Il 24 ottobre è la Giornata mondiale della poliomielite per ricordare un obiettivo preciso: l’eradicazione dalla faccia della terra di una delle malattie infettive più gravi conosciute dall’uomo

L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che oltre 16 milioni di casi di paralisi provocati dalla poliomielite siano stati evitati dall’introduzione del vaccino orale, inventato dal medico polacco naturalizzato statunitense Albert Bruce Sabin e approvato nel 1962. La maggior parte dei medici europei non ha mai visto un caso di infezione, ma curano i pazienti che ne recano le stigmate. L’Italia è polio-free dal 1982.

Ci sono quindi tanti motivi per celebrare il 24 ottobre la World Polio Day, dedicata a un obbiettivo preciso: quello di eradicare definitivamente una delle più gravi malattie infettive conosciute dall’uomo. Purtroppo la poliomielite è ancora presente nel mondo. E’ infatti endemica in Afghanistan, Nigeria e Pakistan. E teoricamente i Paesi dove la copertura vaccinale nella popolazione pediatrica in particolare non fosse adeguata potrebbero essere terreno fertile per la reintroduzione della patologia.

In Italia il vaccino anti-polio è obbligatorio per i nati nel 2001 con tre dosi nel primo anno di vita e richiamo a sei anni. Sempre nel nostro Paese, in adempimento alle raccomandazione dell’OMS riguardo alla sorveglianza mondiale della polio, è attivo un piano di sorveglianza delle paralisi flaccide acute, che mira a cogliere con prontezza i casi di virus neurotropi, come il poliovirus, per porre in atto misure di contenimento/vaccinazione. Anche l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria è parte attiva di questo piano.

L’obiettivo di eradicazione della polio dalla faccia della terra, è possibile, come è accaduto per il vaiolo. Infatti, dei tre ceppi di poliovirus selvaggio (cioè presente in natura) l’uomo costituisce l’unico serbatoio ed i soggetti vaccinati non possono trasmettere la malattia. Inoltre il virus non riesce a sopravvivere a lungo nell’ambiente. Il poliovirus selvaggio tipo 2 è stato eradicato dal 1999 e il ceppo 3 non è stato più descritto dal 2012. Circola ancora il tipo 1 ed alcuni virus vaccinali, eliminati da alcuni soggetti vaccinati.

Cos’è la poliomielite

La poliomielite è una grave malattia infettiva dell’età pediatrica che colpisce soprattutto i bambini sotto i 5 anni. Interessa il sistema nervoso centrale, in particolare i neuroni motori del midollo spinale, fondamentali per la regolazione della contrazione muscolare. All’inizio si manifesta con febbre e sintomatologia intestinale (diarrea…), ma dopo alcuni giorni evolve a forma neurologica provocando danni in genere severi al midollo. In un caso su 200 si manifesta la paralisi caratterizzata da atrofia muscolare di uno dei due arti inferiori con conseguente disabilità cronica. Il 5-10% delle forme con paralisi possono essere mortali, laddove ci sia un coinvolgimento delle strutture respiratorie.

Come viene trasmessa

La poliomielite viene trasmessa da uomo a uomo attraverso la via oro-fecale ovvero per ingestione del virus che contamina cibi/bevande. Più difficilmente per contatto con la saliva o feci di una persona infetta. I soggetti vaccinati con il vaccino iniettabile (Salk) non sviluppano i sintomi della malattia, ma diversamente da quelli immunizzati con il ceppo orale (vaccino Sabin) possono acquisire il virus selvaggio ed eliminarlo nell’ambiente costituendo comunque un serbatoio di trasmissione della malattia.

Il vaccino

Esistono due vaccini per la polio: uno a virus vivi attenuati (Sabin) e l’altro a virus uccisi (Salk), che prendono il nome dai ricercatori che li hanno inventati. Quello di Sabin viene somministrato oralmente e in tutta sicurezza anche da volontari, non necessariamente sanitari. Per il suo costo contenuto (meno di 20 centesimi a dose) e per le sue caratteristiche (oltre a evitare la malattie impedisce che il soggetto vaccinato possa trasmettere il virus selvaggio), è stato scelto dall’OMS come elemento fondamentale per l’eradicazione della malattia.

In Italia viene utilizzato il vaccino inattivato di Salk dal 2002, dopo che l’Europa è stata dichiarata polio-free. Tale vaccino non provoca la poliomielite vaccinale che può verificarsi rarissimamente (in una su 2,2 milioni di dosi) del vaccino orale. Presso il Ministero della Salute viene mantenuta una scorta di vaccino orale attivo come misura precauzionale, in caso di emergenza e di importazione del virus.

 


Ha collaborato il dottor Andrea Angheben, infettivologo dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria