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Oggi si celebra la Giornata mondiale dell’igiene delle mani, un gesto apparentemente banale, ma che da solo può prevenire il 30% della infezioni legate all’assistenza ospedaliera

“Salva delle vite: cura l’igiene delle mani”. Con questo slogan l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) rilancia quest’anno, nella Giornata mondiale dell’igiene delle mani che si tiene il 5 maggio, la campagna di prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria a cui aderisce anche l’ospedale Sacro Cuore Don Calabria (in allegato il poster).

Secondo l’OMS, il lavaggio attento delle mani negli ospedali e nelle RSA, oltre ad essere un indicatore della qualità dell’assistenza, è uno scudo contro la diffusione delle infezioni ospedaliere e in particolare quelle dovute a germi resistenti agli antibiotici, quindi più difficili da curare.

Gli esperti dell’OMS ricordano che sono 5 i momenti fondamentali nell’assistenza al paziente in cui è necessaria un’igiene delle mani molto attenta: prima di toccare il paziente; prima di iniziare qualsiasi procedura; dopo aver toccato sacche o altri contenitori contaminati dai fluidi corporei; dopo essere venuti in contatto con il soggetto e, infine, anche quando si è stati a contatto con ciò che è vicino al letto del paziente.

Circa il 30% delle infezioni correlate all’assistenza sono considerate prevenibili da programmi di igiene delle mani.

Anche se in Italia non esiste un sistema di sorveglianza continuativo, sono stati condotti numerosi studi multicentrici di prevalenza. Sulla base di questi e delle indicazioni della letteratura, si può stimare che in Italia il 5-8% dei pazienti ricoverati contrae un’infezione ospedaliera.

Ogni anno, quindi, si verificano in Italia 450-700mila infezioni in pazienti ricoverati in ospedale (soprattutto infezioni urinarie, seguite da infezioni della ferita chirurgica, polmoniti e sepsi). Di queste, dato che circa il 30% sono potenzialmente prevenibili, 135-210mila possono essere evitate ponendo in essere una corretta igiene delle mani. Dato che l’1% delle infezioni correlate all’assistenza si stima porti a morte, 1.350-2.100 decessi sarebbero prevenibili in un anno.

Per la buona riuscita della campagna, suggeriscono i membri del Comitato Infezioni Ospedaliere, è necessario che essa diventi pratica quotidiana, ovvero che vi sia la costante attenzione di tutti gli operatori sanitari e dei dirigenti, sostenuta dalla certezza, oramai dimostrata, dell’importanza chiave di alcuni piccoli gesti per il destino dei pazienti che trovano ospitalità e cura presso l’Ospedale Sacro Cuore – Don Calabria, Casa Perez e Casa Nogaré.

Comitato Infezioni Ospedaliere della Cittadella della Carità