La decisione dell’AIFA e dell’EMA di ritirare i farmaci usati essenzialmente come antiacidio ha scatenato una ridda di fake news, tra cui liste di farmaci che non sono oggetto della decisione, causando inutili allarmismi

L’ordine di ritiro da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), in collaborazione con l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA), di alcuni lotti di ranitidina, e il divieto di utilizzo di qualsiasi formulazione a base della molecola stessa, ha dato vita a una serie di false e allarmanti notizie. Sui social network, infatti, stanno spopolando fantomatiche liste di medicinali che non sono oggetto del ritiro dagli ospedali, dalle farmacie e dalla catena distributivaL’unica fonte ufficiale di notizie riguardo questi argomenti rimane l’AIFA, come spiega il Servizio di Farmacia del “Sacro Cuore Don Calabria”, diretto dalla dottoressa Teresa Zuppini, e la lista dei farmaci realmente ritirati si trova sul sito dell’Agenzia (https://www.aifa.gov.it/web/guest/-/comunicazione-aifa-sui-farmaci-contenenti-ranitidina )

 

 

“La ranitidina appartiene a una classe di medicinali conosciuti come antagonisti del recettore dell’istamina H2. La loro azione è quella di bloccare i recettori dell’istamina nello stomaco, con la conseguenza di ridurre la produzione di acido gastrico”, spiega il dottor Roberto Tessari, responsabile della Farmacovigilanza nell’ambito della Farmacia Ospedaliera di Negrar. Pertanto vengono utilizzati nel trattamento dell’ulcera, del reflusso gastroesofageo, del bruciore di stomaco e di altre condizioni associate a ipersecrezione acida. La ranitidina è commercializzata in Italia sia come medicinale soggetto a prescrizione medica, sia come medicinale di automedicazione, in forma di compresse, sciroppi o soluzioni iniettabili per uso endovenoso.

 

“La decisione dell’AIFA è dovuta al ritrovamento di tracce di NDMA (N-nitrosodimetilammina) in una delle materie prime utilizzate per formulare la ranitidina prodotta presso l’officina farmaceutica indiana Saraca Laboratories LTD – prosegue il farmacista – L’NDMA è una sostanza chimica organica che si genera come sottoprodotto dei processi industriali, ed è anche presente, a livelli molto bassi, nelle forniture d’acqua e in alcuni alimenti, in particolare quelli cotti, affumicati o stagionati. È classificata come sostanza probabilmente cancerogena per l’uomo sulla base di studi condotti su animali. Non ci si attende che causi danni quando ingerita in quantità molto basse, e nemmeno effetti in acuto in chi ha assunto l’eventuale farmaco contenente NDMA”.

 

 

La scelta di EMA/AIFA di estendere il ritiro anche ai medicinali contenenti ranitidina non prodotti nell’officina farmaceutica indiana è di tipo precauzionale, “ovvero – precisa Tessari – ha l’obbiettivo di verificare attentamente se, nei lotti di farmaco non o oggetto di ritiro, sia comunque presente NDMA e in quale quantità. Sempre l’AIFA raccomanda ai medici di sostituire la ranitidina con altre molecole che abbiano le stesse indicazioni”.

 

 

Parallelamente al ritiro dei farmaci con ranitidina, l’EMA ha predisposto un controllo a tappeto su tutti i farmaci che possono contenere nitrosodimetilammina. Un’indagine che durerà circa tre anni.