno si sono registrati complessivamente in media quasi due accessi al giorno. Un fenomeno dovuto al proliferare delle zecche causato probabilmente dall’aumento della temperatura invernale che facilita così il prolungamento del ciclo vitale di questi aracnidi.
Parallelamente aumentano i casi di malattia di Lyme e di encefalite da zecca-TBE, le principali patologie trasmesse dalle zecche nel Triveneto, considerato dagli studi veterinari la zona in Italia con la maggiore presenza di zecche infette. Numeri in crescita ma sottostimati per patologie che se trascurate possono colpire il sistema nervoso centrale e altri organi principali, con conseguenze invalidanti.
Proprio l’approfondimento dell’epidemiologia e delle manifestazioni cliniche delle malattie trasmesse dal morso di zecca sono i principali obiettivi del convegno che si terrà venerdì 29 giugno alla Gran Guardia, organizzato dalla dottoressa Anna Beltrame del Centro per le Malattie Tropicali dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, diretto dal professor Zeno Bisoffi, centro di riferimento regionale, insieme all’ospedale di Belluno, per la malattia di Lyme.(vedi programma)
Il simposio si pone anche il fine di creare un gruppo di lavoro degli infettivologi del Triveneto per la stesura di un “vademecum” sulla gestione del morso di zecca e delle malattie che ne derivano. Ad oggi non esistono linee guida italiane che indichino una procedura unica su come togliere una zecca, su quali informazioni ed indicazioni dare a un paziente, quali terapie adottare nel caso di manifestazione dell’infezione nel momento acuto o nell’insorgenza di sintomi tardivi. Altro obiettivo del gruppo è creare una mappatura delle aree montane a rischio, ottenibile da studi effettuati analizzando le zecche ma anche dalle notifiche dei casi umani di malattia, grazie ad una collaborazione tra veterinari e medici.
Relatore d’eccezione del Congresso sarà il professor Didier Raoult, dell’Università Aix-Marseille di Marsiglia, il massimo esperto mondiale di rickettsiosi, patologia che si credeva fino a poco tempo fa diffusa in Italia solo nelle regioni centro-meridionali ed insulari per la presenza di zecche infette. Recentemente studi entomologici hanno rilevato zecche infette da altre rickettsie (il battere che provoca la rickettsiosi) anche nelle aree rurali del Triveneto, il cui morso causa sull’uomo manifestazioni cliniche completamente diverse da quelle finora conosciute.
Numerosa la presenza come relatori di specialisti provenienti dal Friuli Venezia Giulia dove a partire dal 2003 è stata avviata una capillare campagna di informazione-prevenzione tra la popolazione sulle conseguenze del morso di zecche e nel 2012 è stato introdotto gratuitamente per i residenti il vaccino per la TBE.
Il pomeriggio del 29 giugno sarà dedicato alla malattie trasmesse dalle zecche in area tropicale, un tema che coinvolge anche gli specialisti italiani visto l’incremento dei flussi turistici e migratori.