La fotografia del West Nile Virus responsabile della febbre del Nilo Occidentale, che solo in meno dell’1% dei casi si manifesta nella forma neuroinvasiva. E’un virus trasmesso dalle zanzare più comuni e per ora, non essendo disponibile un vaccino, la prevenzione è affidata alla lotta contro la prolifirazione di questi insetti

La cronaca registra casi di febbre West Nile, tra cui anche alcuni decessi. Ecco la fotografia di un virus trasmesso dalle zanzare e – nonostante in nome esotico – endemico nel nostro Paese, per il quale non esiste una cura specifica e un vaccino. Attenzione nella prevenzione delle punture di zanzare, ma nessun allarme: meno dell’1% sviluppa la forma più grave, ai danni del sistema nervoso centrale. L’IRCCS di Negrar è referente scientifico del sistema di sorveglianza della Regione Veneto per le “febbri estive” (West Nile, Zika, Dengue e Chikungunya).

West Nile Disease (WND) o malattia del Nilo Occidentale è causata da un virus a RNA appartenente al genere Flavivirus. Il West Nile Virus (WNV) prende il nome dal distretto dell’Uganda (West Nile) dove nel 1958 è stato isolato per la prima volta il patogeno dal sangue di una donna colpita da febbre. Si è poi diffuso in Africa, Medio Oriente, Nord America, Asia Occidentale ed Europa, dove è stato segnalato a partire dal 1958. In Italia è endemico. I primi casi si sono registrati nel 2008 sul territorio della Pianura Padana. L’ultima epidemia di West Nile Disease nel nostro Paese risale al 2018, quando il virus provocò 19 decessi tra i pazienti colpiti dalla forma più grave (neuro-invasiva).

Trasmissione

Il WNV non si trasmette da uomo a uomo, né per via aerea né per contatto. Il virus sopravvive in natura grazie a un ciclo primario di trasmissione: zanzara-uccello-zanzara. Le zanzare Culex di specie modestus e pipiens si infettano pungendo uccelli migratori (serbatoio del virus), trasmettendo a loro volta il virus ad altri uccelli. Tuttavia le stesse zanzare sono in grado di infettare ospiti accidentali come il cavallo e l’uomo, ma né negli equini né negli esseri umani il WNV raggiunge nel sangue una concentrazione sufficientemente elevata da infettare altre le zanzare.

La ragione per cui il WNV è diventato endemico in Italia è dovuta alla presenza sul territorio della Culex pipiens, la zanzara che punge dal tramonto fino alle prime luci dell’alba, e al passaggio di uccelli migratori.

L’infezione

La West Nile Disease è caratterizzata da 2-14 giorni di incubazione. Nella grande maggioranza dei soggetti colpiti è asintomatica; nel 20%-30% si manifesta come una sindrome simil-influenzale: febbre, mal di testa, ma di gola, dolori muscolari e alle articolazioni, congiuntivite, rash cutanei (tronco, estremità e testa), ingrossamento dei linfonodi, nausea, dolori addominali… Meno dell’1% dei casi sviluppa la forma neuro-invasiva: meningite, encefalite e paralisi flaccida acuta. I soggetti più a rischio per la forma più grave sono gli anziani, gli immunodepressi, i pazienti cronici o pluripatologici.

La diagnosi

Una febbre simile all’influenza deve sempre destare sospetti in piena estate. Nel caso in cui insorga torpore o uno stato confusionale è bene recarsi presso un ospedale con un reparto di Malattia Infettive. La diagnosi viene effettuata tramite specifici test di laboratorio

Terapia

Per la WND non esiste una terapia specifica, ma solo farmaci per alleviare i sintomi (antipiretici e antinfiammatori). Nei casi più gravi è necessario il ricovero in ospedale, dove si procede alla somministrazione di fluidi intravenosi e a respirazione assistita.

Prevenzione

Non esiste un vaccino contro il West Nile Virus. Il metodo più efficace di prevenzione è la protezione dalle punture di zanzare usando, in particolare dopo il tramonto, repellenti cutanei, zanzariere alle finestre e diffusori di insetticidi ad uso domestico. E’ fondamentale, inoltre, la collaborazione di tutti affinché non vengano a crearsi ambienti favorevoli al deposito delle uova e allo sviluppo delle larve di zanzare come i sebatoi i di acqua stagnante (anche un semplice sottovaso) che devono essere eliminati o trattati con larvicidi

Nel 2010 la Regione Veneto ha istituito un progetto pilota per la sorveglianza delle arbovirosi (malattie trasmesse dalle zanzare) il cui responsabile scientifico è l’IRCSS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria e a cui collaborano l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e l’Istituto di Microbiologia e Virologia di Padova. Per le patologie di importazione (Zika, Dengue e Chikungunya) al fine di evitare che diventino endemiche, esso prevede la segnalazione del caso di infezione entro le 12 ore dal sospetto diagnostico al Servizio Igiene Sanità Pubblica del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Ulss competente per il territorio che può attivarsi, attraverso i Comuni, per la disinfezione della zona limitrofa all’abitazione del paziente o nel luogo dove si è probabilmente infettato.

Per il West Nile Virus la disinfezione deve avvenire periodicamente soprattutto nelle aree in cui le trappole dell’Istituto Zooprofilattico hanno raccolto zanzare infette o dove il virus è stato isolato nei cavalli.

Le segnalazione dei casi di infezione assume notevole importanza per il controllo sulle donazioni di sangue e organi. Il Centro Nazionale del Sangue prevede la sospensione dalle donazioni di sangue di almeno 28 giorni per tutti coloro che hanno soggiornato anche per una sola notte nella provincia dove sono presenti zanzare infette o in alternativa l’utilizzo del test NAT sulle sacche di sangue, che viene eseguito di routine dai Centri trasfusionali. Anche i donatori di organi vengono sottoposti allo screening. Sangue e organi infetti sono una via di trasmissione del West Nile molto pericolosa perché l’infezione andrebbe a colpire pazienti con un sistema immunitario depresso a causa della malattia o degli immunosoppressori per impedire il rigetto dell’organo.