Il prossimo 15 maggio, suor Domenica Mantovani sarà proclamata santa. La storia del suo Istituto religioso delle Piccole Suore della Sacra Famiglia – fondato con il Beato Giuseppe Nascimbeni – si è intrecciata con quella centenaria dell’ospedale Sacro Cuore, nell’assistenza ai malati. Ancora oggi la piccola comunità di suore è una presenza preziosa per la “Cittadella della Carità”.
Madre Maria Domenica Mantovani sarà proclamata Santa il prossimo 15 maggio. Una grande gioia per l’Istituto delle Piccole Suore della Sacra Famiglia di cui è stata fondatrice (nel 1892) assieme al Beato Giuseppe Nascimbeni e prima Madre Generale. Ma anche per la Cittadella della Carità dove le religiose sono presenti fin dalla nascita del primo nucleo, rappresentato dal Ricovero per anziani, voluto da don Angelo Sempreboni.
Fu lo stesso parroco di Negrar a chiedere a don Nascimbeni, in una lettera del 2 maggio 1918, “quattro delle sue buone suore. Non potendo quattro si potrebbe fare tre…”, per lavorare in parrocchia, nella scuola materna e quella del lavoro femminile. Gli rispose la stessa madre Mantovani, che pochi giorni dopo inviò in paese le consorelle. L’11 novembre di quattro anni dopo le suore iniziarono il loro servizio anche presso il Ricovero, inaugurato pochi giorni prima.
La Madre Generale fu anche protagonista di un rifiuto che aprì la strada all’ingresso della Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza nella Cittadella della Carità. Nonostante già nel 1931 la struttura che, affiancata al Ricovero, doveva diventare ospedale fosse pronta, le autorità civili non concedevano l’autorizzazione. Ben presto fu chiaro che tanto ritardo non era dovuto a questioni tecniche o burocratiche ma all’ostilità dei militanti fascisti del paese nei confronti di don Sempreboni, tacciato di essere un nemico del regime. Pur di aprire l’ospedale per la sua gente, il parroco decise quindi di fare un passo indietro e di cedere la gestione del complesso a un Istituto religioso. Chiese innanzitutto a quello delle Piccole Suore della Sacra Famiglia, ma madre Mantovani declinò l’offerta.
La presenza delle suore di Castelletto di Brenzone (località del Garda dove venne fondato l’Istituto e dove ha sede la Casa Madre) non venne mai meno al Sacro Cuore fornendo negli anni un contributo prezioso nell’ambito dell’assistenza infermieristica ai malati. Nel suo libro “Storia dell’Opera Don Calabria 11/3”, Mario Gecchele riporta che dal 1922 al 13 marzo 2004 hanno svolto servizio a Negrar ben 211 suore.
Oggi la piccola comunità, impegnata soprattutto nella pastorale ospedaliera, è composta dalla superiora Suor Rosa Santina (al secolo Maria Vigolo), suor Bernardetta (al secolo Lucia Brunelli), suor Lucia Raffaello (al secolo Luciana), suor Brandina Brunelli e suor Teresa Ausilia Dalla Pozza.