Si chiama LECS, un metodica chirurgica mini-invasiva impiegata per la prima volta in Veneto su un paziente affetto da un grosso tumore allo stomaco. La cooperazione in sala dei chirurghi con gli endoscopisti ha permesso la rimozione della massa, senza prelevare una ampia parte dello stomaco, che avrebbe comportato un lungo recupero post operatorio e l’alterazione della funzione fisiologica della digestione.
La grandezza del tumore avrebbe indicato l’asportazione non solo della massa di 6 centimetri, ma anche di una ampia parte dello stomaco, un intervento che comporta un lungo recupero post operatorio e l’alterazione della funzione fisiologica della digestione.
Invece grazie a una nuova tecnica di chirurgia mininvasiva utilizzata per la prima volta in Veneto, i chirurghi dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar affiancati dagli endoscopisti hanno potuto rimuovere solamente la neoplasia, “salvando” lo stomaco. Il paziente, dopo una settimana di degenza (con la chirurgia tradizionale sono almeno due), ha lasciato l’ospedale alimentandosi normalmente.
Il paziente trattato presentava un tumore di grosse dimensioni del tipo GIST (Gastrointestinal Stromal Tumor) cioè una neoplasia, abbastanza rara, dell’apparato digerente che può originare dalle cellule della parete muscolare dell’esofago, dello stomaco, dell’intestino fino al canale anale.
“Nel nostro caso il tumore era localizzato nell’antro gastrico, cioè nella parte dello stomaco al confine con il piloro. Da accurati esami è emerso che la neoplasia presentava tutte le caratteristiche per la rimozione tramite la nuova metodica chiamata LECS (Laparoscopic-Endoscopic Cooperative Surgery), un intervento che richiede la stretta collaborazione tra gli endoscopisti e i chirurghi nella stessa seduta operatoria”, spiega il dottor Paolo Bocus, direttore della Gastroenterologia e dell’Endoscopia Digestiva.
Ad occuparsi dell’incisione del bordo della lesione per via endoscopica è stato lo stesso dottor Bocus, che successivamente ha aperto una breccia nella parete gastrica. Attraverso di essa i chirurghi Irene Gentile e Claudio Zardini, della Chirurgia generale diretta dal dottor Giacomo Ruffo, hanno rimosso completamente la lesione per via video-laparoscopica e suturato la parete gastrica.
“L’intervento è stato possibile grazie alla competenza maturata negli anni nel campo della chirurgia laparoscopica e dell’endoscopia”, sottolinea il dottor Bocus. “Nel primo ambito Negrar rappresenta da tempo un centro di riferimento nazionale, sia per la chirurgia generale che per quella ginecologica. Per quanto riguarda l’endoscopia siamo in grado di effettuare esami ultra-specialistici come l’Ecografia Endoscopica Gastrica (circa 300 all’anno) che consente di determinare lo stadio del tumore, fondamentale per procedere con LECS. La presenza infatti di infiltrazioni della parete o dei linfonodi non consentirebbe l’esportazione della sola neoplasia, ma richiederebbe la rimozione anche del tessuto sano”.
L’Endoscopia Digestiva da metodica diagnostica è divenuta negli ultimi anni una metodica interventistico-operativa con approccio mini-invasivo. “Basti pensare alle nuove possibilità terapeutiche per il trattamento dei tumori sia in fase iniziale (come nei tumori superficiali mediante resezione mucosale-EMR e submucosale-ESD), sia in fase di palliazione definitiva con il posizionamento di stent per la ricanalizzazione o la creazione di by-pass EUS-guidati nelle fasi tardive delle malattie neoplastiche”, conclude il dottor Bocus.
L’Endoscopia digestiva di Negrar è dal 2018 Centro accreditato SIED (Società Italiana di Endoscopia Digestiva) e nel 2018 Centro per la Scuola di Formazione Residenziale di II livello sempre delle SIED.
Nella foto da sinistra: il dottor Paolo Bocus, il dottor Claudio Zardini e la dottoressa Irene Gentile