Il 19 maggio si celebra in tutto il mondo la Giornata delle malattie infiammatorie croniche dell’intestino. L’emergenza sanitaria non consente manifestazioni, ma a far incontrare chi soffre queste patologie e chi se ne occupa ci pensa la rete
Nonostante il Coronavirus, anche quest’anno la Giornata Mondiale delle Malattie Infiammatori Croniche dell’Intestino (MICI o IBD in inglese), che si celebra il 19 maggio, non passerà inosservata e il colore viola avvolgerà la rete. L’Associazione Nazionale per le Malattie Croniche dell’Intestino (AMICI) ha promosso la manifestazione nazionale “Italian World IBD week: #AMICIaDISTANZA” che prevede collegamenti tramite youtube, Facebook, Twitter e Slido fra i vari centri, iniziati il 13 maggio. Durante i collegamenti in diretta, sono affrontati da parte di importanti specialisti della patologia i temi di maggior interesse per i pazienti. Il 19 maggio dalle 10 alle 12 saranno on line anche i medici del Centro IBD dell’IRCSS Ospedale Sacro Cuore- Don Calabria di Negrar, i dottori Andrea Geccherle e Mirko DI Ruscio, e la dottoressa Angela Variola. Per saperne di più: https://amiciitalia.eu/categorie/incontri-amici/italian-world-ibd-week-amiciadistanza
Si stima che in Italia le persone affette da MICI – morbo di Crohn e colite ulcerosa – siano circa 200.000. Tali patologie possono insorgere in qualsiasi momento della vita ma solitamente colpiscono i giovani e la maggiore incidenza è documentata fra i 20 e i 40 anni. Il decorso delle malattie è caratterizzato da fasi di attività intervallate da periodi di remissione, con un variabile rischio di complicanze nel corso del tempo. Il processo infiammatorio cronico intestinale, inoltre, espone nel tempo ad un aumentato rischio di cancro colo-rettale. L’evoluzione cronica e progressiva della malattia, presenta anche un andamento fluttuante che crea una condizione di disagio psico-sociale nella persona che ha difficoltà a vivere normalmente a causa della compromissione della qualità di vita in termini di benessere personale, lavorativo e interpersonale.
“Il concetto di multidisciplinarità per la gestione del paziente affetto da MICI è uno dei punti che da tempo perseguiamo presso il Centro IBD dell’IRCSS Ospedale Sacro Cuore- Don Calabria a cui afferiscono circa 2500 pazienti”, commenta il responsabile dottor Andrea Geccherle. “Già da anni le nostre attività educazionali, ed in parte anche quelle di ricerca scientifica, sono volte alla valorizzazione dell’approccio multidisciplinare, che vedono nella presa in carico psico-socio-assistenziale l’aspetto fondamentale per rendere concreto questo modello di gestione del paziente”.
Anche Ulss 9 Scaligera con la rete provinciale per le IBD ha confermato la volontà e la necessità di segnare l’evoluzione dal modello organizzativo di “rete”, dove l’accento è posto principalmente sull’approccio multidisciplinare e sull’integrazione dell’offerta tra l’ospedale e i servizi territoriali al fine di coniugare la continuità della presa in carico della persona nell’ottica di sostenibilità del sistema. “Molteplici sono i benefici previsti dall’attuazione del nuovo modello di cura – sottolinea il dottor Geccherle – un aumento dell’appropriatezza clinica, organizzativa e gestionale del paziente, una migliore integrazione tra le unità d’offerta della rete dei servizi, il raccordo ottimale tra varie competenze professionali, un migliore accesso alle prestazioni sanitarie, una funzione di accompagnamento del paziente nella gestione di tutti gli adempimenti collegati”.