Si farà il punto su Zika e sulle altre infezioni pericolose per una donna incinta e per il suo bambino, da quelle classiche a quelle meno conosciute, nel convegno organizzato a Verona il 15 e 16 dicembre da Ulss 20 e Centro per le Malattie Tropicali
Da una parte le infezioni classiche da tenere sotto controllo durante la gravidanza perchè potenzialmente dannose per il feto: rosolia, toxoplasmosi, Cytomegalovirus. Dall’altra tutta una serie di patologie meno conosciute, ma ugualmente da tenere in considerazione se la donna incinta arriva da un Paese lontano o ha viaggiato in luoghi dove queste patologie sono endemiche.
Di tutto questo si parlerà durante il convegno “La gravidanza nella salute globale” in programma alla Gran Guardia di Verona il 15 e 16 dicembre, organizzato dall’Ulss 20 in collaborazione con il Centro per le Malattie Tropicali dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria, diretto dal dottor Zeno Bisoffi. Si tratta di un aggiornamento dedicato agli esperti del settore nell’ambito del Programma regionale per i viaggiatori internazionali, di cui è responsabile la dottoressa Giuseppina Napolitano (vedi programma completo).
“La diffusione del virus Zika ha riportato al centro dell’attenzione il tema della gravidanza e della prevenzione in un contesto dove moltissime persone ogni anno si spostano da un continente all’altro”, dice il dottor Federico Gobbi, infettivologo del Centro per le Malattie Tropicali (vedi foto). “Ma la vera sfida, al di là di Zika, è sviluppare un approccio globale alla salute della donna in gravidanza, basato sulla collaborazione tra i vari specialisti coinvolti: ginecologi, pediatri, ma anche infettivologi ed esperti di medicina dei viaggiatori, soprattutto quando si parla di donne migranti”.
Come accennato, i fronti su cui intervenire sono due. Anzitutto le malattie infettive classiche che possono creare problemi in gravidanza, dal morbillo alla rosolia, dalla parotite alla varicella. Di queste si parlerà nella prima parte del convegno, con particolare rilievo al tema dei vaccini che rappresentano la principale fonte di prevenzione. Un tema particolarmente caldo, visto il dibattito innescato dal calo nella copertura vaccinale verificatosi negli ultimi anni in Veneto. Altri focus saranno dedicati a epatite B, pertosse, influenza, toxoplasmosi e Cytomegalovirus.
Il secondo fronte riguarda le malattie d’importazione che hanno un impatto sulla gravidanza. Si tratta in primis di malattie acute che possono essere contratte dai viaggiatori che si recano in zone a rischio. Il riferimento è al virus Zika e agli altri virus di solito trasmessi dalla puntura di zanzare infette, come dengue, chikungunya, febbre gialla, oltre, naturalmente, al plasmodio della malaria. Ma al di là delle malattie acute ci sono patologie croniche, come le parassitosi, che i migranti possono aver contratto nel loro Paese di origine senza nemmeno saperlo. È il caso della malattia di Chagas, endemica in America Latina, oppure della schistosomiasi o della strongiloidosi. Malattie quasi dimenticate in Italia e in Occidente, ma che se non diagnosticate possono interferire in modo pesante con la gravidanza e con la salute del bambino. A queste patologie d’importazione sarà dedicata tutta la seconda parte del convegno, con uno spazio di approfondimento riservato ai rischi correlati alla tubercolosi e all’Hiv.
“Quando un medico prende in carico una donna incinta e si rende conto che potrebbe essere stata a contatto con qualcuna di queste patologie, sarebbe importante che la inviasse ad un centro specializzato per uno screening ed eventualmente per una profilassi – sottolinea Gobbi – Infatti in molti casi i problemi sono risolvibili, se individuati correttamente. Per questo sarebbe opportuno un approccio più sistematico, facendo rete tra i vari specialisti in un’ottica di salute globale, differenziando gli screening a seconda della zona di provenienza delle pazienti”.
matteo.cavejari@sacrocuore.it