L’IRCCS Sacro Cuore ha aderito al progetto UnCoVer, finanziato dalla Commissione Europea, un network internazionale che ha l’obiettivo di raccogliere in un unico data base un’enorme mole di dati derivanti dalla gestione del Covid, accumulati nelle varie fasi di emergenza pandemica dalle strutture sanitarie partecipanti, al fine di analizzare su grandi numeri aree ancora indefinite sull’infezione da SARS-CoV-2, tra le quali strategie terapeutiche potenzialmente efficaci.

L’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria ha aderito al progetto UnCoVer finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma sulla ricerca e l’innovazione (Horizon 2020). Si tratta della creazione di un network internazionale che ha l’obiettivo di raccogliere in un unico data base un’enorme mole di dati derivanti dalla gestione del Covid, accumulati nelle varie fasi di emergenza pandemica dalle strutture sanitarie partecipanti, al fine di analizzare su grandi numeri aree ancora indefinite sull’infezione da SARS-CoV-2, tra le quali strategie terapeutiche potenzialmente efficaci.

Il progetto, coordinato dall’Istituto di Medicina Tropicale di Bruxelles, coinvolge 29 centri sanitari, di cui 14 di Paesi dell’Unione Europea.

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“Sul Covid oggi sappiamo molto, per esempio quali sono i fattori di rischio predittivi dell’aggravamento della malattia, come per esempio l’età, il sesso, l’obesità, il diabete…”, spiega la dottoressa Dora Buonfrate, responsabile dell’Unità semplice per la Ricerca Clinica sulle malattie infettive e tropicali dell’IRCCS di Negrar. “Sono stati fatti anche molti studi osservazionali che andavano a delineare l’andamento dell’infezione in soggetti accumunati dagli stessi fattori di rischio e l’efficacia di terapie messe in atto – prosegue -. Ma si tratta sempre di studi con numeri limitati. L’intento del progetto UnCoVer è proprio quello di affiancare a questi dati quelli derivati dalle cure messe in atto dai sistemi sanitari di tutta Europa, e non solo, per fronteggiare la pandemia”.

Il progetto avrà durata di due anni e si stima che il date base europeo possa arrivare a 100mila casi: si tratta di pazienti selezionati tramite consenso informato, le cui informazioni cliniche saranno in forma anonima. Nella raccolta e analisi dati saranno coinvolti numerosi epidemiologi, biostatistici e medici.