“L’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria rispetta gli standard di qualità di un Cancer Center e di un istituto di ricerca”. E’ quanto riporta la targa che certifica il titolo di Centro di cura dei tumori ottenuto dall’OECI che, con i suoi 140 membri, è la più grande rete europea in ambito oncologico. Ne fanno parte alcuni dei maggiori Istituti del continente impegnati nella lotta contro il cancro. Quelli italiani sono 13 tra cui l’Istituto Nazionale Tumori e l’Istituto Europeo Oncologico di Milano, il “Regina Elena” di Roma e il “Pascale” di Napoli. In regione l’unico certificato è l’Istituto Oncologico Veneto. L’IRCCS di Negrar è tra i pochi ospedali presenti nel network che non si occupano esclusivamente di diagnosi e cura del cancro.

Il prestigioso riconoscimento internazionale è stato ottenuto a conclusione di un iter intrapreso volontariamente dall’IRCCS e durato due anni, durante i quali il board dell’OECI ha valutato, anche con visita in sede, l’attività oncologica del Sacro Cuore, rilevando i punti di forza e chiedendo, per altri, l’adeguamento a standard condivisibili a livello internazionale con i più grandi centri di cura e di ricerca dei tumori.

L’importanza della certificazione per il paziente è stata illustrata questa mattina in una conferenza stampa nella sala convegni del Sacro Cuore Don Calabria.

Dottor Claudio Lombardo, direttore generale OECI

“L’OECI oltre ad essere la più grande rete europea degli istituti oncologici, è anche la più importante a livello mondiale. Opera in Europa ma molti istituti di altri continenti fanno riferimento ad essa per adottare standard di qualità di cura simili o per ipotizzare la costituzione di network come l’OECI che possano integrare al meglio le comunità oncologiche”, ha affermato il direttore generale dell’Organizzazione, Claudio Lombardo. “Fin dalla sua costituzione avvenuta nel 1979 ad opera di Umberto Veronesi, l’OECI ha avuto come obiettivo quello di fornire a tutti i malati oncologici dell’Europa le stesse opportunità di cura e favorire collaborazioni nei protocolli di ricerca”.

Dottor Alberto Bortolami del CRAO

“Pertanto l’accreditamento OECI rappresenta un valore aggiunto per la Rete Oncologica Veneta e per la presa in carico del paziente affetto da tumore della nostra regione”, ha sottolineato Alberto Bortolami del Coordinamento Regionale per le Attività Oncologiche (CRAO)-Rete Oncologica del Veneto. “Il riconoscimento di Cancer Center significa che l’IRCCS di Negrar soddisfa i più elevati standard elaborati a livello europeo negli ambiti della cura e dell’assistenza, della ricerca scientifica e dell’innovazione, della prevenzione e della formazione accademica e post-laurea. Vengono premiati, in particolare, il carattere innovativo e la varietà delle cure offerte, secondo un approccio multidisciplinare che è parte integrante anche della Rete Oncologica del Veneto. Approccio che mette al centro le esigenze del paziente e dei suoi familiari, elaborando un piano terapeutico su misura, a partire dagli ultimi sviluppi della ricerca svolta al proprio interno e in collaborazione con altri partner regionali”.

Dottor Mario Piccinini, AD IRCCS di Negrar

“La certificazione di Cancer Center non è solo una questione di prestigio, ma è parte integrante della nostra storia da sempre a servizio del paziente, in quanto rappresenta una garanzia della qualità delle cure e dell’assistenza a vantaggio di chi è affetto da questa malattia. Il riconoscimento europeo è anche un’opportunità per l’Ospedale di ulteriore crescita grazie al confronto e alla sinergia con le più grandi realtà oncologiche europee. E questo va sempre a beneficio del paziente”, ha sottolineato l’amministratore delegato Mario Piccinini

Dottor Fabrizio Nicolis, direttore sanitario

L’ingresso nell’OECI è il traguardo di un percorso di sviluppo almeno ventennale come ha illustrato il direttore sanitario Fabrizio Nicolis. “Oggi sono presenti in una sola struttura tutte le specialità di diagnosi, cura e riabilitazione per il paziente adulto affetto da tumore. L’acquisizione di professionalità e di tecnologia innovativa e spesso unica in Italia ha portato una crescita progressiva dell’attività assistenziale: nel 2022 sono stati 17mila i pazienti oncologici che si sono rivolti a questo ospedale per diagnosi e/o cura di una patologia neoplastica (con una crescita media del 7% in 5 anni) e 2.700 gli interventi oncologici, di cui il 21,7% da fuori regione. La crescita ha riguardato anche l’attività di ricerca: ad oggi sono in corso 113 studi clinici condotti da 11 diverse unità operative”.

Un modello organizzativo multidisciplinare per la cura del paziente

Determinante per lo sviluppo è stata l’adozione di un modello organizzativo multidisciplinare strutturato come una rete trasversale ai Reparti e ai Servizi coinvolti nella diagnosi e nella cura delle patologie oncologiche. Nel 2016 è stato attivato anche un “Numero Verde per la cura dei tumori (800 143 143)” per facilitare l’iter diagnostico-terapeutico del paziente con diagnosi o sospetta diagnosi di neoplasia.

Un iter che, secondo la letteratura scientifica, per essere efficace deve basarsi su due cardini: la presa in carico tempestiva e multidisciplinare del paziente.

Tempestiva presa in carico: una nuova piattaforma informatica
Dottor Davide Brunelli, vicedirettore sanitario

“Per garantire ulteriore tempestività abbiamo predisposto una piattaforma informatica finalizzata alla presa in carico del paziente che si rivolge per la prima volta al “Sacro Cuore Don Calabria” con una diagnosi (o sospetta) oncologica o con una recidiva tumorale”, ha spiegato il dottor Davide Brunelli, vicedirettore sanitario dell’IRCCS di Negrar. “L’informatica ci viene incontro nel rendere più fluida, per esempio, la comunicazione dei casi tra i Servizi di diagnosi (radiologia, endoscopia digestiva, medicina nucleare…) e gli specialisti delle Unità Operative, affinché il paziente sia sottoposto ad ulteriori accertamenti o a una prima visita specialistica entro 48 ore.  Il sistema diviene inoltre un prezioso strumento di verifica dell’efficacia stessa del percorso per ulteriori interventi di miglioramento”.

Quando l’organizzazione fa la differenza
Dr.ssa Stefania Gori, direttore Dipartimento Oncologico

“In questi anni l’IRCCS di Negrar ha visto crescere le competenze professionali e le tecnologie, ma ha anche migliorato l’organizzazione con la creazione e sviluppo dei Gruppi Oncologici Multidisciplinari (GOM), nei quali un team di medici di diverse specialità discutono il caso di malattia neoplastica che per la sua complessità non può essere presa in carico da un solo specialista”, ha spiegato la dottoressa Stefania Gori, direttore del Dipartimento Oncologico. “Una simile organizzazione determina beneficio per il paziente: migliore assistenza, aumentata aderenza del percorso diagnostico-terapeutico dettato dalle Linee Guida nazionali e internazionali e aumento della sopravvivenza, maggiore opportunità di arruolamento in studi clinici (quindi accesso alle cure innovative)”. Ricadute positive anche sul fronte della ricerca: l’acquisizione di dati clinici dai diversi specialisti favorisce la nascita di nuovi studi.

Nel corso della conferenza stampa alcuni specialisti hanno illustrato alcune peculiarità dell’attività oncologica.

Medicina Nucleare: dalla Diagnosi alla cura
Dr. Matteo Slagarello, direttore Medicina Nucleare

La Medicina Nucleare oltre agli esami diagnostici effettua trattamenti con radiofarmaci per le metastasi ossee del  tumore della prostata e per neoplasie neuroendocrine. A fine anno è previsto anche il via libera da parte di Aifa di un innovativo radiofarmaco, il Lutetium-177 (177Lu)–PSMA-617, per la cura del tumore della prostata metastatico e resistente alla terapia ormonale, per il quale l’IRCCS di Negrar ha tutte le caratteristiche per diventare centro somministratore: competenza nell’ambito dei radiofarmaci, (è sede anche di una Radiofarmacia con ciclotrone), numero dei pazienti (nel 2022 quelli oncologici sono stati 3.600 di cui il 29% da fuori regione) e per la presenza di un reparto di degenza riservato ai pazienti sottoposti a trattamento radioattivo. “Uno studio internazionale (Vision) ha dimostrato un aumento significativo della sopravvivenza globale e della sopravvivenza libera da progressione di malattia nei pazienti che sono stati trattati con il nuovo radiofarmaco rispetto a coloro che sono stati sottoposti alle terapie standard” ha detto il direttore, dottor Matteo Salgarello. “Siamo di fronte a una novità rilevante. Nel 2022 le nuove diagnosi di tumore alla prostata in Italia sono state 40.500. Si stima che il 10-20% dei pazienti siano o diventino resistenti alle cure ormonali. In numeri assoluti il Lutezio – 177 potrebbe interessare una platea che va dai 4mila agli 8mila pazienti”.

Dr. Giulio Settanni, responsabile Laboratorio patologia molecolare

Tumori solidi: profilo molecolare e predisposizione genetica dei tumori

Sull’attività di diagnosi delle alterazioni genetiche cioè di origine eredo-familiare, che comportano un rischio rilevante di malattia tumorale si è soffermato il dottor Giulio Settanni, responsabile del Laboratorio di patologia molecolare dell’Anatomia Patologica diretta dal professor Giuseppe Zamboni. “Il test su sangue viene effettuato su soggetti non necessariamente affetti da tumore e dopo che l’anamnesi della genetista oncologa (la dottoressa Valeria Viassolo) ha indicato che la persona ha un rischio rilevante, per storia personale e/o familiare, di contrarre una malattia neoplastica legata all’alterazione di uno o più geni. I più noti sono i geni BRCA1 e BRCA2 per quanto riguarda i tumori della mammella e dell’ovaio. Quelle eredo-familiari sono una piccola percentuale delle forme neoplastiche, ma la conoscenza delle alterazioni genetiche che le provocano permette di mettere in atto tutte le azioni preventive o di diagnosi precoce”.

Prof. Filippo Alongi, direttore della Radioterapia Oncologica Avanzata
La moderna radioterapia guidata dalle immagini RM

Ritornando sul fronte delle cure il Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, diretto dal professor Filippo Alongi, nel 2022 ha trattato 1.551 pazienti di cui il 36% da fuori regione. La Radioterapia – Centro di riferimento regionale –  dispone di quattro acceleratori lineari ad altissima precisione. Fra questi Unity, integrato con una Risonanza Magnetica ad alto campo che consente di colpire le lesioni tumorali c

La preparazione all’intervento chirurgico migliora gli esiti: il percorso ERAS
Dr.ssa Elisa Bertocchi, Chirurgia Generale

Ha concluso gli interventi la dottoressa Elisa Bertocchi, della Chirurgia generale diretta dal dottor Giacomo Ruffo illustrando il protocollo ERAS (Enhanced Recovery After Surgery) applicato per gli interventi di chirurgia colon rettale. L’obiettivo del protocollo è il recupero post chirurgico rapido, tramite un’ottimale condizione pre-operatoria del paziente e una precoce mobilizzazione e alimentazione post chirurgica. Grazie a questo protocollo (per il quale quello di Negrar è Centro qualificato Eras Society) sono state ridotte drasticamente le complicanze post-chirurgiche e sono diminuiti i giorni di degenza, in media da 6 a 4.