Classe 1920 e occhi ancora accessi di curiosità. Rosa Mazzi, ospite di Casa Nogarè, ha festeggiato i suoi 104 anni, circondata dalla sua famiglia, nipoti e operatori e ospiti della casa di riposo dove vive. La sua lunga vita si è intrecciata anche con quella di San Giovanni Calabria. Era infatti assistente di poltrona di Bartolomeo Bacilieri, il dentista di Don Calabria, uno dei primi medici che hanno esercitato al Sacro Cuore.

Il tempo ha lavorato sul suo corpo, ma, tra un ricamo e l’altro, ha risparmiato gli occhi che sono rimasti profondi, luminosi e accesi di curiosità. Forse la stessa curiosità di quando saliva i sentieri delle sue amate montagne o di quando il Maestro le porgeva lo spartito di un nuovo brano. Quelli di Rosa Mazzi sono occhi che hanno visto 104 anni di vita e di storia, festeggiati a Casa Nogarè lo scorso 1° febbraio. Oltre un secolo, durante il quale l’umanità ha toccato le vette più alte del progresso ed è precipitata negli abissi più profondi dell’odio.
A raccontarci di Rosa è la nipote Maria Bacilieri. Della zia dice che è sempre stata una donna dalla forte personalità, ma nello stesso tempo molto gentile e buona, sempre disposta ad aiutare gli altri. Anche qui si distingue per la sua bontà”.
Originaria di Lugagnano, Rosa è la quarta di sei fratelli. La più “piccola” delle sorelle compirà 101 anni il prossimo maggio (vive ancora da sola), mentre la più grande, Annunciata, era la mamma di Maria.

La festa di compleanno con gli oepratori di casa Nogarè

“La zia non si è mai sposata. Per molti anni ha vissuto anche in casa con noi insieme alla sua mamma, mia nonna, ed è stata assistente di poltrona di mio papà che faceva il dentista”. E qui la storia di Rosa si intreccia con quella di San Giovanni Calabria e dell’ospedale Sacro Cuore. Perché quel dentista, il dottor Bartolomeo Bacilieri – nipote dell’omonimo cardinale, vescovo di Verona dal 1900 al 1923 – era il dentista di don Calabria, colui al quale il Santo “chiese di esercitare a Negrar due volte alle settimana – racconta Maria –. Mio padre lo fece dal 1953 per 27 anni, con Rosa accanto, curando i pazienti gratuitamente e assistendo ai primi passi dello sviluppo dell’ospedale. Don Calabria nella nostra famiglia è sempre stato una presenza costante: ricordo quando da bambina si recitava in famiglia il Rosario. Ogni volta mia mamma diceva: “Diciamo ‘un Pater, ave e gloria’ per don Calabria e per tutta l’Opera. A noi bambini l’espressione divertiva, ma era come rivolgersi al Signore per proteggere un amico”.

Una vita piena quella di Rosa, fatta di lavoro, famiglia e fede, e anche caratterizzata da due passioni: la montagna e il canto, che è riuscita a fondere come soprano nello storico coro La Negritella, la compagine tutta al femminile che dal 1952 propone canti della tradizione alpina. “Cantava anche nel “Coro dei concerti spirituali della Cattedrale di Verona”, diretto dal maestro Luigi Lucchi. Un coro raffinatissimo di brani di musica medioevale, rinascimentale, barocca e di autori classici e moderni. La zia aveva una bellissima voce”.

Dopo aver vissuto da sola fino a 92 anni, da dodici Rosa è entrata a far parte della famiglia di Casa Nogarè, coccolata anche dai nipoti che la vengono a trovare regolarmente. L’augurio del direttore dei Servizi Socio Sanitari della Cittadella della Carità, Paolo Ferrari: “Grazie Rosa per il suo stile discreto e silenzioso, per accettare con umile sorriso ogni giorno che il Signore le dona. Da parte mia e di tutti i collaboratori di Casa Nogarè i più cari auguri di salute e di tanta serenità”.