Il nubifragio, che ieri ha messo in ginocchio il centro di Verona, ha devastato anche l’area dove si trova la Casa Madre dell’Opera Don Calabria e altre Case, causando ingenti danni alle strutture. Illese le persone nonostante il pinnacolo del campanile abbia sfondato il tetto della chiesa durante la Messa

Anche l’Opera Don Calabria, a cui appartiene l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, è stata gravemente colpita dal violento nubifragio che ha messo in ginocchio ieri la città di Verona. Un colpo al cuore, perché a subire gravi danni è stata la Casa Madre dell’Opera, situata a San Zeno in Monte, sulla sommità di una collina che domina il centro scaligero. E oggi nel guardare la devastazione che circonda tutta l’area, molti vedono in quanto è successo un miracolo della Provvidenza, per intercessione di San Giovanni Calabria. Perché poteva essere veramente una tragedia.

Ieri  alle 17, don Giuseppe Pasini stava celebrando la messa festiva sotto la tensostruttura – come avviene tutte le domeniche dall’inizio della pandemia – alla presenza di circa una quarantina di fedeli. Dopo la lettura del Vagelo, a causa del peggioramento del tempo, la celebrazione si è spostata in chiesa. Ma sono passati solo pochi secondi, quando a causa delle fortissime raffiche di vento il pinnacolo del campanile si è staccato abbattendosi sul tetto, bucandolo per poi precipitare sulla sedia del celebrante. Don Pasini è rimasto illeso perché in quel momento stava pronunciando l’omelia all’ambone. Sono seguiti momenti concitati, ma miracolosamente non si è fatto male nessuno, nnemmeno lievemente. La Messa è stata conclusa nella cappellina adiacente al chiostro

Ma il tremendo nubifragio non ha danneggiato solo la chiesa che ospita la tomba di San Giovanni Calabria. La tensostruttura esterna si è squarciata in due e sono caduti numerosi alberi, compresi i cipressi nel giardino davanti alla chiesa e vicino alla grotta della Madonna. Innumerevoli le tegole cadute dal tetto.

I DANNI NELLE ALTRE CASE

Il temporale ha investito con prepotenza le altre case dell’Opera che gravitano nell’area.

A Santa Toscana, Casa Madre delle Sorelle, il ramo femminile dell’Opera, sono stati caduti decine di alberi giganteschi nel giardino, mentre la casa non ha subito gravi danneggiamenti.

A San Benedetto, dove si svolgono attività socio-educative rivolte ai minori, altri alberi abbattuti hanno fatto crollare i muri di contenimento sulla strada e distrutto la recinzione e i lampioni del campo da calcetto. Un albero si è accasciato sul muro laterale della Casa, rompendo la staccionata. Il piano seminterrato è stato allagato e l’impianto elettrico è andato in cortocircuito. Rotta anche la tubatura del gas.

A Nazareth, antica residenza vescovile, sono stati divelti 21 alberi ultracentenari, insieme ai pali dell’illuminazione del campo da calcio e la rete di contenimento. Le radici hanno sollevato i marciapiedi e i muri di contenimento, alla casa sono stati strappati i canali di scolo e il tetto si trova letteralmente ridotto a brandelli con tantissime tegole della casa e della chiesa cadute. Allagato il garage e numerose le infiltrazioni d’acqua nella casa.

A San Giuseppe, che ospita persone adulte in condizioni di disagio, sono crollati numerosi alberi, tra i quali un enorme cedro secolare. Un albero ha colpito il tetto della casa.

“Ringraziamo il Signore e don Calabria perché nonostante i gravi danni materiali nelle nostre Case non ci sono stati feriti – afferma padre Miguel Tofful, Superiore Generale dell’Opera – Anche in questo momento difficile guardiamo con fiducia alla Divina Provvidenza come sempre ci ha manifestato il nostro fondatore. E ringraziamo tutti coloro che in queste ore hanno manifestato la loro vicinanza con il pensiero e con la preghiera per la nostra Opera”.

IL MESSAGGIO DEL CASANTE ALLA FAMIGLIA CALABRIANA