Ha sede presso l’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria, l’AIS, l’associazione dei pazienti incontinenti e stomizzati seguiti dall’Ospedale di Negrar e di Borgo Trento. L’importanza di accendere i riflettori sulle difficoltà che incontrano i pazienti che, a causa di varie patologie, vanno incontro a stomia o a incontinenza.
Ha sede presso l’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria, l’AIS, l’associazione dei pazienti incontinenti e stomizzati seguiti dall’Ospedale di Negrar e di Borgo Trento. Circa una settantina di persone, molte delle quali hanno subito a causa di varie patologie – tumori al colon retto, malattie infiammatorie croniche dell’intestino, endometriosi… – la rimozione chirurgica di un tratto di intestino o di apparato urinario, con la conseguente creazione di una stomia, cioè di una piccola apertura chirurgica sull’addome per consentire la fuoriuscita del contenuto dell’intestino o della vescica in una sacca esterna. Accanto a loro i pazienti affetti da incontinenza, cioè la perdita involontaria di feci e urina.
L’Associazione, che fa parte della Federazione Incontinenti e Stomizzati (FAIS), è guidata dal dottor Andrea Geccherle, responsabile del Centro per le malattie colon-rettali dell’Ospedale di Negrar. Il direttivo è poi formato da Elio Perazzini (vicepresidente), Franco Tabarin (tesoriere), Alessandro Ferrari (segretario) e Adriano Zanolli (consulente)
“E’ fondamentale che pazienti con simili problematiche abbiano una sede di confronto – spiega il dottor Geccherle -. Questo sia per incontrare esperti al fine della soluzione di problemi pratici sia perché il gruppo è un formidabile sostegno psicologico”. Oggi le persone con stomia sono un numero molto minore rispetto al passato. Inoltre prevalgono nettamente le stomie provvisorie che si rendono necessarie nel 20% dei casi chirurgici contro il 2% delle stomie definitive. “Tuttavia tra questi pazienti abbiamo molti giovani affetti da endometriosi, colite ulcerosa o morbo di Crohn – continua il medico – che si trovano a dover gestire nel quotidiano una condizione tale da modificare la percezione corporea di se stessi e, di conseguenze, da condizionare le relazioni interpersonali”.
Ma è l’incontinenza a rimanere il vero tabù, “di cui si parla ancora troppo poco, anzi non si parla affatto, nonostante gli sforzi della comunità medica e delle associazioni dei pazienti – sottolinea Geccherle -. Si stima che il 57,2% di chi soffre di incontinenza urinaria non abbia mai parlato del problema con familiari e conoscenti, perché prova vergogna. Non parlandone, non approfondendo le criticità, le necessità, i bisogni non si trovano ovviamente le soluzioni, che possono esserci. Da qui l’importanza di Giornate nazionali come quella del 28 giugno per la prevenzione e la cura dell’incontinenza e delle associazioni di pazienti come l’AIS”.
Coloro che fossero interessati a far parte della AIS di Negrar possono contattare la signora Roberta Freoni, coordinatrice infermieristica della Chirurgia Generale, all’indirizzo mail roberta.freoni@sacrocuore.it