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Il ristagno patologico di liquidi negli arti superiori o inferiori si manifesta soprattuto a seguito di interventi chirurgici oncologici con svutamento linfonodale allargato, come nel caso della mastectomia. Se ne parla in un convegno venerdì 29 marzo

Il linfedema è il ristagno patologico di liquidi nei tessuti, dovuto ad un’insufficienza del sistema linfatico. Si presenta come un gonfiore anomalo agli arti superiori ed inferiori, più spesso in modo asimmetrico, (cioè colpisce un solo arto per volta). Può essere di natura congenita, ma nella gran parte dei casi è un dovuto ad interventi chirurgici oncologici che richiedono svuotamenti linfonodali allargati, come, per esempio, la mastectomia o gli interventi addomino-pelvici.

 

Di linfedema si parlerà venerdì 29 marzo all’Hotel Villa Quaranta di Pescantina (Verona) in un convegno promosso dal dottor Paolo Tamellini, responsabile dell’Unità operativa di Flebologia dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, e responsabile regionale veneto della Società Italiana di Flebologia (SIF). (programma allegato) La patologia verrà analizzata dal punto di vista dell’internista e del chirurgo, ma soprattutto verrà rilevato quanto sia importante un trattamento fisioterapico adeguato per impedire un processo fibrotico dei tessuti, tale da rendere l’edema irreversibile e invalidante.

 

Nell’ambito del Cancer Care Center per la presa in carico del paziente oncologico, l’IRCCS di Negrar dispone di un Ambulatorio settimanale dedicato al linfedema, che afferisce al Servizio di Medicina Fisica e Riabilitativa, diretto dal dottor Renato AvesaniVi accedono soprattutto le donne sottoposte a mastectomia, in collaborazione con l’Unità senologica. Ma vengono trattati anche gli esiti da chirurgia oncologica sia ginecologica che urologica. Quindi anche gli uomini, che hanno subito l’asportazione della prostata. Il trattamento prevede dieci sedute di linfodrenaggio manuale seguito dal bendaggio elastocompressivo all’arto interessato con il quale il paziente torna a casa per ritornare il giorno dopo ed eseguire l’identico procedimento. Sono consigliabili almeno due cicli all’anno, per la terapia di mantenimento.

 

Ma perché si forma il linfedema? “Il sistema linfatico è costituito da una serie di vasi e capillari che hanno il compito di drenare la linfa e riportarla nel circolo venoso – spiega il dottor Tamellini (nella foto) -. Quando questo sistema ‘idraulico’ non funziona in modo adeguato, il liquido linfatico si accumula nei tessuti formando dei gonfiori, gli edemi”.

 

Da cosa è causata l’insufficienza del sistema linfatico?

Il malfunzionamento del sistema linfatico può avere cause congenite, ma nella maggior parte dei casi è di natura acquista. In particolare gli interventi chirurgici oncologici richiedono l’asportazione dei linfonodi quando sono intaccati da cellule neoplastiche. I linfonodi sono una sorta di ‘stazioni’ del sistema linfatico con il compito di smistare la linfa e di attivare la risposta immunitaria. Quando vengono asportati, il sistema viene danneggiato e si crea un ristagno di liquidi. L’esempio più comune riguarda le donne sottoposte a mastectomia che presentano un rigonfiamento del braccio in corrispondenza del seno asportato, a causa dello svuotamento linfonodale ascellare. Oggi linfedemi come questi sono meno frequenti rispetto a un tempo grazie a interventi senologici più conservativi e all’introduzione della tecnica del linfonodo sentinella: solo quando quest’ultimo è positivo si procede con lo svuotamento linfonodale allargato.

 

E’ un problema che riguarda solo le donne operate al seno?

No. Si stima che il linfedema si presenta nel 20-40% dei casi dopo un intervento chirurgico oncologico, in particolare ginecologico o, anche negli uomini, urologico. In questi casi gli arti colpiti sono quelli inferiori per l’asportazione dei linfonodi pelvici. Anche la radioterapia può essere all’origine di un linfedema, perché può causare la fibrosi nei tessuti.

 

Qual è la terapia indicata?

La fisioterapia. In particolare il linfodrenaggio che tramite una compressione manuale ‘riattiva’ i vasi linfatici affinché svolgano la funzione di drenaggio. Si tratta di una patologia cronica, che si ripresenta ciclicamente e richiede quindi una terapia di attacco e di mantenimento. Si tratta di un problema serio che non deve essere trascurato. La linfa che ristagna nei tessuti contiene plasma , globuli bianchi e proteine. Quest’ultime in parte degradono, in parte provocano un ispessimento fibrotico dei tessuti, indurendo l’edema e rendendolo irreversibile e fortemente invalidante. A questi stadi il linfedema spesso non è più trattabile con la fisioterapia ed è necessario – quando è possibile – ricorrere all’intervento chirurgico.

elena.zuppini@sacrocuore.it