Il 29 ottobre è la Giornata mondiale della psoriasi, patologia infiammatoria delle pelle ancora socialmente invalidante nonostante la disponibilità di farmaci che possono migliorarne la gravità e di conseguenza lo stile di vita del malato. E su di essa grava ancora il pregiudizio che sia una malattia contagiosa. Ne parliamo con la dottoressa Federica Tomelleri, responsabile del Servizio di Dermatologia dell’IRCCS di Negrar.

Nonostante oggi siano a disposizione una serie di farmaci che possono migliorarne la gravità e di conseguenza lo stile di vita del malato, in molti casi la psoriasi rimane una malattia socialmente invalidante. Sia per quel che riguarda l’aspetto estetico che condiziona la vita sociale-affettiva di chi è affetto da questa patologia, sia per i sintomi talvolta molto ribelli e difficili da gestire con la terapia locale che risulta per molti pazienti alla lunga un vero flagello nella routine quotidiana.

La Giornata mondiale del 29 ottobre dedicata a questa malattia infiammatoria della pelle vuole essere l’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo della sanità su un problema che solo in Italia colpisce 1.500.000 persone, spesso non adeguatamente trattate. Un sondaggio del Censis su 300 pazienti rivela infatti che il 70% di questi è passato da uno specialista ad un altro per ottenere una diagnosi corretta e il 50% si è rivolto in media a 4 diversi specialisti o centri prima di individuare il medico referente cui affidarsi per le cure. Ma quali sono le cause della psoriasi e come è possibile curarla?

Dr. Federica Tomelleri

“La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica che si manifesta con chiazze sulla pelle dall’aspetto eritemato-desquamativo, a volte anche molto pruriginose”, spiega la dottoressa Federica Tomelleri, responsabile del Servizio di Dermatologia dell’IRCCS Sacro Cuore di Negrar. “La genetica predisponente rappresenta la necessaria condizione per svilupparla, combinata però a fattori ambientali catenanti, tra questi traumi, interventi chirurgici, malattie infettive, farmaci, alcool e fumo”.

Quali sono le zone del corpo maggiormente colpite?

Le sedi classicamente colpite dalla psoriasi volgare sono il cuoio capelluto, i gomiti e le ginocchia, la regione sacro-lombare e nucale. Esistono però anche forme di psoriasi cosiddetta ‘invertita’ che interessano le regioni di piega inguinale ed ascellare, sotto ed inframammaria. Sono forme più difficili e subdole da diagnosticare, spesso confuse con infezione delle pieghe.

Esistono forme più o meno gravi?

Per valutare la gravità della malattia i dermatologi utilizzano l’indice PASI (un acronimo di indice della gravità della malattia per aree) che aiuta a catalogare la psoriasi da lieve a moderata fino a grave o eritrodermica (la forma più estesa). Si utilizza anche per valutare la risposta terapeutica durante un ciclo farmacologico.

Si tratta di una malattia contagiosa?

Assolutamente no, nonostante la convinzione corrente. La via di trasmissione può essere genetica. Infatti sono stati identificati alcuni geni specifici associati alla malattia.

Si può guarire dalla psoriasi?

Ancora oggi non esiste una terapia che ne garantisca una guarigione definitiva. Tuttavia i farmaci che abbiamo a disposizione possono assolutamente migliorarne la gravità e di conseguenza lo stile di vita del malato.

Quali sono questi farmaci?

Le terapie a base di MTX, ciclosporina, fototerapia con psoraleni e retinoidi hanno di recente trovato supporto nei farmaci biologici. Quest’ultimi, però, sono indicati solo nelle forme più aggressive che spesso creano un coinvolgimento anche a livello articolare dove può comparire una vera e propria artrite psoriasica. Una valutazione d’equipe tra gli specialisti dermatologi e reumatologi è fondamentale per determinare la terapia più indicata per ogni paziente.

Il sole è un alleato per il trattamento della psoriasi?

Il sole è sicuramente un alleato nella terapia della psoriasi ma non bisogna correre il rischio di esporsi in maniera sconsiderata: ormai tutti ben sappiamo come i rischi di danno da raggi UV possono aggravare la predisposizione ai tumori cutanei. Benefiche sono anche le immersioni in acqua salina. Infatti al mare di solito migliora la sintomatologia della psoriasi volgare in placche.

Ci sono invece degli alimenti che peggiorano i sintomi?

No. La dieta non è annoverata tra i fattori di rischio che possono interferire nella gravità della malattia

Una volta stabilita la terapia sono cure semplici da sostenere?

Il dermatologo quotidianamente affronta nel suo ambulatorio di base difficoltà in merito alla gestione delle terapie che spesso il paziente psoriasico con grande difficoltà riesce ad applicare in maniera adeguata. Diventa quindi fondamentale creare un rapporto empatico medico-paziente per riuscire ad ottenere i migliori risultati. Non bisogna mai dimenticare che la psoriasi è una malattia con risvolto psico-emozionale altamente impattante sullo stile di vita e sulla routine quotidiana del paziente.