Lunedì 15 maggio l’IRCCS di Negrar è stata sede dell’incontro del Collegio dei primari oncologi medici del Veneto sul tema “I percorsi del paziente nell’oncologia di precisione: oppurtunità e sfide”. Grazie allo sviluppo delle conoscenze sulla biologia e sulla genetica dei tumori, per alcune neoplasie oggi sono disponibili terapie mediche che consentono di trattare in maniera personalizzata ogni singolo paziente, in base alle caratteristiche della forma tumorale dalla quale è affetto con ricadute positive sulla qualità di vita e sulle prospettive di guarigione o di sopravvivenza.
Una cura “cucita su misura”, personalizzata per ogni paziente come un vestito sartoriale. Per l’oncologia è già realtà. Grazie allo sviluppo delle conoscenze sulla biologia e sulla genetica dei tumori, per alcune neoplasie oggi sono disponibili terapie mediche che consentono di trattare in maniera personalizzata ogni singolo paziente, in base alle caratteristiche della forma tumorale dalla quale è affetto con ricadute positive sulla qualità di vita e sulle prospettive di guarigione o di sopravvivenza.
Proprio lo stato dell’arte e la gestione dei possibili sviluppi della cosiddetta oncologia di precisione sono stati al centro dell’incontro del Cipomo (Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri) che nel pomeriggio del 15 marzo ha visto la presenza all’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria dei direttori di 19 Oncologie del Veneto, tra cui il professor Michele Milella, direttore di Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, il professor Angelo Paolo dei Tos, direttore della UOC in Anatomia patologica di Padova oltre che presidente della Scuola di Medicina dell’Università Patavina; la professoressa Valentina Guarnieri direttore dell’Oncologia 2 dell’Istituto Oncologico Veneto, e il direttore dell’Oncologia di Vicenza, dottor Giuseppe Aprile. E’ intervenuto anche il dottor Massimo Annicchiarico, direttore generale dell’Area Sanità e Sociale della Regione Veneto
“L’oncologia di precisione è una sorta di rivoluzione per quanto riguarda la diagnosi e la terapia dei tumori”, sottolinea la dottoressa Stefania Gori, direttore del Dipartimento Oncologico dell’IRCCS di Negrar. “Precedentemente le scelte terapeutiche erano basate essenzialmente sulla diagnosi istologica effettuata a partire dalla biopsia o dal tessuto tumorale asportato con l’intervento chirurgico. In seguito la ricerca di base ha scoperto che ogni tumore è potenzialmente diverso dagli altri anche se interessano lo stesso organo e si differenzia per i meccanismi genetico-molecolari che consentono alle cellule tumorali di proliferare. Grazie a queste informazioni, coniugate con quelle istologiche, oggi possiamo curare alcuni tumori attraverso farmaci definiti a “bersaglio molecolare”, capaci di bloccare in maniera selettiva proprio questi meccanismi che portano alla progressione della malattia”.
Per ora il numero dei farmaci a bersaglio molecolare è relativamente limitato, anche se l’oncologia di precisione ha un impatto notevole per alcune neoplasie, come nel caso degli adenocarcinomi polmonari, il cui 40% possiede alterazioni genetico-molecolari da consentire l’impiego di terapie target. Terapie mirate sono disponibili anche per alcune forme di tumore della mammella e dell’ovaio, per il melanoma, per il tumore stromale gastrointestinale e per un particolare tipo carcinoma delle vie biliari (colangiocarcinoma intraepatico), particolarmente aggressivo.
Nell’oncologia di precisione un ruolo fondamentale lo assumono i patologi e i biologi molecolari a cui è affidato lo studio delle caratteristiche genetico-molecolari dei tumori, i cosiddetti biomarcatori. “La tecnologia più innovativa impiegata, che disponiamo anche all’IRCCS di Negrar, è la Next Generation Sequencing (NGS). Questa metodica, basata sull’impiego di un sequenziatore di nuova generazione, consente, analizzando molecole di DNA e di RNA, di individuare in maniera precisa e rapida le specifiche alterazioni molecolari che caratterizzano i singoli tumori e che costituiscono possibili bersagli per i farmaci”, spiega il professor Giuseppe Zamboni direttore dell’Anatomia Patologica dell’IRCCS di Negrar e ordinario all’Università di Verona.
“Ad oggi le tecniche di biologia molecolare sono in grado di generare una grande quantità di dati – riprende il prof. Zamboni -. Una delle maggiori sfide per gli specialisti del settore è fornirne la corretta interpretazione di questi dati a scopo clinico, capire, cioè, quali alterazioni genetiche sono effettivamente implicate nel processo di cancerogenesi e di progressione della malattia tumorale e quali sono, invece meno significative. Oltre allo sviluppo di nuovo farmaci mirati contro queste caratteristiche tumorali, è di estrema importanza studiare i meccanismi genetici alla base della resistenza a tali trattamenti e, in futuro, approfondire la conoscenza dell’interazione tra il tumore e il tessuto sano in cui è vive”.