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A circa un anno dall’entrata in vigore delle “Norme in materia di consenso informato e di Disposizioni Anticipate di Trattamento” un convegno all’IRCCS di Negrar fa il punto sulle norme introdotte anche in relazione agli aspetti clinici ed etici.

Il 31 gennaio 2018 è entrata in vigore la Legge 22 dicembre 2017, n. 219 sulle “Norme in materia di consenso informato e di Disposizioni Anticipate di Trattamento“. Una legge che sancisce in maniera organica un principio già espresso dalla Costituzione, all’articolo 32: cioè che “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. All’interno della stessa norma sono comprese le cosiddette “Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT)”, che estendono il potere decisionale del paziente anche quando egli ha perduto la sua capacità relazionale.

Tale normativa sarà al centro del convegno “La legge, la clinica e l’etica” che si terrà sabato 8 giugno, a partire dalle 8.30, all’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria (vedi programma). L’incontro è accreditato ECM per tutte le professioni sanitarie e ha come obiettivo non solo quello di esaminare le innovazioni e le criticità delle nuove disposizioni legislative, ma anche le loro importanti implicazioni cliniche ed etiche.

 

Interverranno infatti come relatori Franco Alberton, medico legale dell’Ospedale di Negrar, Maurizio Chiodi, docente della Facoltà Ecclesiastica di Teologia di Milano e Bergamo, e Gianmariano Marchesi, già direttore dell’Anestesia e Terapia Intensiva adulti dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

 

 

“La legge 219/2017 segna definitivamente il passaggio dal cosiddetto paternalismo medico alla condivisione con il paziente di tutti i trattamenti sanitari“, spiega il dottor Alberton, responsabile della segreteria scientifica del convegno. “Infatti nonostante il chiaro dettato costituzionale, si manifestavano ancora dubbi ed incertezze applicative, specie in situazioni complesse legate alle fasi terminali della vita. Grazie a questa legge, invece, viene sancito il principio di autodeterminazione del paziente a cui compete, assieme al medico, ogni decisione che interessi la sua salute”.

 

 

Diventa quindi fondamentale che gli operatori sanitari conoscano i doveri e gli obblighi che prevede questa legge, non solo ‘sulla carta’, ma in relazione a situazioni cliniche concrete che emergeranno nel corso del convegno.

 

Si tratta di norme che regolamentano l’ambito sanitario e in particolare una fase delicata della vita di ciascuno di noi, quella terminale per età o per malattia – prosegue il dottor Alberton -. Pertanto non si può prescindere dall’aspetto bioetico. Il medico può trovarsi per esempio di fronte a un paziente che rifiuta terapie salvavita comprese l’alimentazione e l’idratazione o a DAT che prevedono le stesse disposizioni. Esistono poi tutte le problematiche dei trattamenti futili e sproporzionati, quelle che riguardano la palliazione e la sedazione terminale. La volontà del paziente non può essere ignorata – conclude il medico legale – ma nemmeno la deontologia e l’etica di riferimento dell’operatore sanitario. La conciliazione di questi due aspetti è uno dei punti critici della legge“.