Il passaggio dall’ora solare a quella legale è una piccola alterazione dei nostri ritmi biologici: ecco alcuni accorgimenti per non risentire nei primi giorni di quell’ora di meno di sonno, che a volte diventano due…

E’ tempo di ora legale. Alle 2 del mattino di domenica 31 marzo le lancette dell’orologio dovranno essere spostate avanti di un’ora. Il che significa 60 minuti di luce in più alla sera, ma un’ora di sonno in meno. Così pochi minuti possono influire sul nostro ritmo sono-veglia, rendendoci le giornate difficili? Un certo malessere è possibile, secondo il dottor Gianluca Rossato, responsabile del Centro di Medicina del sonno.

 

Il passaggio all’ora legale è di fatto un’alterazione delle nostre abitudini – spiega il neurologo -. Il nostro cervello, dunque il nostro corpo, è tarato naturalmente su un certo orario e ha bisogno di qualche giorno per adattarsi al cambiamento. Le ore di privazione del sonno possono essere due perché ci alziamo un’ora prima ma, in genere, andiamo a letto un’ora dopo. Questo sfasamento può avere effetti negativi in termini di minore concentrazione nei giorni seguenti all’ingresso dell’ora legale“.

 

Tuttavia, sottolinea il dottor Rossato, domenica, primo giorno di ora legale, si possono mettere in atto alcuni accorgimenti per adattarsi in fretta a questo cambiamento dei ritmi biologici

• Alzarsi sempre alla stessa ora e non un’ora più tardi, senza badare che se ci alziamo alle 9 in realtà, “per il sole”, sono le 8.

• Trascorrere la giornata all’aperto o praticare dell’attività fisica che implichi dispendio di energie in modo di arrivare a sera sufficientemente stanchi per addormentarsi all’ora usuale.

• E’ bene mantenere lo stesso orario di cena.

• Domenica sera è lecito fare uno strappo alla regola e concedersi una cena gustosa e un po’ abbondante, un fattore che può favorire il sonno anticipato

• La regola invece da non abbandonare mai se si vuole dormire bene, indipendentemente dall’ora legale, è quella di spegnare nelle ore precedenti il sonno, tablet e smartphone. Essi emanano una luce a cosiddetta frequenza blu, la stessa del sole. Si tratta di una luce chiara, che provoca l’arresto della secrezione di melatonina, l’ormone che regola il ciclo sonno-veglia. Più si tengono questi dispositivi a distanze ravvicinate, più il sonno rischia di essere compromesso.