Il mese di Ottobre è tradizionalmente dedicato alla prevenzione del tumore al seno, di cui si registrano un aumento dei casi ma anche delle sopravvivenza, grazie ai trattamenti e agli screening

Per la prima volta diminuiscono in generale i casi di tumore, ma sono in crescita le donne colpite da cancro al seno, alla cui prevenzione è dedicato il mese di Ottobre. Tuttavia non siamo di fronte a una brutta notizia.

 

Aumentano i casi di cancro alla mammella

“I dati (calcolati al netto dell’invecchiamento della popolazione: dati standardizzati), relativi ai trend temporali nel periodo 2003-2014, indicano che l’incidenza delle neoplasie è in riduzione in entrambi i generi – afferma Stefania Gori, direttore del Dipartimento oncologico dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria e presidente nazionale degli oncologi italiani -. Il tumore della mammella si conferma il più frequente nella popolazione. I casi sono in crescita soprattutto nelle aree del Centro-Nord per l’estensione dei programmi di screening e della popolazione target (da 50-69 anni a 45-74) a cui essi sono sono rivolti. Ma questo aumento non costituisce un fenomeno negativo, perché grazie a tali programmi vengono individuati in fase iniziale e con alte probabilità di guarigione molti tumori che, senza lo screening, sarebbero stati scoperti in stadio avanzato”.

 

Ma cresce la sopravvivenza

Ma veniamo ai dati. Nei giorni scorsi l’Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM) ha presentato l’edizione 2019 del volume “I numeri del cancro in Italia”, il “censimento” sulla malattia tumorale redatto in collaborazione con AIRTUM, Fondazione AIOM, PASSI, PASSI d’Argento e SIAPEC-IAP. Secondo l’indagine si stima che quest’anno siano 371mila le nuove diagnosi, contro le 372mila del 2018, 2mila in meno in 12 mesi. Il tumore più frequente resta quello della mammella con 53.500 casi nel 2019, oltre mille casi in più rispetto al 2018. Tuttavia quest’ultimo rientra tra i tumori che in Italia – insieme a quello della tiroide, prostata, testicolo e melanoma – fanno registrare percentuali più alte di sopravvivenza, che per la neoplasia della mammella è, a 5 anni, pari all’87%. Parallelamente è in calo anche la mortalità in tutte le classi di età, soprattutto nelle donne con meno di 50 anni.

 

Ancora sottovalutata l’importanza di uno stile di vita sano

Risultati positivi raggiunti grazie ai progressi terapeutici (chirurgici farmacologici e radioterapici) e all’adesione allo screening mammografico Ma si potrebbe fare di più sul piano della prevenzione. “Circa il 40% delle neoplasie, tra queste anche il tumore al seno, può essere evitato seguendo uno stile di vita sano (no al fumo, attività fisica costante e dieta corretta) – prosegue la dottoressa Gori – In Italia il 34,5% dei cittadini è sedentario, il 31,6% è in sovrappeso, il 10,9% obeso e il 25,7% fuma. Per invertire la tendenza, serve maggiore consapevolezza anche da parte degli operatori sanitari: solo 1 fumatore su 2 ha ricevuto il consiglio di smettere, suggerimenti sull’attività fisica sono stati forniti solo al 30% dei cittadini e meno della metà delle persone obese o in sovrappeso ha ottenuto dal proprio medico indicazioni per perdere peso”.

 

La “prevenzione su misura”: il test Brca1 e Brca2

Per alcuni tumori oggi esistono anche percorsi su misura. “Il 5-7% dei tumori della mammella e il 10-20% delle neoplasie dell’ovaio sono dovuti a una predisposizione ereditaria, riconducibile in particolare alle mutazioni dei geni Brca1 e Brca2 – continua Gori – Questo significa che, nel nostro Paese, ogni anno circa 3.000 casi di carcinoma della mammella e circa 1.000 dell’ovaio potrebbero essere evitati o individuati in fase molto precoce proprio adottando strategie mirate ed efficaci. È quindi fondamentale che il test Brca venga eseguito nei familiari sani delle pazienti in cui è stata individuata una variante dei geni Brca1/2 e che, in caso di positività, venga loro offerto gratuitamente il programma di prevenzione, eventualmente con l’introduzione di un codice di esenzione per malattie genetiche ereditarie”.

 

Una mutazione importante anche per altri tumori

L’identificazione di una frazione di pazienti con carcinoma prostatico o pancreatico metastatico portatori della mutazione “sta inoltre aprendo nuovi orizzonti anche per quanto riguarda la valutazione dei loro familiari sani: nel caso risultino portatori sani di mutazione Brca, dovranno essere avviati a percorsi di prevenzione. È, quindi, un nuovo mondo in espansione per una prevenzione dei tumori”.

 

Il test al “Sacro Cuore Don Calabria”

Nell’ambito del Centro di senologia, l’Anatomia Patologica, diretta dal professor Giuseppe Zamboni, viene eseguito il test per la ricerca delle mutazioni a carico dei geni BRCA1 e BRCA2. Il test viene effettuato solo dopo consulenza genetica in Oncologia, per valutarne le indicazioni. Per ulteriori informazioni contattare il numero verde del Cancer Care Center 800 143 143.