Si chiama HPS, una tecnica che consiste nell’applicazione di suture con lo scopo di riportare i “cuscinetti” nel canale anale, senza nessuna ferita chirurgica. Il chirurgo proctologo Nicola Cracco ci illustra l’intervento

E’ un disturbo di cui non si parla volentieri, ma è molto diffuso a partire dai 20-25 anni, in entrambi i sessi, anche se gravidanza e parto accrescono il rischio nella donna. Sono le emorroidi, un termine anatomico – che definisce i cuscinetti vascolari del canale anale, formati da arterie e vene, che hanno la funzione fisiologica di coadiuvare la continenza fecale – ma che viene usato per indicare uno stato patologico nel momento in cui divengono “sintomatiche”, cioè quando causano un disturbo.

Quando diventano patologiche

Innanzitutto le emorroidi diventano patologiche quando vanno incontro al prolasso (cioè la fuoriuscita dalla loro sede naturale con o senza necessità di riduzione manuale) e/o al sanguinamento. Tuttavia in questi casi non sono dolorose“, precisa il dottor Nicola Cracco, responsabile della Chirurgia proctologica. “Diventano tali solo se si trombizzano, cioè se si formano dei coaguli di sangue all’interno, e quindi si induriscono rendendo impossibile la riduzione del prolasso“.

Due tecniche di intervento a confronto
In questi casi, a seconda dell’entità del disagio provato dal paziente a causa del prolasso e/o della presenza di un sanguinamento abituale (non responsivo a terapia medica) che può provocare anemia, è necessario il trattamento chirurgico. L’asportazione delle emorroidi (emorroidectomia) è l’intervento più antico e anche anche quello che garantisce i migliori risultati a lungo termine. “Si tratta di un intervento che suscita timore nel paziente in quanto doloroso e che richiede alcune settimane di convalescenza – spiega il dottor Cracco -. Ma non è il solo che abbiamo a disposizione, perché da alcuni anni si va consolidando la tecnica HPS (Hemorpex System), assolutamente non dolorosa, efficace e che permette un rapido ritorno alle attività quotidiane”.

 

HPS, suture invece che cicatrici

La tecnica chirurgica HPS consiste nell’applicazione di suture a monte delle emorroidi, cioè nel retto, che hanno lo scopo di riportare i “cuscinetti” nel canale anale. E’ un intervento conservativo, le emorroidi non vengono asportate, e quindi non doloroso“, spiega il dottor Cracco. “Si tratta di una tecnica che funziona e soprattutto non reca danno. Ciò che non conosciamo ancora sono i risultati a lungo termine, in quanto essendo una modalità di intervento relativamente recente, non abbiamo a disposizione sufficiente letteratura medico-scientifica per quantificarli”.

Le emorroidi si possono riformare

Infatti, anche se asportate, le emorroidi si possono riformare. Per l’ emorroidectomia è stato riportato un tasso di recidiva molto basso, intorno al 5% a 5 anni – spiega ancora Cracco -. Può capitare infatti che una volta tolte dalle loro sedi classiche (una a sinistra e due a destra), le emorroidi ricompaiano. Sul tasso di recidiva dopo HPS invece non possiamo dire ancora nulla”.

La prevenzione: bere tanta acqua

Si possono prevenire prolasso e sanguinamento delle emorroidi? “La prevenzione principale consiste in una dieta varia ricca di fibre e con abbondante apporto di liquidi. Questo aiuta a mantenere le feci morbide, evitando così il rischio di prolasso causato dallo sforzo dell’evacuazione ed il sanguinamento. Per quanto riguarda gli alimenti, esiste l’assioma che cioccolato, caffé e cibi piccanti rechino danno alle emorroidi. Ma non è sempre vero, lo può essere per alcune persone e non per altre”, conclude il dottor Cracco.