Un nuovo approccio alla salute della donna: la neuroginecologia, che unisce ginecologia e neuroscienze

La Neuroginecologia promette di aprire nuovi orizzonti nella comprensione e nel trattamento di patologie femminili complesse: dal dolore cronico pelvico all’endometriosi severa fino alla neurorigenerazione. Per esplorare le potenzialità della nuova disciplina , il dottor Marcello Ceccaroni, direttore della Ginecologia e Ostetricia, ha fondato una nuova società scientifica, l’International Society of Neuro-Gynecology & Nerve Sparing Surgery (ISNG). Tutto questo è avvenuto a Vancouver nel corso del 54° Congresso dell’American Association of Gynecologic Laparoscopists, la più importante società scientifica di chirurgia ginecologica mini-invasiva, dove  è stato insignito l’onorificenza di “Original Innovator (OI)” per le sue idee un tempo innovative e oggi divenute uno standard di trattamento.

Nasce un nuovo approccio scientifico alla salute della donna. Si tratta della neuroginecologia, una disciplina che fonde per la prima volta ginecologia e neuroscienze, e promette di aprire nuovi orizzonti nella comprensione e nel trattamento di patologie femminili complesse: dal dolore cronico pelvico all’endometriosi severa fino alla neurorigenerazione. Pioniere e ideatore di tutto questo è il dottor Marcello Ceccaroni, direttore della Ginecologia e Ostetricia dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, tra i centri a livello internazionale con la casistica più grande nella diagnosi e nella cura dell’endometriosi, che colpisce 3 milioni di donne in Italia e 150 milioni su scala globale. Già presidente della International School of Surgical Anatomy (ISSA) e uno tra i maggiori esperti di chirurgia laparoscopica, Ceccaroni è anche il fondatore e presidente della neonata International Society of Neuro-Gynecology & Nerve Sparing Surgery (ISNG).

La nuova società, che riunisce specialisti delle più prestigiose università al mondo, è stata presentata nei giorni scorsi al 54° Congresso, in corso a Vancouver, dell’American Association of Gynecologic Laparoscopists, la più importante società scientifica di chirurgia ginecologica mini-invasiva. Insignito nel 2023 del premio internazionale “Gold Laparoscope Award”, per aver ideato la tecnica chirurgica laparoscopica “nerve-sparing” per l’eradicazione dell’endometriosi severa, celebre come “Negrar Method”, Ceccaroni, in occasione del congresso, ha ricevuto l’onorificenza di “Original Innovator (OI)” per le sue idee un tempo innovative e oggi divenute uno standard di trattamento.

“La neuroginecologia – afferma Ceccaroni -, rappresenta un ponte che unisce anatomia, neuroscienze e innovazione chirurgica. È una branca scientifica volta a interpretare e analizzare tutti i delicati fenomeni che sono alla base del dolore, in particolare quello cronico, passando per lo studio dei fenomeni biologici, genetici e immunologici collegati alla neuroinfiammazione e all’infertilità. Tutti questi settori di studio saranno associati alla ricerca anatomica e neuroanatomica, volta allo sviluppo e alla evoluzione di nuove tecniche chirurgiche, finalizzate alla preservazione delle fibre nervose e delle funzioni pelviche dopo chirurgie molto invasive per tumori ginecologici e per malattie infiltrative come l’endometriosi pelvica severa (le cosiddette tecniche ‘nerve-sparing’). Un altro importantissimo campo di indagine e di ricerca dalla ISNG riguarderà lo studio e lo sviluppo di nuovi fattori e matrici di neurorigenerazione e nuove strutture biosintetiche per il supporto e la rigenerazione di fibre nervose danneggiate dalle patologie infiltrative o in seguito a interventi chirurgici radicali”.

Il board della ISNG vanta scienziati di fama internazionale, tra cui Shailesh Puntambekar, direttore del Galaxy Care Hospital di Pune in India, che ha eseguito il primo trapianto di utero in laparoscopia, grazie a una tecnica chirurgica sviluppata assieme a Ceccaroni.


Nel dialogo tra cervello e corpo la chiave per nuove diagnosi e processi riabilitativi

Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar e Università di Verona partner di un nuovo progetto di ricerca per svelare i meccanismi della rappresentazione corporea e migliorare il recupero funzionale di pazienti con patologie neurologiche. “Comprendere come il cervello costruisce la percezione del corpo e come questa cambia nelle malattie neurologiche non è solo una sfida scientifica: è un passo decisivo verso una medicina e una riabilitazione più personalizzata, predittiva e umana”, afferma Elena Rossato, coordinatrice del Processo Riabilitativo dell’Irccs di Negrar

Un ambizioso progetto di ricerca europeo, Bb-Rebus (Brain-Body factors mediating altered bodily representations in multiple pathological conditions), punta a svelare i meccanismi nascosti del complesso dialogo tra cervello e corpo, un rapporto che, quando si altera, può compromettere la percezione che ognuno di noi ha di sé e dei propri movimenti. A guidare questo percorso scientifico d’avanguardia sono il dipartimento di Scienze umane dell’Università di Verona e il dipartimento di Riabilitazione dell’Irccs Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, due eccellenze italiane nel campo della ricerca neuroscientifica e clinica.

Il progetto, della durata di 36 mesi, ha ottenuto un finanziamento europeo (Era-Net Neuron) di 1.354.473 euro, con 263.400 euro destinati all’unità di Verona per lo sviluppo delle attività di ricerca e analisi sperimentale. Bb-Rebus è coordinato dall’Institute of health di Sion in Svizzera, sotto la guida di Michela Bassolino, e coinvolge una rete internazionale di centri e università europee impegnate nello studio del rapporto tra cervello e corpo in diverse condizioni neurologiche.

L’obiettivo centrale del progetto è indagare come le alterazioni della rappresentazione corporea si manifestano e si evolvono in patologie che compromettono la connessione tra cervello e corpo, come l’ictus, le lesioni del midollo spinale e la sclerosi multipla. Il campione di ricerca sarà composto da persone con esiti di queste patologie, e da un gruppo di controllo di soggetti neurologicamente sani. Questo permetterà di confrontare le diverse condizioni cliniche e identificare sia gli elementi comuni che sottostanno la rappresentazione corporea, sia gli aspetti che caratterizzano in modo specifico le diverse patologie.

Il progetto si articola su tre obiettivi scientifici principali: descrivere e caratterizzare le alterazioni della rappresentazione corporea e il loro impatto sull’evoluzione e sul recupero dei deficit indotti dalla patologia; identificare i fattori cerebrali e corporei che determinano tali alterazioni, anche attraverso tecniche di neuroimaging e misurazioni cinematiche e muscolari; e, infine, costruire un modello unificato dei meccanismi neurali che caratterizzano la rappresentazione corporea.

Il contributo dell’Università di Verona è fondamentale per la parte neuroscientifica e sperimentale, mentre il team dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, coordinato da Elena Rossato, mette a disposizione le proprie competenze cliniche e la possibilità di seguire i pazienti lungo tutto il percorso di valutazione e riabilitazione. L’incontro tra ricerca di base e ricerca applicata nella clinica rende Bb-Rebus un esempio virtuoso di collaborazione tra territorio, università e sanità.

“Si tratta di un filone di studio che il dipartimento di Scienze umane percorre insieme al dipartimento di Riabilitazione dell’Ircss Ospedale Sacro Cuore di Negrar da molti anni – spiega Valentina Moro, docente di Neuropsicologia e neuroscienze cognitive e responsabile scientifico dell’unità di ricerca di Verona -. Questa ci ha permesso di ottenere bellissimi risultati sia in termini di ricerca (più di 50 pubblicazioni scientifiche in riviste internazionali, tra cui Elife e Neuron, solo negli ultimi 10 anni) che di applicazioni cliniche (con individuazione di percorsi riabilitativi innovativi e formazione dei professionisti della riabilitazione. Il finanziamento del progetto riconosce non solo il valore del tema e dell’approccio proposto, ma anche l’esperienza acquisita dal team veronese in oltre vent’anni di collaborazione Territorio/Università e la rete europea che si è costruita negli anni.”

“Comprendere come il cervello costruisce la percezione del corpo e come questa cambia nelle malattie neurologiche non è solo una sfida scientifica: è un passo decisivo verso una medicina e una riabilitazione più personalizzata, predittiva e umana”, afferma Elena Rossato, coordinatrice del Processo Riabilitativo dell’Irccs di Negrar. “La comprensione dei meccanismi alla base delle alterazioni del dialogo cervello-corpo, obiettivo di questo progetto di ricerca, potrà tradursi per esempio in nuove applicazioni riabilitative di strumentazioni robotiche o ad alta tecnologia. Strumentazioni attualmente utilizzate in altri ambiti ma che potrebbero avere una efficacia nel recupero sensoriale e motorio contribuendo così al miglioramento della qualità di vita e delle autonomie del nostro paziente”.

Con Bb-Rebus, Verona e Negrar si confermano protagonisti di una ricerca europea che guarda al futuro, dove la frontiera tra scienza di base e applicata alla clinica si dissolve in una visione condivisa: ricucire il legame tra mente e corpo per restituire ai pazienti il senso pieno del movimento e della propria identità corporea.


Prime corone d'alloro al polo universitario dell'IRCCS di Negrar: laureati 34 igienisti dentali

A un anno dall’istituzione del polo didattico e formativo IRCCS Sacro Cuore Don Calabria (in via San Marco), nato dalla collaborazione tra l’Università di Verona e l’Ospedale di Negrar, venerdì 14 novembre sono state proclamate le prime lauree in igiene dentale, uno dei Corsi di laurea che ha sede nella struttura.

Proclamate le prime neolaureate e i primi neolaureati, 34 in tutto, del corso di laurea in Igiene dentale che hanno completato i loro studi nel nuovo polo universitario Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar dell’Università di Verona, inaugurato poco più di un anno fa.

La cerimonia si è tenuta venerdì 14 novembre, negli spazi di via San Marco, che dall’ottobre dello scorso anno, grazie alla convenzione tra ateneo e Sacro Cuore di Negrar, ospitano, oltre al corso di laurea triennale in Igiene dentale, anche il corso di laurea magistrale a ciclo unico in Farmacia, la laurea magistrale biennale in Scienze delle professioni sanitarie e tecniche e il corso di Laurea triennale in Logopedia.

Presenti alla proclamazione la Rettrice Chiara Leardini, Claudio Cracco e Mario Piccinini, rispettivamente Amministratore Delegato e Direttore Generale per la Ricerca con delega ai rapporti con l’Università dell’IRCCS di Negrar, e Nicoletta Zerman, referente della Rettrice per i rapporti con le strutture sanitarie e presidente del corso di Laurea in Igiene dentale.

“Le mie sentite congratulazioni – ha affermato la Rettrice – vanno alle laureate e ai laureati che oggi chiudono un importante percorso all’Università di Verona che li proietta nel loro futuro. Un grazie di cuore va alle loro famiglie che iscrivendoli all’università di Verona, la loro Università, hanno investito nel loro futuro professionale e personale. Questo progetto innovativo vede la nostra Università e l’Irccs Sacro cuore Don Calabria di Negrar lavorare in sinergia per realizzare la rete formativa di alcuni corsi di laurea della Macroarea di Scienze della Vita e della salute. Obiettivo cui risponde e la nascita di questo polo, dove oggi si sono laureati i primi 34 tra studentesse e studenti”.

“Oggi per il nostro Ospedale è una giornata storica: raccogliamo i primi frutti della collaborazione con l’Università scaligera, sancita nel 2022”, commentano Claudio Cracco e Mario Piccinini, rispettivamente Amministratore Delegato e Direttore Generale della Ricerca con delega ai rapporti con l’Università dell’IRCCS di Negrar. “L’accordo ha portato prima alla nascita a Verona della laurea magistrale a ciclo unico in Farmacia e successivamente alla creazione dei poli universitari di via San Marco e dell’ospedale stesso. Quest’ultimo è già sede di formazione degli specializzandi di Medicina e Chirurgia e dei tirocinanti di Infermieristica e di altre professioni sanitarie. In futuro – ricordano – frequenteranno le nostre corsie anche gli studenti dal quarto al sesto anno del Corso di Medicina e Chirurgia con indirizzo ingegneristico. Questa partnership è stata avviata con il rettore precedente, il professor Nocini, ma ci sono tutti i presupposti perché prosegua attraverso nuovi progetti con la Rettrice Leardini, a vantaggio di tutta la comunità: più si ampliano e diversificano le opportunità formative, maggiore sarà la preparazione del futuro personale sanitario”.

 

 


E' scomparso il prof. Muzzio, primo Direttore Scientifico dell'IRCCS Sacro Cuore Don Calabria

L’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria piange la scomparsa del professor Pier Carlo Muzzio, che con il suo contributo determinante ha portato l’Ospedale di Negrar al riconoscimento di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico per le Malattie Infettive e Tropicali di cui è stato il primo Direttore Scientifico

Mercoledì 12 novembre ci ha lasciato il professor Piercarlo Muzzio, già Direttore Scientifico dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria dal 2018 al 2022. I funerali si terranno lunedì 17 novembre alle 10.30 presso la chiesa di Noventa Padovana.

La Direzione e tutti i Collaboratori che in questi anni hanno avuto il privilegio di lavorare con lui, sono vicini in questo momento di dolore alla famiglia, sicuri che il ricordo dell’uomo e del professionista rimarrà vivo in quanti lo hanno conosciuto.

Nato a Padova il 22 aprile del 1946, il prof. Muzzio è stato Ordinario di Radiologia dell’Università patavina e Direttore del Dipartimento di Scienze Medico Diagnostiche e Terapie speciali, nonché Direttore della scuola di specializzazione in Radiodiagnostica. Aveva fatto parte anche del Consiglio superiore della Sanità. Nominato Commissario straordinario dell’Istituto Oncologico Veneto nel 2005, ne è diventato nel 2009 Direttore Generale, lasciando l’incarico nel 2013.

Dal 2014 ha iniziato la sua collaborazione con l’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria. Collaborazione che ha portato, nel 2018, al riconoscimento di IRCCS per le Malattie Infettive e Tropicali di cui è stato il primo Direttore Scientifico fino a giugno del 2022. Attualmente membro del Comitato scientifico dell’IRCCS, aveva anche l’incarico di Coordinatore per lo sviluppo dell’attività scientifica in ambito oncologico e delle malattie cronico-degenerative.

“La scomparsa del prof. Muzzio è una perdita umana e professionale per il nostro Ospedale. Nonostante i problemi di salute, non ha mai rinunciato al suo impegno, tenendo fede al suo incarico fino all’ultimo. Come era tenace nel raggiungere gli obiettivi, così è stato nella vita. Un esempio”, afferma l’Amministratore Delegato, Claudio Cracco.


Il "grazie" del cardinale Parolin e del ministro Tajani all'Opera Don Calabria di Marituba

Il segretario di stato vaticano card. Pietro Parolin e il ministro degli esteri Antonio Tajani hanno visitato l’ospedale e le attività sociali dei Poveri Servi della Divina Provvidenza in Amazzonia. L’incontro a margine della Conferenza Mondiale sul clima (COP30) che si aprirà il 10 novembre nella vicina Belém. Anche una delegazione dell’Opera prenderà parte ai lavori partecipando ad un evento su “clima e salute” e presentando il docu-film “Senza lasciare nessuno indietro” dedicato proprio alla realtà di Marituba.

Prendersi cura dell’ambiente vuol dire prima di tutto prendersi cura delle persone e in particolare dei più vulnerabili. E’ questo il messaggio fondamentale emerso nella giornata di giovedì 6 novembre quando il Segretario di Stato Vaticano, card. Pietro Parolin, e il Ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani hanno visitato la missione di Marituba dell’Opera Don Calabria, in Amazzonia, nell’area dove sorgeva un antico lebbrosario. L’incontro è avvenuto a margine dei lavori per la Conferenza Mondiale sul Cambiamento Climatico (la COP30) che inizierà il 10 novembre a Belém. Erano presenti anche l’ambasciatore italiano in Brasile, Alessandro Cortese, e l’arcivescovo di Belém mons. Júlio Endi Akamine.

Le due delegazioni hanno visitato l’ospedale Divina Provvidenza, che fa parte della rete sanitaria dei Poveri Servi della Divina Provvidenza insieme all’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar e agli ospedali di Luanda (Angola) e Manila (Filippine). Il legame con il “Sacro Cuore”, in particolare, è molto profondo e consolidato grazie a progetti di scambio formativo e di sviluppo che vengono portati avanti da tempo.

Il cardinale Parolin  inviato speciale di Papa Leone per la Cop, ha parlato anche a nome del Pontefice: “Il Santo Padre segue con attenzione il lavoro della Chiesa e delle Congregazioni religiose che servono con dedizione i più poveri e i malati. Porto a tutti la sua preghiera e il suo apprezzamento per la testimonianza di amore alla vita”, ha detto. Il ministro Tajani ha ringraziato i missionari e i collaboratori dell’Opera di Marituba, sottolineando che sono “sentinelle fondamentali, costruttori di ponti di pace e di dialogo, sempre al fianco dei più deboli e dei bambini”.

A nome della Congregazione ha parlato don Jaime Bernardi, Delegato dell’Opera in Brasile, che ha portato il saluto del Casante don Massimiliano Parrella, affermando che “oggi questa visita ricorda a tutti noi che la diplomazia, la politica e la fede possono e devono incontrarsi nel servizio al bene comune, nella promozione della dignità umana e nella custodia del creato”.

Nel pomeriggio la delegazione vaticana ha visitato anche la Fazendinha Esperança, un progetto di educazione ambientale gestito sempre dai Poveri Servi per oltre 300 minori nel quartiere più problematico della città.

Nei prossimi giorni una delegazione dell’Opera calabriana parteciperà ai lavori della COP proponendo la missione di Marituba come esempio di ecologia integrale, in cui la collaborazione tra istituzioni, organismi internazionali e società civile ha permesso di promuovere lo sviluppo sostenibile per la comunità locale, superando l’emarginazione cui erano originariamente sottoposti i malati di hanseniasi (o lebbra, com’era chiamata al tempo) che vivevano qui.

Per questo la congregazione porterà alla Cop un docu-film intitolato “Senza lasciare nessuno indietro. Una storia di sviluppo per il bene comune” realizzato dall’agenzia veronese “Luci nel mondo” e che è stato proiettato anche durante la visita del cardinale e del ministro. Inoltre il 20 novembre la delegazione calabriana interverrà ad un evento nel padiglione Italia della Cop sul rapporto tra salute, clima e sostenibilità.

 


Open day per la prevenzione delle arteriopatie ostruttive croniche delle gambe

Lunedì 17 novembre al Centro Diagnostico Terapeutico (via San Marco 121 a Verona), Il dottor Paolo Tamellini, responsabile della Chirurgia Flebologia dell’IRCCS di Negrar e membro del direttivo nazionale della SIF-Società Italiana di Flebologia, sarà a disposizione della cittadinanza dalle 8 alle 13 per visite specialistiche ad accesso libero. L’inziativa rientra nella campagna di prevenzione delle  AOCP, le arteriopatie ostruttive croniche degli arti inferiori promossa per il mese di novembre dalla Consulta delle Società Scientifiche e delle Associazioni pazienti per le malattie vascolari. Posti limitati. E’ obbligatoria la prenotazione telefonando al numero 045.6013257 dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18.

In occasione del mese di novembre dedicato alla prevenzione vascolare, la Consulta delle Società Scientifiche e delle Associazioni pazienti per le malattie vascolari promuove una campagna di prevenzione delle AOCP, le arteriopatie ostruttive croniche degli arti inferiori, patologie caratterizzate da un restringimento progressivo, fino all’ostruzione, delle arterie delle gambe, di solito per aterosclerosi. Malattie che, se trascurate, possono portare a conseguenze invalidanti.

Palo Tamellini, chirurgo vascolare IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar
Dottor Paolo Tamellini

Anche l’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria aderisce a questa campagna con un open day, rivolto a coloro che non hanno mai avuto una diagnosi di AOCP, ma presentano sintomi che potrebbero essere ricondotti a queste patologie. “La diagnosi precoce è fondamentale: correggendo i fattori di rischio o le patologie associate, si può rallentare il decorso della malattia”, afferma il dottor Paolo Tamellini, responsabile della Chirurgia Flebologia dell’IRCCS di Negrar e membro del direttivo nazionale della SIF-Società Italiana di Flebologia.

L’iniziativa si terrà lunedì 17 novembre al Centro Diagnostico Terapeutico di via San Marco 121 a Verona. Il dottor Tamellini sarà a disposizione della cittadinanza dalle 8 alle 13 per visite specialistiche a libero accesso. Nel caso in cui il medico lo ritenesse necessario sarà effettuato anche l’esame diagnostico EcoColorDoppler. I posti sono limitati. E’ obbligatoria la prenotazione telefonando al numero 045.6013257 dalle ore 8 alle ore 18.

Dottor Tamellini, cosa accade quando si verifica un ridotto apporto di sangue ai tessuti (ischemia) degli arti inferiori, come avviene nelle AOCP?Dipende dell’entità del restringimento e dalle sedi colpite: si va da quadri asintomatici (stadio I), a dolore durante lo sforzo (stadio II), a dolore a riposo (stadio III), sino alle lesioni trofiche, ossia necrosi dei tessuti con ulcera e gangrena (stadio IV). La malattia può esordire in modo acuto o, più spesso, in modo lento e progressivo arrivando a una condizione di ischemia cronica. Si tratta in ogni caso di una patologia evolutiva che tende a peggiorare
progressivamente, ma spesso con riacutizzazioni successive.

Sono malattie diffuse?
Sono malattie piuttosto diffuse, specie sopra i 60 anni: la prevalenza nella popolazione generale adulta è intorno al 3-10%, ma sale oltre il 20% negli over 70. Spesso sono sotto diagnosticate perché molti pazienti sono asintomatici nelle fasi iniziali.
Le arteriopatie ostruttiva degli arti inferiori vanno inquadrate nel grande capitolo delle patologie vascolari arteriose: trattandosi di una malattia generalizzata, sono di regola associate a patologie vascolari di altri distretti (cuore, reni, encefalo). Globalmente le patologie vascolari arteriose rappresentano la prima causa di morte nei Paesi occidentali.

Colpiscono più le donne o gli uomini?
Storicamente le AOCP sono più frequenti negli uomini, in quanto le donne sembrano meno soggette ad ammalarsi durante l’età fertile, verosimilmente per ragioni ormonali. Tuttavia con l’aumentare dell’età e la presenza di fattori di rischio, come diabete e fumo, anche le donne sono sempre più spesso coinvolte. Non è infrequente inoltre che nel sesso femminile, quando si manifesta la malattia, il decorso sia più sfavorevole.

Quali sono i fattori di rischio?
Il fattore di rischio più importante è il fumo di sigaretta. Incidono nello sviluppo di questa patologia anche diabete mellito, l’ipertensione arteriosa, le dislipidemie (alterazione dei livelli di grasso nel sangue), l’età avanzata e la familiarità per malattie cardiovascolari.

Quali sono i sintomi che devono preoccupare?
La cosiddetta claudicatio intermittens, cioè un dolore crampiforme ai muscoli delle gambe dopo una camminata, che regredisce con il riposo. Nelle forme più avanzate il dolore può manifestarsi anche senza movimento. Inoltre attenzione alla cute pallida o cianotica, alla riduzione dei peli, a ulcere o ferite che non guariscono. Infine nei quadri di malattia avanzata si verifica la diminuzione o l’assenza dei polsi periferici (le pulsazioni delle arterie che si avvertono in determinati punti del corpo ndr).

Come vengono diagnosticate?
Molto spesso per diagnosticare le AOCP sono sufficienti l’anamnesi e l’esame obiettivo, cioè la palpazione dei polsi periferici, la valutazione cutanea e del trofismo muscolare. Quando è necessario si procede con l’EcoColorDoppler arterioso, un esame semplice e non invasivo. Per la valutazione prima dell’intervento viene eseguita un’Angio-TC o Angio-RM. E in casi selezionati un’arteriografia.

Quali sono le terapie?
Per gli stadi iniziali si può procedere con il controllo dei fattori di rischio tramite la prescrizione di antiaggreganti, statine e esercizio fisico strutturato. Nei casi più gravi o refrattari alle terapie conservative si procede chirurgicamente (attraverso accesso mini-invasivo endovascolare) con l’angioplastica (con o senza stent), con l’endoarteriectomia e il bypass arterioso.


L'Ottobre in Rosa si conclude all'IRCCS di Negrar con i "Ciclamini dell'ANDOS"

Il mese di ottobre, dedicato tradizionalmente alla prevenzione e alla diagnosi precoce del tumore del seno, si concluderà all’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria con la vendita da parte dell’ANDOS -Associazione nazionale donne operate al seno (Comitato di Verona) dei ciclamini,  la cui offerta libera andrà a sostegno dell’attività dell’Associazione. Venerdì 31 ottobre le volontarie saranno presenti in mattinata all’ingresso dell’ospedale: è un’occasione anche per informarsi sui progetti di questa organizzazione di volontariato che storicamente lavora a supporto delle pazienti oncologiche.

La collaborazione tra l’IRCCS di Negrar e l’ANDOS ha preso avvio proprio in occasione dell’Ottobre in Rosa: periodicamente una volontaria sarà presente nel reparto di Oncologia Medica (quinto piano dell’Ospedale Don Calabria) a disposizione di tutti pazienti. L’ANDOS, inoltre, ha promosso insieme al Sacro Cuore Don Calabria e il Comune di Negrar una serata di sensibilizzazione sulla prevenzione del tumore del seno e di spettacolo con ErsiliaDanza a Villa Rizzardi, che per l’occasione si è accesa di rosa come l’ingresso dell’ospedale.  Dopo lo spettacolo, la Direzione dell’IRCCS, l’équipe della Breast Unit, le volotarie ANDOS, i rappresentanti del Comune di Negrar e i responsabili di Villa Rizzardi si sono recati davanti al “Sacro Cuore Don Calabria” per la foto di rito.


Incontro dei medici "neoassunti" della Cittadella della Carità

Sono 21 i medici “neoassunti” della Cittadella della Carità che hanno partecipato a un incontro formativo dedicato loro lo scorso sabato 18 ottobre a San Zeno in Monte, nella splendida cornice della Casa Madre dell’Istituto Don Calabria.

In un clima cordiale e informale, i partecipanti durante la mattinata hanno potuto conoscere meglio la figura di san Giovanni Calabria e le radici dell’ospedale dove ora svolgono la loro professione. Dopo le presentazioni e il saluto del presidente della Cittadella, fratel Gedovar Nazzari, è stato don Giacomo Cordioli, rettore del Santuario dedicato a don Calabria, a fare gli onori di casa raccontando la storia della Casa Madre e incuriosendo i presenti con tanti aneddoti sulla vita del fondatore.

A seguire don Miguel Tofful, vicepresidente dell’ospedale, ha parlato dell’impegno di don Calabria a favore degli ammalati e del grande rispetto che egli aveva per la figura del medico, al punto da dire che “Cristo ha nel medico la mano potente che protrae la vita, il dito divino che ridona la salute” (Messaggio di don Calabria ai medici, 1949). Il direttore sanitario, dottor Fabrizio Nicolis, ha ripercorso l’evoluzione dell’ospedale dalla nascita del ricovero nel 1922 fino ai più recenti sviluppi, offrendo un quadro molto preciso di come si presenta oggi la Cittadella della Carità.

Infine il dottor Claudio Bianconi, responsabile dei progetti sanitari internazionali dell’Opera Don Calabria, ha presentato la rete degli ospedali calabriani nel mondo, che oltre a Negrar comprendono Marituba, Luanda e Manila.

La giornata si è conclusa con la foto di rito dalla magnifica terrazza di San Zeno in Monte e con il pranzo. Un secondo gruppo di medici assunti di recente alla Cittadella della Carità farà l’incontro con le stesse modalità il prossimo 15 novembre.


L'importanza della nutrizione per la prevenzione e la cura delle malattie croniche dell'intestino

La nutrizione come prevenzione e terapia affiancata ai trattamenti convenzionali. E’ il tema dell’ottava edizione del congresso annuale del Centro malattie infiammatorie croniche dell’intestino -IBD Unit, che si tiene venerdì 17 ottobre a Verona  Ormai molti studi documentano il ruolo dell’alimentazione sia come con-causa dell’esordio della malattia e efficace fattore del controllo dei sintomi nella fase acuta della patologia.

Nella foto di copertina l’équipe dell’IBD Unit dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria. Da sinistra dr. Giuliano Barugola, dr. Andrea Geccherle, dr. Alberto Zorzi. dr.ssa Alessia Todeschini, dr.ssa Angela Variola e dr.ssa Anna Burelli 

E’ la nutrizione il tema scelto per il tradizionale convegno autunnale del Centro IBD dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria. Un appuntamento arrivato all’ottava edizione e ogni anno dedicato a un argomento di rilievo inerente alle malattie infiammatorie croniche dell’intestino (malattia di Crohn e colite ulcerosa).  

Dr. Angela Variola

Venerdì 17 ottobre al Crowne Plaza Hotel a Verona (clicca qui per il programma) medici di differenti specialità si confronteranno sull’importanza della nutrizione dal punto di vista preventivo e terapeutico. “Affronteremo questo tema attraverso un’ottica multidisciplinare, perché la gestione del paziente con IBD richiede, dalla diagnosi alla cura, l’intervento in team di più specialisti”, sottolinea la dottoressa Angela Variola responsabile dell’IBD Unit, Centro che segue circa 4mila pazienti con 300 nuovi casi all’anno. “Vogliamo anche ‘andare oltre ai farmaci’ per una valutazione olistica del paziente”.

Dottoressa Variola, il termine nutrizione in ambito sanitario non ha un solo significato…

Il linguaggio comune associa il termine nutrizione alla dieta e con dieta un regime ipocalorico che ha come obiettivo la perdita di peso. Ma nutrizione significa innanzitutto un regime alimentare sano: sono innumerevoli gli studi che dimostrano che quella mediterranea è l’unica dieta in grado di prevenire moltissime patologie, tra cui le IBD.  Al contrario, la malnutrizione è un introito di nutrienti non adeguato e questo non vale solo per il difetto (denutrizione) ma anche per l’eccesso (obesità).

Perché l’alimentazione viene considerata una con-causa delle malattie infiammatorie croniche dell’intestino?

L’eziologia di queste patologie non è stata ancora scoperta e comunque rimane ad oggi multifattoriale.  L’ipotesi più accreditata è quella di una reazione abnorme del sistema immunitario dell’intestino (sono infatti malattie autoimmuni) nei confronti di agenti esterni. Questo squilibrio immunologico può accadere solo quando si verifica un’alterata interazione tra i fattori genetici dell’individuo e il cosiddetto esposoma (l’insieme di tutti i fattori ambientali, chimici, sociali e biologici a cui un individuo è esposto nel corso della vita, fin dal concepimento, ndr) che ha un ruolo fondamentale nella composizione del nostro microbiota. Da qui l’importanza di ciò che mangiamo. Naturalmente uno stile di vita sano non comprende solo l’alimentazione…”

Attività fisica costante, poco alcol e niente fumo

Il fumo è un fattore di rischio ben documentato per quanto riguarda la malattia di Crohn, perché corresponsabile dell’infiammazione intestinale e fattore limitante l’efficacia delle terapia. E per fumo intendo anche il fumo da sigaretta elettronica. Ci sono molti studi riguardo a un possibile impiego di questi dispositivi nel percorso di disassuefazione dal fumo di sigaretta, che hanno rilevato che anche la sigaretta elettronica “alimenta” l’infiammazione e con questa i sintomi.

Nutrizione come prevenzione e nutrizione come terapia

La nutrizione è uno strumento preventivo, ma anche terapeutico per il controllo dei sintomi, in affiancamento ai trattamenti convenzionali. Ai nostri pazienti consigliamo una dieta sana in generale, con particolari indicazioni in specifiche fasi di malattia. Per esempio nella fase acuta – quando i sintomi come dolore addominale e diarrea peggiorano – consigliamo una dieta povera di scorie per non stimolare la peristalsi intestinale o per poter affrontare la presenza di stenosi intestinali in alcuni casi di complicanze di malattia. Sono in corso diversi studi, alcuni dei quali al centro anche del nostro congresso, che valutano l’efficacia di alcuni specifici regimi dietetici anche dal punto di vista antinfiammatorio.

Durante il convegno si parlerà anche di chirurgia

Affronteremo, per esempio, il ruolo della nutrizione nella prevenzione e nel trattamento della pouchite, la complicanza che si verifica in una piccola percentuale di pazienti con colite ulcerosa sottoposti a rimozione del colon e del retto. Ma parleremo anche del protocollo ERAS, che nel percorso di ottimizzazione del paziente prima dell’intervento chirurgico valorizza in modo particolare l’aspetto nutrizionale, alla luce delle forti evidenze sulla correlazione tra un ottimale stato nutrizionale e la riduzione delle complicanze post-operatorie. Il protocollo ERAS è applicato dal 2018 dalla nostra chirurgia colorettale, tanto da aver ottenuto nel 2024 da ERAS Society la Certificazione di Centro formatore, l’unico in Italia.

 

 


Per la Festa di Don Calabria premiati oltre 90 collaboratori “storici”

In occasione della tradizionale ricorrenza è stato dato un riconoscimento al personale con 35, e oltre, anni di lavoro. Quattro i riconoscimenti “speciali” ad altrettante persone che hanno lasciato un’impronta tangibile nello sviluppo della Cittadella della Carità. L’AD Cracco: “I collaboratori, come diceva don Calabria, sono la prima Provvidenza, e la vera eccellenza di questo ospedale”.

E’ stata una festa di San Giovanni Calabria dedicata esclusivamente ai collaboratori, quella che si è celebrata come da tradizione mercoledì 8 ottobre all’IRCCS di Negrar, nel giorno in cui ricorre la nascita del sacerdote veronese.

Fratel Gedovar Nazzari

“Non dipendenti, ma collaboratori – ha sottolineato il presidente della Cittadella della Carità, fratel Gedovar Nazzari -. Così don Calabria ha voluto che  venissero chiamati tutti coloro che lavorano nelle varie case calabriane, in quanto ciascuno, con le sue specificità, collabora alla realizzazione dell’Opera, espressione dell’amore di Dio verso gli ultimi”.

Nelle strutture che compongono la Cittadella della Carità – IRCCS Sacro Cuore Don Calabria, case di riposo, Rsa, hospice, ospedale di Comunità – lavorano 2.300 collaboratori, di cui circa 300 medici e 700 infermieri. Il 65% è rappresentato da personale femminile.

Don Massimiliano Parrella

La Festa patronale è stata l’occasione per ringraziare in particolare i collaboratori con 35, o oltre, anni di servizio, nel corso di una cerimonia dove non sono mancati momenti di commozione. Dopo la Messa, celebrata nei giardini della struttura e presieduta dal Casante dell’Opera, don Massimiliano Parella (clicca qui per leggere l’omelia) una novantina tra medici, infermieri, amministrativi, tecnici e operatori socio-sanitari, sono stati chiamati uno ad uno per ricevere dalla Direzione e dal Casante un segno di riconoscenza per la professionalità e la dedizione esercitate nel loro lavoro.

Un particolare riconoscimento è stato conferito a quattro “persone speciali che hanno lasciato un’impronta tangibile nello sviluppo della Cittadella della Carità”. Sono fratel Carlo Desiderati, religioso dell’Opera Don Calabria e infermiere, entrato all’Ospedale di Negrar nel 1962, caposala in vari reparti; il confratello Mario Bonora, presidente della Cittadella della Carità per 24 anni, dal 1990 al 2014; Mario Piccinini, assunto al Sacro Cuore Don Calabria nel 1975 come impiegato di concetto, e diventato nel corso di 50 anni direttore del personale, direttore amministrativo  e amministratore delegato fino al 2024 quando gli è stato conferito l’incarico di direttore generale per la ricerca e i rapporti con l’Università. Infine Gastone Orio, scomparso il 7 aprile di quest’anno, anche lui presenza costante in ospedale per 50 anni, durante i quali è stato primario di Anestesia e Direttore sanitario.

Da sinistra: Stefano Orio con la mamma, la signora Maria Luisa, Fabrizio Nicolis, fratel Gedovar Nazzari, Claudio Cracco, Mario Piccinini, don Massimiliano Parrella, don Miguel Tofful, Alessandra Orio. Seduti fratel Carlo Desiderati e fratel Mario Bonora

 

Claudio Cracco

La speciale relazione tra personale e paziente è l’aspetto più rilevante che viene sottolineato dalle persone ricoverate nei questionari di gradimento – ha sottolineato l’amministratore delegato Claudio CraccoQuesto è un tratto distintivo che ci caratterizza e deve continuare a caratterizzarci”. In un contesto nazionale che presenta varie criticità, ha proseguito, “il Sacro Cuore Don Calabria vuole rimanere all’altezza dei tempi attraverso una strategia di crescita. Questo comprende investimenti tecnologici e strutturali, ma anche in professionalità, competenza e formazione. I collaboratori, come diceva don Calabria sono la prima Provvidenza e la vera eccellenza di questo ospedale“.