Giornata internazionale delle ostetriche: al Sacro Cuore Don Calabria porte aperte alle future mamme
Le ostetriche del Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia dell’IRCCS di Negrar, diretto dal dottor Marcello Ceccaroni, accoglieranno le future mamme (ma anche i papà e i fratellini) proponendo momenti di informazione sul Punto nascita dell’Ospedale di Negrar, oltre a varie iniziative creative. L’appuntamento è presso il Centro Formazione della struttura ospedaliera dalle ore 10 alle ore 15. L’ingresso è libero (per informazioni: ostetriche@sacrocuore.it). clicca qui per il programma
Accompagnano la donna nel corso della gravidanza, durante il parto e nelle prime settimane di vita del bambino. Se non sono le migliori amiche delle future mamme, sono sicuramente un punto di riferimento sanitario prezioso per chi sta vivendo un’esperienza meravigliosa, come l’attesa di un bimbo, ma non priva di ansie e di timori. Stiamo parlando delle ostetriche a cui il 5 maggio è dedicata dal 1991 la Giornata internazionale: figure sanitaria con un ruolo importante per la salute della donna in tutte le fasi della vita.
In occasione di questa ricorrenza, le ostetriche del Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia dell’IRCCS di Negrar, diretto dal dottor Marcello Ceccaroni, accoglieranno le future mamme (ma anche i papà e i fratellini) proponendo momenti di informazione sul Punto nascita dell’Ospedale di Negrar, oltre a varie iniziative creative. L’appuntamento è presso il Centro Formazione della struttura ospedaliera dalle ore 10 alle ore 15. L’ingresso è libero (per informazioni: ostetriche@sacrocuore.it). clicca qui per il programma
Durante la giornata le ostetriche saranno a disposizione per ogni dubbio o domanda riguardo la gravidanza e il parto. Sono in programma laboratori dove saranno mostrate le tecniche dolci per vivere serenamente il travaglio e condivise le modalità migliori per prendersi cura del neonato. Spazio anche alla creatività con il laboratorio di “Belly-painting”, la tecnica di pittura temporanea del corpo, in particolare del “pancione”, e di creazione del fiocco nascita.
Il Punto nascita dell’Ospedale di Negrar segue la donna in gravidanza fin dalle prime settimane con la possibilità di accedere ad ambulatori dedicati e di partecipare a incontri sull’organizzazione della struttura, sull’importanza dell’allattamento materno, con il pediatra e con l’anestesista sulla partoanalgesia, servizio disponibile h24 e in tutti i giorni dell’anno. Dopo il parto, è possibile accedere all’ambulatorio puerperio e allattamento.
Quando ad ammalarsi sono le ghiandole paratiroidi: diagnosi e cura dell'iperparatiroidismo
Dietro la tiroide ci sono quattro piccolissime ghiandole denominate paratiroidi, la cui funzione è di produrre il paratormone (PTH) che regola il livello di calcio nel sangue e nei tessuti. Talvolta succede che una o più di queste ghiandole si ammalino, causando un aumento del PTH e di conseguenza un aumento del livello di calcio nel sangue (ipercalcemia). In questi casi si parla di iperparatiroidismo primario. Viene invece definito secondario quando l’aumento di produzione dell’ormone deriva da una carenza di vitamina D.
In ogni caso la patologia che ne deriva può provocare disturbi di una certa entità, ad esempio causando una maggior predisposizione all’osteoporosi o aumentando il rischio di calcoli renali. Più tanti altri sintomi meno specifici, quali mal di pancia, stanchezza diffusa o disturbi dell’umore.
Quali sono dunque le cause di questa condizione? Come si procede alla diagnosi e quali terapie possibili sono a disposizione? A queste e altre domande ha risposto la dottoressa Maria Pina Iagulli, responsabile dell’Endocrinologia, durante la trasmissione di Telearena “Dica 33”.
Gli auguri del Casante: "Non accontentiamoci di una fede tiepida! La Pasqua ci invita a vivere da risorti"
In questo video don Massimiliano Parrella, Casante dell’Opera Don Calabria, rivolge il suo messaggio con gli auguri di buona Pasqua a tutte le Case e Comunità calabriane nel mondo, tra cui anche la Cittadella della Carità di Negrar. Ecco un passaggio particolarmente significativo del suo intervento:
“Non accontentiamoci di una fede tiepida! La Pasqua ci provoca a una scelta radicale: vivere da risorti o rimanere nei nostri sepolcri di paura e mediocrità. Don Calabria ci insegna che la Provvidenza non è un concetto astratto, ma una Presenza viva che trasforma l’impossibile in possibile”.
Come ufficio stampa, che cura la redazione del sito, ci uniamo al messaggio del Casante e auguriamo a tutti gli operatori, ai pazienti e alle loro famiglie una buona Pasqua all’insegna del coraggio e di una rinnovata speranza.
Giornata mondiale della malattia di Chagas: tutti possiamo contribuire a combatterla
Dal 2020 il 14 aprile si celebra la Giornata mondiale della malattia di Chagas, una delle patologia parassitarie che più gravemente colpiscono l’umanità. Endemica in tutta l’America Latina, dal sud degli Stati Uniti fino alla Terra del Fuoco, si stima che colpisca dai 6 agli 8 milioni di persone, con circa 10-12.000 nuovi casi ogni anno. Quest’anno il motto che accompagna la campagna dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è “Prevenire, Controllare, Curare: il ruolo di tutti nella lotta contro la malattia di Chagas”. Ma perché dovremmo avere tutti un ruolo nella lotta contro questa patologia, se è endemica solo in America Latina?
Dal 2020 il 14 aprile si celebra la Giornata mondiale della malattia di Chagas, una delle patologia parassitarie che più gravemente colpiscono l’umanità. Endemica in tutta l’America Latina, dal sud degli Stati Uniti fino alla Terra del Fuoco, si stima che colpisca dai 6 agli 8 milioni di persone, con circa 10-12.000 nuovi casi ogni anno.
Scoperta nel 1909 dal dottor Carlos Chagas, che le ha dato il nome, in circa un terzo delle persone colpite, la malattia si cronicizza interessando il cuore o l’intestino, determinando l’ingrossamento di questi organi o lo sviluppo di alterazioni del ritmo cardiaco. Non è raro che, in particolare nella malattia cardiaca, il paziente possa morire o avere gravi conseguenze per il Chagas.
Prevenire, Controllare, Curare: il ruolo di tutti nella lotta contro la malattia di Chagas
Quest’anno il motto che accompagna la campagna dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è “Prevenire, Controllare, Curare: il ruolo di tutti nella lotta contro la malattia di Chagas”. Ma perché dovremmo avere tutti un ruolo nella lotta contro questa patologia, se è endemica solo in America Latina?
Malattia asintomatica: per questo è fondametale sottoporsi a screening se si proviene da zone endemiche
La malattia di Chagas è spesso asintomatica, ovvero la persona colpita non sa di averla. L’inf ezione viene trasmessa in area endemica (quindi non in Europa) attraverso un insetto vettore. Tuttavia nelle zone non interessate (quindi anche nel nostro Paese) è possibile la trasmissione dalla mamma (malata) al bambino attraverso la gravidanza e il parto oppure tramite la donazione di sangue, organi o tessuti. Per questa ragione in Italia, come in molti Paesi europei, i donatori che provengono dalle zone endemiche vengono sottoposti a rigoroso screening per escludere la possibilità che il loro sangue, tessuti o organi (donati) siano veicoli di trasmissione dell’infezione.
Test gratuito per le donne in età fertile o in gravidanza
Da anni alcuni centri in Italia, tra cui l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, sono impegnati contro questa malattia effettuando campagne di screening presso le comunità Latino-Americane e offrendo alle donne in età fertile o alle donne in gravidanza che abbiano vissuto o siano nate in America Latina il test gratuito per la diagnosi. In questo modo la malattia esce dall’invisibilità e si interrompe la catena del contagio.
Infatti esiste una terapia che non solo risolve l’infezione nel neonato o nel bambino, ma somministrandola alla madre interrompe la possibilità di trasmissione.
Rischio di infezione con le trasfuzioni, impianto di tessuti o organi? Nullo
Se in Italia il rischio di acquisire la malattia attraverso trasfusioni di sangue o trapianto di organo è nullo già da tempo grazie alle normative poste in essere, rimaneva da costruire un percorso di prevenzione per la gravidanza sicura. Ebbene dalla fine del 2023, le nuove Linee guida per la gravidanza fisiologica pubblicate dal Sistema Nazionale Linee Guida raccomandano ufficialmente lo screening per la malattia di Chagas nelle donne in gravidanza provenienti da Paesi a rischio.
Il ruolo di ciascuno di noi
Cosa possiamo fare dunque noi tutti per contribuire alla campagna lanciata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità? Grazie alle informazioni acquisite, possiamo indirizzare al medico le donne, in età fertile o in gravidanza, provenienti dall’America Latina affinché abbiano accesso allo screening. Molti sono peraltro gli italiani che hanno un legame di famiglia con i Paesi dell’America Latina, vista la storia di migrazione che il nostro Paese ha avuto con l’Argentina, Brasile, Venezuela, Cile.
Fare turismo in America Latina è un rischio? Dipende
Ma il viaggio, ovvero il soggiorno per turismo nei Paesi endemici, costituisce un fattore di rischio per questa malattia? In realtà in linea generale no, anche se, in caso di viaggi particolarmente a rischio ovvero prolungati ed in aree remote e con storia di contatto con ambienti selvatici o rurali, potrebbe essere utile consultare il medico per valutare l’opportunità di un esame di screening.
Dottor Andrea Angheben
responsabile clinico del Dipartimento di Mattie Infettive e Tropicali – IRCCS di Negrar
Arrivederci dottor Orio, protagonista della storia della Cittadella della Carità
Lunedì 7 aprile è scomparso all’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria il dottor Gastone Orio, per 50 anni collaboratore dell’Ospedale, di cui 32 come Direttore Sanitario e primario di Anestesia e Rianimazione. Mezzo secolo di vita dedicato alla Cittadella della Carità, di cui è stato uno degli artefici del suo sviluppo. I funerali si tengono oggi 9 aprile alle 14.30 nella chiesa parrocchiale di Negrar.
Lunedì 7 aprile è scomparso all’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria il dottor Gastone Orio, per 50 anni collaboratore dell’Ospedale, di cui 32 come Direttore Sanitario e primario di Anestesia e Rianimazione. Lascia la moglie Maria Luisa e i figli Alessandra e Stefano, direttore del Centro Odontostomatologico dell’Ospedale di Negrar.
“Abbiamo lavorato intensamente, mai per ambizione, ma sempre per passione e per senso del dovere”. Sono le parole pronunciate dal dottor Gastone Orio nel corso della cerimonia del 14 dicembre del 2022 per l’intitolazione a suo nome del blocco operatorio dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria. Primario di Anestesia e Direttore Sanitario dal 1970 al 2002, quelle sale erano sue creature, le aveva volute e progettate.
Tre anni fa la voce del dottor Orio tradiva l’emozione, ma non la memoria nel ricordare che quando era arrivato all’ospedale di Negrar, nel 1959, “esisteva una sola sala operatoria e si effettuavano 250 interventi all’anno. Oggi le sale sono 16 e gli interventi oltre 22mila. Cito alcuni numeri per sottolineare quanto la scelta di realizzare un blocco chirurgico nel 2001 sia stata lungimirante. Inutile nascondere che nel mettere le basi di questo grande ospedale ci siano state delle difficoltà che abbiamo tuttavia superato guardando avanti e avendo fiducia nei nostri operatori”.
Il dottor Orio l’ospedale di oggi lo ha visto nascere. Nativo di Caprino Veronese, ha varcato la soglia del “Sacro Cuore”, nel 1959, fresco di laurea e ancora prima di effettuare l’esame di Stato per l’esercizio della professione medica. A quel tempo il “Sacro Cuore Don Calabria” contava solo tre medici: il chirurgo e direttore sanitario Bortolo Zanuso, l’internista Augusto Cavalleri, il geriatra Luigi Vantini. Conseguita la specializzazione in Anestesia, rimane l’unico anestesista per 10 anni e fonda di fatto l’attuale Dipartimento di Anestesia, Terapia Intensiva e Terapia Antalgica che conduce fino al 1998, quando subentra il dottor Luigi Giacopuzzi. Nel 1970 viene nominato direttore sanitario, ruolo che copre fino al 2002 quando passa il testimone al dottor Fabrizio Nicolis (leggi il testo del suo discorso in occasione del suo pensionamento). Il dottor Orio rimane a Negrar fino al 2009 come consulente e responsabile delle sale operatorie. Mezzo secolo dedicato all’Ospedale e ai suoi pazienti.
“Autorevolezza, saggezza e concretezza. Sono i tre pregi che incarnava il dottor Orio con il quale ho avuto il privilegio di lavorare”, afferma l’Amministratore Delegato dell’IRCCS di Negrar, Claudio Cracco. “Era un profondo conoscitore della Sanità, in particolare nell’ambito chirurgico. A lui va tutta la nostra riconoscenza per i 50 anni a servizio del “Sacro Cuore Don Calabria” durante i quali ha contribuito significativamente allo sviluppo dell’Ospedale e di tutta la Cittadella della Carità”.
“Con la sua scomparsa abbiamo perso uno dei principali artefici della storia della Cittadella della Carità, un maestro, una guida sempre ricca di suggerimenti, sempre proiettato al futuro, fino all’ultimo giorno! Abbiamo perso molto, ma abbiamo imparato molto!”, sottolinea il successore del dottor Orio alla direzione sanitaria, dottor Fabrizio Nicolis. “Da primario anestesista ha sempre dato sicurezza ai chirurghi in sala operatoria. Da Direttore Sanitario ha sempre saputo guardare oltre, al futuro migliore per la crescita dell’ospedale e per la miglior cura dei pazienti.
“E’ stato una guida”, ricorda commosso Mario Piccinini, Direttore Generale per la Ricerca con delega ai rapporti con l’Università e già amministratore delegato. “Quando ho avuto l’incarico di direttore amministrativo, nel 1991, il dottor Orio è entrato nel mio ufficio e, pur avendo una ventina di anni più di me, mi ha detto: “Sono a sua disposizione per qualsiasi cosa…”. E così ha fatto con i suoi preziosi consigli che mi hanno supportato nell’amministrare la Cittadella della Carità e il suo sviluppo. Era un uomo di grande visione e di intelligenza cristallina. E come tutti gli uomini intelligenti si comportava con modestia”.
“Ho conosciuto Gastone negli anni Settanta”, è il ricordo di fratel Mario Bonora, Presidente della Cittadella della Carità per 26 anni, molti dei quali trascorsi collaborando con il dottor Orio. “In quell’epoca ebbe un ruolo molto importante, quando il Sacro Cuore passò da casa di cura privata a ospedale classificato ed equiparato al pubblico. In Congregazione c’era chi era contrario, perché si temeva che con questa riforma si sarebbe perso il controllo nella scelta del personale ospedaliero. Invece il dottor Orio, insieme ad altri, si impegnò molto per illustrare i vantaggi che l’equiparazione avrebbe portato per l’ospedale (in particolare per i collaboratori) ed anche per la Congregazione. Da Direttore Sanitario, ruolo che ha ricoperto per 32 anni, – prosegue – ha sempre mostrato una grande capacità e intuito nel valutare le persone. Penso che nei 50 anni che ha trascorso a Negrar, il dottor Orio possa essere considerato tra i promotori della Cittadella della Carità come la voleva san Giovanni Calabria. Infatti fu con il suo contributo che vennero realizzate anche le strutture socio-sanitarie come Casa Perez e Casa Nogarè”. (Per il ricordo integrale di fratel Bonora, clicca qui)
“Con il dottor Orio ho un doppio debito di riconoscenza”, dice il dottor Luigi Giacopuzzi, direttore per 20 anni del Dipartimento di Anestesia e Rianimazione, fino al 2018. “Innanzitutto perché ha avuto fiducia in me, indicandomi come suo successore. Inoltre, oltre ad avermi assunto nel 1977, grazie a lui ho imparato ad essere un anestesista, avendo conseguito la specializzazione lavorando in reparto. Quando ti confrontavi con lui avevi sempre l’impressione che vedesse oltre, che parlasse al presente guardano al futuro”.
“Ho perso un padre”, afferma il dottor Claudio Zorzi, direttore di Ortopedia e Traumatologia, “Ho avuto il dottor Orio sempre accanto con la sua infinita saggezza nei passaggi più importanti della mia vita. E’ stato lui l’artefice della mia carriera professionale, scoprendomi in sala operatoria. Era infatti il 1995. Operavo presso la clinica Villa Lieta, dove il dottor Orio era consulente anestesista e spesso mi assisteva in sala. Dopo un intervento mi ha detto in veronese: ‘Sai che sei bravo! Ti piacerebbe lavorare a Negrar?”. Non mi sono fatto pregare e così è iniziata la mia avventura al Sacro Cuore Don Calabria e lo sviluppo dell’Ortopedia. La saggezza era ciò che lo contraddistingueva e quando non ascoltativi un suo consiglio il più delle volte sbagliavi”.
Premio della Giunta Camerale di Verona all'IRCCS Sacro Cuore Don Calabria
Nell’ambito della 45esima Premiazione della fedeltà al lavoro, del progresso economico e del lavoro veronese nel mondo istituita dalla Camera di Commercio di Verona, la Giunta Camerale ha assegnato motu proprio un riconoscimento all’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria “per il suo costante e crescente impegno, a livelli di eccellenza, in ambito sanitario, a servizio dei Cittadini e della Comunità veronese”. “Voglio condividere questo premio con tutti 2.300 collaboratori del nostro ospedale che ogni giorno con professionalità, passione ed empatia operano al servizio del paziente”, ha detto l’amministratore delegato, Claudio Cracco, ritirando il premio.
Nell’ambito della 45esima Premiazione della fedeltà al lavoro, del progresso economico e del lavoro veronese nel mondo istituita dalla Camera di Commercio di Verona, la Giunta Camerale ha assegnato motu proprio un riconoscimento all’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria “per il suo costante e crescente impegno, a livelli di eccellenza, in ambito sanitario, a servizio dei Cittadini e della Comunità veronese”.
A ritirare il premio, nel corso della cerimonia che si è tenuta nel pomeriggio del 3 aprile e a cui ha partecipato la Direzione dell’Ospedale, l’amministratore delegato, dottor Claudio Cracco. “Siamo emozionati ed onorati di ricevere questo prestigioso riconoscimento. Il Sacro Cuore Don Calabria opera in un ambito geografico molto ampio: basti pensare che oltre il 30% dei pazienti proviene da fuori regione. Tuttavia, rimane fedele alla sua origine che è profondamente radicata nel territorio veronese”, ha detto l’AD ricevendo la riproduzione in marmo rosso Verona della sede della Camera di Commercio dalle mani di Giuseppe Riello e Paolo Tosi, rispettivamente presidente e componente della Giunta camerale.
“Voglio condividere questo premio con tutti 2.300 collaboratori del nostro ospedale – ha proseguito il dottor Cracco – che ogni giorno con professionalità, passione ed empatia operano al servizio del paziente. La nostra guida è l’eredità lasciataci dal Fondatore San Giovanni Calabria che si declina nei confronti del malato in accoglienza e competenza”.
Nel corso delle cerimonia, è stato insignito dello storico riconoscimento, Domus Mercatorum della Camera di Commercio, imprenditore dell’anno, Roberto Rossetto, alla guida dell’omonimo gruppo alimentare. Tra i premiati motu proprio anche l’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona, istituzione culturale fondata 1768. Mentre il “premio speciale per la cultura” è stato assegnato al rettore dell’Università di Verona, Pier Francesco Nocini.
Nella foto: da sinistra, Paolo Tosi, Claudio Cracco e Giuseppe Riello
Individua ed irradia il tumore in sei secondi: è Hypersight, un nuovo sistema di Radioterapia
Il Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata dell’IRCCS di Negrar adotta per primo in Italia un software che integra e potenzia l’acceleratore lineare Ehos dotato di intelligenza artificiale. Grazie a questo nuovo sistema la macchina è in grado individuare con qualità eccezionale le immagini del tumore da trattare e irradiarlo con estrema precisione in appena sei secondi, salvaguardando i tessuti sani. La moderna tecnologia rende possibile curare molti tumori solidi, in fase iniziale o metastatica, come quello della prostata, del polmone, del pancreas e del fegato
Si chiama Hypersight il nuovo arrivato nel Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. Un “super occhio” che integra e potenzia Ethos, macchina di radioterapia guidata da intelligenza artificiale, già in uso dal 2022, e definita “adattiva”, cioè in grado di ricalcolare a ogni seduta un nuovo piano di cura, in tempo reale, in base alle variazioni della massa tumorale e a quelle anatomiche che possono verificarsi durante il trattamento. Grazie a Hypersight questa apparecchiatura è ora equipaggiata, per la prima volta in Italia, e tra i pochi centri al mondo, con un software capace di catturare con qualità eccezionale le immagini del tumore da trattare e irradiarlo in appena sei secondi, permettendo di ricalcolare il piano di cura con estrema precisione e velocità. Ciò consente di individuare perfettamente la sede tumorale e di trattarla senza danni ai tessuti sani e in tempi più brevi, contribuendo a ridurre durata e numero delle sedute e abbattere le liste d’attesa. Con l’arrivo di questo sistema integrato, l’IRCCS di Negrar si colloca ulteriormente all’avanguardia nella cura radioterapica delle patologie oncologiche, confermandosi tra i centri più avanzati nell’offerta di trattamenti adattativi di tutti i tumori solidi, in fase iniziale e metastatica.
“Il nuovo strumento è una guida al trattamento di precisione in tempo reale, un’importante implementazione tecnologica introdotta recentemente all’Ospedale di Negrar – spiega Filippo Alongi, direttore del Dipartimento di radioterapia oncologica avanzata dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria e professore ordinario all’Università di Brescia -. Ora – aggiunge – è come se si avesse a bordo un “super mirino” per indirizzare e colpire con estrema precisione la sede della malattia tumorale da trattare.. Il dispositivo consente infatti di ottimizzare l’efficacia del sistema permettendo di ricalibrare in tempo reale, cioè in sede di trattamento, il nuovo piano di cura, sulla base dei cambiamenti della posizione, della forma o delle dimensioni del tumore, che comunque avvengono di seduta in seduta. Ciò si rivela un prezioso supporto per il clinico anche nella definizione dei piani di cura personalizzati, soprattutto nei pazienti più fragili e nelle condizioni più complesse. Il nuovo strumento permette di trattare anche i pazienti che non sono in grado di restare a lungo sotto la macchina, come ad esempio gli anziani e gli obesi, oppure i portatori di pacemaker o protesi metalliche”.
“Questo sistema integrato, più rapido e di estrema precisione nella visualizzazione anatomica, consente di irradiare la massa tumorale in modo sartoriale, salvaguardando i tessuti sani circostanti, riducendo durata e numero di sedute, e abbattendo le liste di attesa e i costi indiretti dei pazienti e dei familiari, soprattutto per chi proviene da altre sedi o regioni lontane”, sottolinea Alongi.
“La moderna tecnologia rende possibile trattare molti tumori solidi, in fase iniziale o metastatica, come quello della prostata, del polmone, del pancreas e del fegato in media in 5 sedute, indolori e di pochi minuti. Soprattutto, la radioterapia adattativa e di ultra precisione può essere impiegata anche in caso di recidive tumorali, re-intervenendo in pazienti già sottoposti a precedente radioterapia, che oggi non avrebbero altre opzioni di trattamento”, conclude il radioterapista oncologo.
“Il nuovo investimento tecnologico arricchisce la dotazione per il trattamento radioterapico del “Sacro Cuore Don Calabria”, attualmente composta da quattro acceleratori lineari di ultima generazione: già nel 2019 era stata installata per la prima volta in Italia Unity Elekta, una macchina avanzatissima e unica, guidata da risonanza magnetica ad alto campo. Grazie alle sue innovative tecnologie, l’IRCCS di Negrar cura più di 1700 pazienti l’anno, di cui il 30% proviene da altre regioni, ed effettua circa 20mila sedute, confermandosi centro di riferimento regionale e tra i centri più rinomati in Europa per la radioterapia adattativa”, conclude Claudio Cracco, amministratore delegato dell’IRCCS di Negrar.
Vivere pienamente, nonostante la malattia. Seminario con Ray Owen
Sabato 29 marzo l’IRCCS di Negrar ospiterà un workshop con il dottor Ray Owen, , uno dei massimi esperti dell’Acceptance and Commitment Therapy (ACT), la Psicologia cognitivo-comportamentale di terza generazione. Tema: l’ACT nel contest della patologia fisica cronica.
Sarà il dottor Ray Owen, uno dei massimi esperti dell’Acceptance and Commitment Therapy (ACT), la Psicologia cognitivo-comportamentale di terza generazione, a guidare il workshop esperienziale che si terrà sabato 29 marzo all’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria (per informazioni e iscrizioni, riservate a psicologi e psicoterapeuti, clicca qui), organizzato dalla Psicologia Clinica dell’ospedale di Negrar, di cui è responsabile il dottor Giuseppe Deledda, presidente eletto di ACT Italia.
Psicologo clinico e della salute, con oltre 30 anni di esperienza nel contesto oncologico e sanitario in generale, il dottor Owen è autore di due libri di auto-aiuto che nel mondo anglosassone hanno riscosso un ampio successo: Facing the Storm (2023) e Living with the Enemy (2024), entrambi selezionati per il premio “BMA Popular Medicine Book of the year”.
“Il tema della giornata riguarda l’applicazione della terapia ACT nel contesto della patologia fisica cronica, che oggi, con lo sviluppo di cure sempre più efficaci, può comprendere anche la malattia oncologica”, spiega il dottor Deledda. “La patologia cronica è spesso un fattore di stress significativo con impatti emotivi e psicologici molto complessi – prosegue -. Può accadere che la persona venga assorbita completamente dalla malattia, limitando il suo orizzonte interiore e perdendo di vista i suoi valori, ciò che nella sua vita, prima della malattia, era importante. Questo perché la paura e l’angoscia prendono il sopravvento, diventano totalizzanti”.
La terapia ACT non ha come obiettivo l’eliminazione della patologia e della sofferenza che ne consegue, ma aiuta a sviluppare la capacità di accettazione delle esperienze difficili in linea con i propri valori, favorendo un cambiamento nei comportamenti e nel benessere psicologico, anche in presenza della malattia.
“Il punto di partenza è il riconoscimento delle proprie paure – sottolinea il dottor Deledda – Spesso si indossa una maschera per non far trasparire il proprio stato d’animo, ma questo non fa altro che alimentare l’angoscia e quindi la solitudine. Ci si nasconde da se stessi, anche perché la narrazione vuole che di fronte alla malattia dobbiamo essere tutti dei combattenti. Pensiamo al linguaggio ‘bellico’ preso in prestito quando si parla delle patologie tumorali: lotta contro il cancro, combattere il cancro, la guerra al cancro… I pazienti in questa logica diventano dei guerrieri e chi non ce la fa è ‘stato sconfitto’. Questo non aiuta ad accogliere le proprie angosce, a dare ad esse un nome”. Un passaggio fondamentale, quella di prendersi cura delle proprie paure, “per ritornare a fare di ciò che ha valore per noi, la bussola della nostra vita. Viceversa, in una sorta di circolo virtuoso, solo il recupero di questi valori ci aiuta ad ‘accarezzare’ le nostre angosce. Vivere pienamente, nonostante la malattia, è un obiettivo possibile”, conclude il dottor Deledda.
Esami del sangue in regime privato: spesso il costo equivale al ticket. Ecco come calcolarlo
L’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria – coerente con la programmazione della Regione Veneto che consente agli ospedali privati accreditati un certo numero di prestazioni di laboratorio – mette a disposizione quotidianamente per i pazienti esterni 50 posti per gli esami del sangue con il Servizio Sanitario Nazionale (cioè con il solo pagamento del ticket). A questi si aggiungono altri 40 posti, sempre in SSN, che il sistema di prenotazione riserva a anziani e persone in genere sottoposti a terapia anticoagulante (il famoso Cumadin o altri farmaci), bambini sotto i 7 anni e pazienti che devono eseguire esami particolari come curve da carico o emogasanalisi.
In tutto sono 90 posti che, viste le innumerevoli richieste, vengono esauriti in breve tempo.
Tuttavia, se non si è in possesso di esenzioni, in molti casi il costo degli esami in regime privato (a totale pagamento da parte dell’utente) è uguale al costo del ticket in regime SSN. Come posso saperlo? Basta munirsi di codice fiscale e di ricetta elettronica e seguire il video tutorial qui sotto.
Se la spesa da sostenere in regime privato è la stessa del ticket puoi procedere alla prenotazione sia all’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar sia al Centro Diagnostico Terapeutico di via San Marco a Verona.
Gli anziani di Casa Nogarè e i bimbi del nido Bim Bum Bam s'incontrano: ed è subito magia
Durante il primo incontro hanno disegnato insieme. Per i successivi c’è già un programma. Gli ospiti del piano terra della Casa di riposo Nogarè e del micronido Bim Bum Bam di San Vito di Negrar hanno iniziato una bella amicizia, stimolante per entrambi ma soprattutto per gli anziani, che con i piccoli hanno sempre e, reciprocamente, un rapporto speciale.
In un mondo ideale dovrebbe essere sempre così. La convivenza spontanea tra diverse generazioni, in cui conta solo la voglia di stare assieme e condividere momenti di gioia, senza le barriere date dall’età. Come è accaduto mercoledì 5 marzo al primo terra di Casa Nogarè, dove i 26 anziani ospiti hanno trascorso un’ora della loro giornata assieme ai bambini del Micronido Bim Bum Bam (autorizzato e accreditato dalla Regione Veneto) di San Vito di Negrar. Una struttura che ospita quindici piccoli, dai 12 ai 36 mesi. Mercoledì sono arrivati in sei: Bianca, Chanel, Evelyn, Emma, Amelia e Gabriele. Nei prossimi mesi lasceranno il posto ad altri compagni. Ad accompagnarli le educatrici e titolari dello stesso Micronido, Ilaria Bellorti e Nicole Ceradini. Due amiche da una vita, con un sogno in comune che si è realizzato nel maggio dell’anno scorso: quello di poter lavorare con i bambini.
“La nostra idea di nido è una struttura integrata con il territorio”, hanno detto Ilaria e Nicole. “Pertanto cercavamo una collaborazione con le realtà della zona. Una casa di riposo ci è sembrato il luogo ideale per iniziare un dialogo: gli anziani hanno una sensibilità particolare verso i bambini e anche i piccoli si trovano a loro agio con i nonni. Inoltre, il ciclo della vita ci insegna che quando invecchiamo torniamo un po’ tutti all’infanzia…”. Il progetto di Ilaria e Nicole è stato subito accolto da Martina Brigo e Laura Dall’Ora, rispettivamente dirigente dei servizi dell’Area Socio-sanitaria della Cittadella della Carità ed educatrice di Casa Nogarè che insieme alle responsabili del micronido hanno elaborato un programma mensile di attività. Dopo essersi cimentati il 5 marzo con il disegno, ad aprile i bambini e gli anziani si dedicheranno al “giardinaggio” con la collocazione nei vasi di piccole piantine; l’incontro di maggio sarà invece incentrato sulle filastrocche e a giugno su una piacevole merenda. “Credo che sia molto importante aprire la casa di riposo al territorio, perché è parte di esso e non una realtà a sé – afferma la dottoressa Brigo – Queste iniziative come altre sono per gli ospiti delle iniezioni di vita, attivano i ricordi, le loro capacità residue, si sentono utili e parte di una comunità che si interessa a loro. I bambini inoltre sembrano quasi captare il bisogno di affetto degli anziani…”.
“Mi sembra di fare un tuffo nel passato, nei ricordi di una vita”, commenta Maria con in mano dei palloncini, accanto una bimba che gioca con lei. “Io ho trascorso la mia esistenza in mezzo ai ragazzi, come insegnante: prima alle elementari, poi alle medie e alle superiori. Man mano che acquisivo i titoli con lo studio, “salivo di grado”. Ho terminato la mia carriera all’università, dove tenevo dei corsi come psicologa sulla tossicodipendenza, avendo trascorso una parte rilevante della mia attività lavorativa nelle strutture di recupero”. Per Rosina, invece, la gioia del momento si amalgama con i ricordi dolorosi. “E’ bellissimo stare con i bambini. Ma guardandoli mi sembra di vedere la mia bambina – racconta con le lacrime agli occhi – E’ uscita di casa una mattina, felice come sempre. Non è più tornata, vittima di un incidente”. Ha dei nipoti? “Si, ma ormai sono grandi! Pensi, mia nipote si sta per laureare!”. E i brutti pensieri se ne vanno, insieme alle lacrime, curati dall’orgoglio di nonna e dalla faccina del bimbo di fronte che guarda stupito le sue manine impasticciate di colore. Il tempo passato in buona compagna trascorre in fretta. E’ ora di ritornare al “Bim Bum Bam”. Ma aprile è dietro l’angolo con le piantine da far fiorire insieme alla speranza.