L’uso inappropriato degli antibiotici è diffuso purtroppo anche in ambito pediatrico, causando non solo danni ai piccoli pazienti che lo assumono anche se non c’è bisogno, ma contribuendo ancheal grave fenomeno dell’antibiotico-resistenza. Fenomeno che può essere arginato solo con la collaborazione trai i medici e le famiglie. Se ne parlerà sabato 17 settembre nell’ambito del Convegno regionale della Società Italiana di Pediatria. Posti ancora disponibili

L’estate sta finendo e se un anno se ne va (come recita una nota canzone) i primi freddi vengono avanti e con essi i cosiddetti malanni di stagione. I quali non risparmiano nessuno e in particolare i più piccoli. Quando capita scatta l’allarme: e se la febbre o la tosse si trasformassero in qualcosa di più grave? Non è meglio iniziare con l’antibiotico? La domanda appartiene a ogni genitore più o meno apprensivo e a quanto pare trova risposta positiva.

Giorgio Zavarise, Pediatra IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar
Dr. Giorgio Zavarise

“I dati ci dicono che gli antibiotici vengono prescritti maggiormente nell’età tra i due e i sei anni, quando, iniziando una vita comunitaria, i bambini vanno incontro a infezioni respiratorie ricorrenti che, però, nella maggior parte dei casi sono di origine virale, quindi non necessitano di una terapia antibiotica”, afferma il dottor Giorgio Zavarise, responsabile dell’Infettivologia pediatrica dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria.

Il dottor Zavarise è anche consigliere della Società Italiana di Pediatria, Sezione Veneto, che sabato 17 settembre organizza nella sala Fr. Perez dell’ospedale il Convegno regionale, un aggiornamento sulle nuove e vecchie patologie infettive e i relativi approcci diagnostico-terapeutici. L’incontro scientifico è rivolto a pediatri ospedalieri e di libera scelta (crediti ECM per il programma e l’iscrizione clicca qui).

“Inevitabilmente si parlerà della corretta gestione della terapia antibiotica, un tema che va oltre la pediatria ma riguarda tutto l’ambito sanitario, veterinario e floristico”, afferma il dottor Zavarise. “L’abuso di antibiotici infatti non solo danneggia la persona che li assume in modo inappropriato, ma contribuisce alla cosiddetta antibiotico-resistenza, cioè l’inefficacia o l’efficacia parziale di questi farmaci nel trattamento delle infezioni batteriche. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato l’antibiotico-resistenza tra le 10 minacce della salute globale, perché è causa del diffondersi di malattie gravi  e anche di morte”. Infatti un uso eccessivo e scorretto di questi farmaci ha accelerato il naturale processo evolutivo dei batteri, che essendo organismi viventi hanno come obiettivo la sopravvivenza. Cosa fare allora?

“Innanzitutto è necessario prescrivere il farmaco solo quando serve. E questo riguarda i medici – risponde -. Poi i genitori devono evitare di utilizzare l’antibiotico che hanno magari a portata di mano da una precedente prescrizione appena il bambino presenta un po’ di febbre, perché magari hanno paura che possa esserci una complicanza o si vuole che il malanno si risolva presto. Se le infezioni sono virali e non batteriche bisogna dare loro il tempo di regredire”.

Quindi, dottor Zavarise, antibiotici quando serve e non a caso…

Esatto. Ad ogni infezione batterica corrisponde la giusta molecola. Inoltre un bambino non è un piccolo adulto, e solo il pediatra può prescrivere la giusta posologia e il giusto dosaggio, in genere in base al peso del giovane paziente. Un farmaco sovradosato non serve a guarire prima e una farmaco sottodosato fa sì che nel frattempo il batterio si riproduca e questo alla fine favorisce il fallimento terapeutico e l’insorgenza delle antibiotico resistenze. Il periodo di somministrazione è fondamentale: interrompere l’assunzione prima perché ormai è passato tutto è un grave errore. Per questo è importante la cosiddetta Stewardship antimicrobica.

Cosa significa?

Una condotta codificata, basata sulle linee guida, che pone in atto tutti gli interventi finalizzati a promuovere l’uso ottimale degli antibiotici, inclusi la scelta del farmaco, il suo dosaggio, la sua via di somministrazione e la durata della stessa. Per contenere la resistenza agli antibiotici tutti i medici devono diventare “gestori” (steward) di questi farmaci prescrivendoli in maniera appropriata ed educando i propri pazienti e colleghi all’uso corretto di questa risorsa medica. Non a caso una delle tesi di specializzazione che saranno premiate durante il Convegno regionale ha come titolo: Stewardship antibiotica in pediatria: valutazione dell’appropriatezza della terapia prescritta in pazienti ricoverati per polmonite e infezione delle vie urinarie. Anche nel nostro ospedale da qualche tempo si è attivata la Stewardship antibiotica: un team di esperti che ha ottenuto ottimi risultati nella prevenzione delle insidiose infezioni ospedaliere.

Diminuire l’impiego di antibiotici significa anche prevenire le infezioni. Possiamo dare qualche indicazione ai genitori?

Il Covid (che è un’infezione virale per la quale gli antibiotici non servono) ci ha insegnato l’importanza di lavarsi frequentemente le mani, di coprire naso e bocca quando si starnutisce. Buone abitudine da insegnare fin dalla tenera età. E poi è importantissimo il ruolo di alcuni vaccini: lo abbiamo visto chiaramente con lo pneumococco che è l’agente causale di molte delle infezioni delle vie aeree, sia alte che basse, ed è sempre stato la causa principale delle polmoniti in età pediatrica. Ma da quando esistono i vaccini, e in particolare da quando c’è stato il passaggio dall’eptavalente al vaccino contro 13 sierotipi, si è chiaramente assistito alla diminuzione delle infezioni, specie quelle gravi e invasive, causate da sierotipi di pneumococchi con ridotta suscettibilità a più classi di antibiotici.