La retinopatia del pretermine è una grave patologia oculare che può colpire il bambino prematuro: Negrar è uno dei pochi centri in Italia per il trattamento chirurgico della patologia

Il 17 novembre è la Giornata dedicata ad almeno 15 milioni di bambini in tutti il mondo: sono i neonati prematuri, nati dopo meno di 37 settimane di gestazione. In Italia sono 50mila, il 7% delle nascite totali. Dati che hanno visto un incremento negli ultimi 25 anni, a cui è corrisposto, però, un aumento della sopravvivenza grazie allo sviluppo delle cure nelle Terapie intensive neonatali. Se il 98% dei prematuri (dati della Società italiana di neonatologia) viene dimesso in buona salute, per una piccola percentuale le complicanze sono di varia natura, alcune molto gravi.

Una di queste è la retinopatia del pretermine (Retinopathy Of Prematury, ROP), una grave patologia oculare la cui evoluzione può portare alla cecità in seguito al distacco della retina. L’Oculistica del “Sacro Cuore Don Calabria”, diretta dalla dottoressa Grazia Pertile, è uno dei pochi centri in Italia per il trattamento chirurgico della malattia.

Ma quali sono le cause della retinopatia del pretermine? Già al quarto mese di gravidanza si sviluppa nel feto la vascolarizzazione della retina. Tale formazione dei vasi sanguigni risulta molto sensibile all’ossigeno, che necessariamente viene somministrato in culla termica al bambino prematuro. “L’ossigeno sulla retina immatura – spiega il dottor Giuliano Stramare, responsabile del Servizio di Oftalmologia pediatrica – può provocare nella parte non ancora matura della retina la creazione di nuovi vasi che, contraendosi, sanguinano portando al distacco della retina stessa”.

La ROP colpisce dal 10 al 50% dei neonati sotto i 1.500 grammi, con percentuali vicine al 90% per i bimbi con un peso inferiore ai mille grammi e nati prima delle 28 settimane di gestazione. Infatti minori sono l’età gestionale e il peso corporeo, maggiore è il rischio di sviluppare la retinopatia.

“Lo screening è raccomandato per i neonati nati prima delle 32 settimane di gestione e con un peso minore ai 1.500 grammi – prosegue il medico oftalmologo – ma è significativa per il rischio anche la storia clinica del bambino: se siamo in presenza di altre patologie o infezioni e il neonato ha avuto bisogno di un apporto di ossigeno maggiore, aumentano le probabilità del presentarsi della patologia. Paradossalmente più è precoce la nascita, più è ampio l’arco di tempo in cui la retinopatia può svilupparsi. Per questo è importante che i bimbi pretermine siano sottoposti a visite frequenti del fondo dell’occhio, anche una volta usciti dalle terapia intensive e paraintensive fino al completamento dell’età gestionale e alla completa maturazione retinica. Solo così si possono diagnosticare il prima possibile i segni della malattia”.

Per la diagnosi e il monitoraggio dell’andamento della retinopatia, l’Oculistica del “Sacro Cuore Don Calabria” è uno dei pochi centri che dispone della Retcam. “Si tratta di un dispositivo molto sofisticato – afferma il dottor Stramare – che consente l’acquisizione e la registrazione fotografica e video dell’anatomia retinica, rilevando dettagli molto particolareggiati e permettendo un confronto con i quadri precedenti. Con la Retcam possiamo eseguire anche l’esame fluoroangiografico, che fotografa l’andamento del contrasto (iniettato in vena) sulla vascolarizzazione retinica”. La Retcam può essere utilizzate anche per altre patologie che possono colpire i bambini e sugli adulti non collaborativi, come i disabili.

La retinopatia del pretermine viene classificata in cinque stadi, a seconda della gravità. Nei primi stadi, di cui rientra la maggioranza dei casi, la malattia regredisce spontaneamente. “Negli altri casi invece – sottolinea – è necessario intervenire con il laser per bloccare l’andamento della patologia e in quelli più gravi si procede con la vitrectomia”.

La vitrectomia è un intervento di micro-chirurgia oftalmica tra i più avanzati, che ha lo scopo di rimuovere quanto più possibile le membrane fibrovascolari e riattaccare la retina. Al “Sacro Cuore Don Calabria”, dove giungono i casi più complessi, viene eseguito dalla dottoressa Grazia Pertile, chirurgo oftalmologico di riferimento internazionale per la chirurgia della retina. Il dottor Giulio Stramare è affiancato nel Servizio di Oftalmologia pediatrica dalla dottoressa Erica Parolini.

elena.zuppini@sacrocuore.it