Il 4 febbraio è la Giornata mondiale contro il cancro. Aumentano le nuove diagnosi, ma aumenta anche il numero di persone che sopravvivono a lungo dopo una diagnosi di tumore e quelle che guariscono, mentre diminuiscono i decessi. Il fumo rimane ancora uno dei maggiori alleati del cancro. A breve sarà operativo il Centro antifumo dell’IRCCS di Negrar con un’équipe multidisciplinare per aiutare l’assisistito a spegnere l’ultima sigaretta.

Il 4 febbraio ricorre la Giornata mondiale contro il cancro (Word Cancer Day), indetta 24 anni fa dalla UICC – Union for International Cancer Control – con il sostegno dell’Organizzazione mondiale della sanità al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e i governi sulla patologia oncologica con l’obiettivo incentivarne la ricerca, la prevenzione e garantire a tutti le stesse possibilità di cura.

Il cancro è una malattia in costante crescita. Lo studio condotto dall’American Cancer Society e dall’International Agency for Research on Cancer ha analizzato i dati relativi a 26 tipologie di tumori in 185 Paesi nel mondo: nel 2020 sono stati 19,3 milioni i nuovi casi e circa 10 milioni i decessi.

In Italia nel 2023 sono state diagnosticate 395mila nuove diagnosi, 18.400 in più rispetto al 2020 (dati Aiom). Si stima che nei prossimi due decenni, il numero assoluto annuo di nuove diagnosi oncologiche nel nostro Paese aumenterà in media ogni anno dell’1,3% negli uomini e dello 0,6% nelle donne. Un incremento dovuto al progressivo invecchiamento della popolazione. In particolare, la fascia di età in cui i tumori sono i più frequenti comprende un’ampia fetta di popolazione, quella dei baby boomer che oggi hanno dai 59 ai 78 anni.

La buona notizia è quella che oggi di cancro si guarisce sempre di più e si muore sempre meno. In Italia delle 3.6 milioni di persone con diagnosi di cancro, circa 1 milione sono da considerarsi guarite. Fino a 20 anni fa il termine guarigione non era nemmeno contemplato.

In 13 anni, sono stati stimati negli uomini 206.238 e nelle donne 62.233 decessi in meno rispetto a quelli attesi. Il dato più eclatante riguarda la mortalità per cancro del polmone. Negli uomini, il 36,6% delle morti oncologiche evitate nel periodo 2007-2019 è legato ai progressi nella lotta al tabagismo, oltre che alle migliorate pratiche diagnostico-terapeutiche. Nelle donne, invece, proprio per il crescere del tabagismo, si rileva un eccesso di 16.036 morti per cancro polmonare, il 16% in più dell’attesa.

Sul fronte degli stili di vita, quindi, c’è ancora da fare molto se si considera che circa il 40% dei tumori potrebbero essere evitati con il controllo dell’alimentazione, con una costante attività fisica, un moderato consumo di alcol e soprattutto eliminando il fumo di sigaretta.

Il fumo è responsabile dell’85% dei casi di tumore del polmone, del 20-30 % dei tumori della vescica, reni e pancreas, del 40-50% dei tumori della bocca e dell’esofago. In chi fuma, il rischio di ammalarsi di tumore del polmone è aumentato di 25 volte rispetto a chi non fuma ed è proporzionale al numero di sigarette fumate ogni giorno e al numero di anni da cui si fuma. In genere, il cancro si manifesta dopo 15-20 anni ed il rischio può considerarsi cessato solo 13-15 anni dopo aver smesso di fumare.

Uno studio recentemente pubblicato su Science Advances dai ricercatori dell’Ontario Institute for Cancer Research (OICR, Canada) hanno collegato il fumo di tabacco ad alterazioni del DNA che imprimono uno stop forzato soprattutto ai geni soppressori tumorali, incaricati di codificare proteine che riparano il DNA danneggiato o sopprimono la crescita delle cellule tumorali non appena si presentano. Quando queste proteine non vengono prodotte, le cellule anomale sono libere di moltiplicarsi. Ciò permette al cancro di diffondersi più facilmente. Gli scienziati sono arrivati a dimostrare che più una persona fumava, più alto era il numero di alterazioni dannose accumulate nel DNA.

Non fumare è quindi un investimento di salute e benessere. Lo è anche smettere di fumare, ma farlo senza un sostegno può diventare un’impresa. Fra breve sarà operativo il Centro antifumo dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria (Cacer Center OECI), caratterizzato dalla presenza di un’équipe multidisciplinare che accompagnerà l’assistito in un percorso psicologico ed, eventualmente, medico.