Intervista al dott. Luciano Zenari, responsabile dell’Unità Operativa di Diabetologia del Sacro Cuore, in occasione della giornata mondiale dedicata a questa malattia che si celebra il 14 novembre

Attività fisica regolare e dieta attenta al consumo di carboidrati. Sono queste le due regole d’oro per ridurre il rischio di ammalarsi di diabete secondo il dottor Luciano Zenari, responsabile dell’Unità operativa di Diabetologia del Sacro Cuore Don Calabria, dove ogni anno sono seguiti circa 5mila pazienti. In occasione della Giornata mondiale del diabete, che si celebra il 14 novembre, abbiamo chiesto al dott. Zenari di presentare il Servizio di diabetologia e di approfondire i temi legati alla prevenzione e alla cura di una malattia che risulta in continua crescita sia a livello nazionale sia mondiale (4 milioni di malati in Italia e oltre 300mila in Veneto secondo i dati della rete di associazioni “Diabete Italia”).

Dott. Zenari, cosa intendiamo esattamente per diabete?
Il diabete mellito è un disordine metabolico cronico caratterizzato da elevati livelli di glucosio nel sangue dovuti ad una insufficiente produzione di insulina da parte del pancreas e/o ad alterazioni nell’azione dell’insulina. Questa condizione cronica di iperglicemia determina, in associazione con altri fattori di rischio, severi danni e di conseguenza complicazioni a carico di molti organi. I diabetici presentano un eccesso di mortalità pari al 30-40% rispetto ai non diabetici e le complicanze cardiovascolari riducono di 5-10 anni l’aspettativa di vita. La malattia è la prima causa di cecità non traumatica, di accesso alla dialisi e di amputazione degli arti inferiori.

Quanti tipi di diabete ci sono?
Il più diffuso è quello di tipo 2, che si sviluppa soprattutto negli anziani. Il diabete di tipo 1, molto meno diffuso, insorge spesso in età pediatrica ed avviene in conseguenza ad una reazione autoimmunitaria. Poi c’è il diabete gestazionale che viene sviluppato durante la gravidanza.

I dati mostrano che il diabete è in continua crescita in Italia e nel mondo. Si può parlare di pandemia?
L’incidenza in Italia si attesta sul 6% della popolazione ed è in crescita soprattutto il diabete tipo 2, perché la prevalenza aumenta con l’aumentare dell’età media. Basti pensare che tra gli over 70 la prevalenza arriva al 20%. Il discorso è diverso per i Paesi in via di sviluppo, dove effettivamente il numero di malati sta aumentando molto più rapidamente rispetto ai Paesi industrializzati, con un raddoppio stimato della popolazione colpita nei prossimi 15-20 anni. E questo aumento di incidenza del diabete lo riscontriamo anche tra gli immigrati.

Quali sono le categorie più a rischio?
I soggetti che hanno il maggiore rischio di diventare diabetici sono quelli che hanno più di 45 anni, figli o fratelli di diabetici, in sovrappeso, sedentari, con ipertensione o alterazioni del metabolismo dei grassi. Certamente il fattore età aumenta il rischio, come già detto. In particolare l’eccessivo aumento della circonferenza addominale, legato ad un aumento della massa adiposa, è un campanello d’allarme da non sottovalutare. In tal senso per gli uomini la circonferenza non dovrebbe superare i 102 cm, per le donne gli 88 cm.

Cosa si può fare per prevenire?
Numerosi studi clinici svolti in vari gruppi etnici nel mondo, dalla Finlandia alla Cina, hanno dimostrato una riduzione di incidenza della malattia fino al 50% attraverso la modifica dello stile di vita.

Cosa si intende per “modifica dello stile di vita”?
La modifica dello stile di vita passa attraverso una restrizione calorica, se presente sovrappeso, e soprattutto la limitazione del consumo di carboidrati. In particolare è raccomandato di ridurre il consumo di cereali, in quanto hanno un contenuto di carboidrati del 70-80% e favoriscono un aumento della massa adiposa addominale. E l’aumento di tale massa rende più difficile il lavoro dell’insulina, cioè crea resistenza a questo ormone che controlla il metabolismo del glucosio. Viceversa nella dieta vanno privilegiate frutta e verdura in quanto hanno un contenuto decisamente inferiore di carboidrati. Un’altra forma di prevenzione è un’attività fisica regolare. Non a caso il rischio di diabete aumenta con l’età anche perché gli anziani si muovono meno.

Quando è consigliabile eseguire un controllo per verificare l’esistenza o meno della malattia?
La strada più semplice è fare un controllo annuale presso il proprio Medico di medicina generale, durante la visita saranno valutati in modo preciso i fattori di rischio della malattia e programmati gli esami laboratorio per arrivare ad una diagnosi il più precoce possibile.

E in caso di diagnosi positiva?
In questo caso si parte con la dieta, la promozione dell’attività motoria e con la terapia farmacologica. A tal proposito va sottolineato che i farmaci oggi sono particolarmente efficaci e permettono una buona qualità della vita per i malati, con un’azione quasi sartoriale cucita su misura in base ai vari casi specifici.

Quali servizi per i diabetici sono presenti al “Sacro Cuore Don Calabria”?
Ogni anno seguiamo circa 5mila pazienti. In prevalenza si tratta di persone con il diabete di tipo 2, ma assistiamo anche pazienti affetti da diabete tipo 1 e casi di diabete gestazionale. I servizi forniti ai malati comprendono una parte ambulatoriale per gli esterni, una in day hospital/day surgery e poi le consulenze interne all’ospedale. Infine ci sono sei posti letto dedicati al trattamento del piede diabetico.

I pazienti sono seguiti anche per quanto riguarda le complicanze della malattia?
Nella parte ambulatoriale ci occupiamo della gestione del paziente diabetico nei vari step necessari per il trattamento della malattia, compreso il follow-up delle complicanze. Vengono quindi fatti i prelievi di sangue e tutti gli esami necessari per la diagnosi e cura delle severe complicanze della malattia. Abbiamo sviluppato un percorso assistenziale molto articolato che consente di eseguire gli esami necessari in una mattinata. Tutto il percorso assistenziale è informatizzato e il paziente può scaricare i risultati degli esami direttamente dal pc di casa. Stiamo implementando un sistema di telemedicina che consenta un flusso di dati per un contatto costante con il paziente.
La gestione del piede diabetico si articola invece attraverso le prestazioni ambulatoriali, in day surgery e in ricovero ordinario. Il percorso assistenziale per il piede diabetico è multidisciplinare e coinvolge tutte le attività specialistiche del nostro ospedale.

I malati sono accompagnati nella terapia domiciliare?
Nel nostro servizio viene riservata particolare attenzione al percorso educazionale del paziente diabetico. Per 5 giorni alla settimana il nostro team infermieristico e la dietista sono a disposizione dei pazienti per fornire le necessarie informazioni per quanto riguarda le gestione dietetica e il calcolo dei carboidrati, la gestione del glucometro e dei devices per la somministrazione della terapia. Particolare attenzione riserviamo al percorso educazionale per gli immigrati fornendo loro materiale nella lingua di provenienza. Abbiamo inoltre una collaborazione con il centro medico per immigrati Cesaim di Verona.

Quale messaggio di sintesi possiamo trasmettere?
In conclusione una dieta equilibrata volta ad ottenere una riduzione del peso di almeno il 5-7% (4- 5.5 kg per una persona di 80 kg) unita ad un esercizio fisico moderato, come una passeggiata di buon passo di almeno 20- 30′ al giorno, è in grado di ridurre di oltre la metà la probabilità di diventare diabetici di tipo 2 per le persone che hanno diversi fattori che predispongono alla malattia.
Per i diabetici di tipo 1 una speranza arriva dallo sviluppo delle cellule staminali che già permette di intravvedere uno scenario di sostituzione della funzione pancreatica.

matteo.cavejari@sacrocuore.it