Dalla diagnosi tramite PET ai trattamenti specifici per la malattia; dagli eventi di socializzazione al supporto ai familiari. Il Centro per il Decadimento Cognitivo si prende cura del paziente non solo dal punto di vista medico, ma anche socio-sanitario.

È una presa in carico globale quella dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria nei confronti del paziente affetto dalla malattia di Alzheimer, patologia di cui il 21 settembre si celebra la Giornata mondiale. Secondo il Rapporto mondiale Alzheimer 2015 sono 46,8 milioni le persone affette da demenza nel mondo (50-60% sono casi di Alzheimer), una cifra destinata ad aumentare ogni 20 anni, con costi sociali ed economici attuali di 818 miliardi di dollari. Per quanto riguarda il nostro Paese si stima che le persone malate di demenza siano oltre un milione.

Presa in carico globale del paziente.

Diagnosi, trattamenti specifici, supporto psicologico anche per i familiari, su cui pesa gran parte dell’assistenza. Ma anche occasioni di socializzazione e di stimolazione delle funzioni cognitive. Infine attività di consulenza sociale per quanto riguarda la parte di valutazione del supporto socio-previdenziale e tutela legale, oltre a quella di collegamento con i servizi del territorio a cui la famiglia del paziente può fare riferimento.

Il Centro per il Decadimento Cognitivo

A proporre tutto questo è il Centro per il Decadimento Cognitivo, un Servizio dell’Unità Operativa di Neurologia, diretta dal dottor Claudio Bianconi. L’équipe del Centro vede come responsabile la dottoressa Zaira Esposito ed è formata dal dottor Bianconi, dal geriatra Paolo Spagnolli, dalle psicologhe Cristina Baroni e Paola Poiese e dall’assistente sociale Francesca Martinelli.

La diagnosi della malattia tramite PET

Per l’ambito diagnostico le dotazioni tecnologiche della Medicina Nucleare, diretta dal dottor Matteo Salgarello, consentono di effettuare tramite imaging PET esami di ricerca della presenza anomala a livello cerebrale della proteina beta-amiloide, considerata responsabile dell’Alzheimer. Esami che saranno fondamentali per accedere in un futuro non molto lontano ai farmaci (anticorpi monoclonali) attualmente in fase di sperimentazione che hanno come obiettivo proprio la riduzione delle placche di amiloide, presenti in accumulo nei pazienti affetti da questo tipo di demenza.

L’Officina della Memoria

In attesa che la scienza faccia il suo corso e trovi una soluzione definitiva a questa patologia degenerativa del cervello, rimane fondamentale offrire ai pazienti occasioni di stimolazione cognitiva con lo scopo di mantenere funzioni come la memoria, il linguaggio, l’attenzione e le abilità esecutive. Dallo scorso anno il Centro per il Decadimento Cognitivo in collaborazione con il Museo Nicolis di Villafranca di Verona ha dato vita a “L’Officina della Memoria”, un laboratorio che ha lo scopo di offrire momenti di benessere ai pazienti e ai loro familiari, ma anche di coinvolgere la comunità relativamente a un problema che ha risvolti soprattutto sociali. La malattia nelle fasi avanzate comporta una totale non autosufficienza da parte del paziente, la cui cura oggi è quasi esclusivamente a carico della famiglia, sopraffatta da un carico emotivo e fisico spesso insostenibile.

Canzoni di un tempo al Museo Nicolis

Il prossimo evento de “L’Officina della Memoria” si terrà sabato 15 ottobre al Museo Nicolis. Aperto ai pazienti in cura presso il Centro e ai loro familiari, sarà focalizzato sul binomio musica e memoria. Grazie al maestro Andrea Giorio del CSM College i partecipanti potranno andare a ritroso nel tempo recuperando il ricordo di canzoni e di eventi ad esse legati “L’Officina della memoria” organizza anche incontri di stimolazione cognitiva diretta (cioè con esercizi specifici) rivolti ai pazienti del Centro e gruppi di supporto psicologico per i familiari. Per informazioni: 045.6013527.
elena.zuppini@sacrocuore.it