Stipsi, incontinenza urinaria e rettale, dolore cronico dovuto anche ad endometriosi: a Negrar un Centro di eccellenza per il trattamento di queste disfunzioni che possono compromettere pesantemente la qualità di vita delle donne

E’ una disabilità nascosta. Non è visibile e non se ne parla, perché fa parte ancora di quei tabù per i quali ci si vergogna e si soffre in silenzio. Sono le disfunzioni del pavimento pelvicoquel piano muscolare che ha il ruolo di sostegno e di contenzione degli organi-urogenitali e dell’ampolla rettale, consentendo la minzione, la defecazione e la funzionalità sessuale. Quando quel muscolo è ipotonico, o, al contrario, ipertonico, sorgono problemi che compromettono la qualità di vita e, a volte, non consentono di svolgere le normali attività quotidiane.

 

Di queste disfunzioni soffrono uomini e donne di tutte le età, come dimostrano i moltissimi pazienti che si rivolgono al Servizio di Medicina Fisica e Riabilitazione del “Sacro Cuore Don Calabria“, diretto dal dottor Renato Avesani, una delle eccellenze nazionali nel campo della riabilitazione anche del pavimento pelvico. In occasione della Giornata nazionale della salute della donna – di cui il 22 aprile si celebra la terza edizione – parliamo del pavimento pelvico al femminile.

 

Incontinenza urinaria

Il nostro Servizio prende in carico all’anno circa 150 pazienti provenienti da tutta Italia. I casi più comuni riguardano donne che con il passare dell’età (in particolare dopo la menopausa) soffrono di incontinenza urinaria da urgenza o da sforzo o da entrambe le cause, associata o meno a prolasso d’organo: vescica, retto e utero– spiega la dottoressa Elena Rossato, fisiatra (nella foto in Photo Gallery a destra) -. Questo è dovuto al rilassamento muscolare del piano pelvico. Un problema che interessa, sebbene in modo minore, anche le donne giovani a causa della gravidanza, per lo sforzo e le lacerazioni da parto, oppure per i parti indotti. Anche l’obesità, soprattutto il grasso addominale, favorisce l’ipotono muscolare“.

 

“Le incontinenze migliorano sempre dopo i trattamenti – sottolinea la dottoressa Monica Pazzaglia, fisioterapista (nella foto in Photo Gallery a sinistra)- con importante riduzione della frequenza delle perdite e della loro intensità. Perché il trattamento sia definitivo e i sintomi regrediscano completamente è fondamentale che le pazienti proseguano a domicilio gli esercizi insegnati (dopo almeno 10 sedute ambulatoriali) e adottino uno stile di vita sano (controllo del peso, astensione dal fumo e da eccessivo consumo di caffè, alimentazione corretta e regolare attività fisica). In alcuni casi anche se viene svolta una riabilitazione corretta, l’incontinenza continua e la paziente viene rinviata all’uroginecologo per eventuali indicazioni chirurgiche”.

 

Stipsi e incontinenza rettale

Il piano muscolare del pavimento pelvico ha una parte anche posteriore – prosegue la dottoressa Rossato – che permette la corretta funzionalità ano-rettale. In questo caso possiamo avere pazienti con stipsi o incontinenza rettale, causate anche da esiti di intervento per neoplasie rettali. Le forme di stipsi di nostra pertinenza sono quelle legate ad una variazione del tono muscolare ed in più rari casi a dolore. Le pazienti con stitichezza cronica, per esempio – prosegue – possono anche sviluppare un rettocele, cioè lo sfondamento della parete fasciale del retto nella vagina, condizione che impedisce alla donna una completa evacuazione. Il problema ha una soluzione chirurgica, che non è però del tutto efficace se non dopo un trattamento riabilitativo che riporti il muscolo al giusto tono”.

“E’ diffusa l’idea che la riabilitazione del pavimento pelvico si riduca a esercizi di ginnastica – fa notare la dottoressa Pazzaglia -. In realtà il nostro lavoro prevede soprattutto manipolazioni manuali e terapia fisica con ultrasuoni e TENS (Stimolazione Elettrica Nervosa Transcutanea). Quello di Negrar è uno dei pochi Centri in Italia ad essere dotato di ultrasuoni a bassa frequenza, che hanno una forte azione rilassante sul muscolo. E’ una macchina, inoltre, che ha un potere sonoforetico, cioè favorisce l’assorbimento topico di farmaci miorilassanti”.

Dolore pelvico cronico ed endometriosi

La riabilitazione interviene anche nella terapia del dolore pelvico cronico, che può essere di diversa natura, dovuto per esempio a vaginismo, vulvodinie e all’endometriosi.

Essendo il “Sacro Cuore Don Calabria”, con la Ginecologia diretta dal dottor Marcello Ceccaroni, un centro di riferimento nazionale per questa patologia, abbiamo molte pazienti che si rivolgono alla Riabilitazione per il trattamento del dolore causato dalla malattie o per una riabilitazione post intervento. “La presa in carico delle pazienti con endometriosi è complessa – sottolinea la fisiatra – Soprattutto nel caso di donne che hanno convissuto per anni, a causa di una diagnosi tardiva, con una malattia altamente infiltrante a livello per esempio della vescica e dell’intestino. Le situazioni più compromesse dopo l’intervento presentano difficoltà di minzione e defecazione. Inoltre uno dei particolari sintomi della malattia è il dolore cronico, che interferisce pesantemente con la qualità di vita”.

In questi casi non si tratta di addestrare la paziente ad esercizi di rinforzo muscolare – riprende la fisioterapista – ma il trattamento è prettamente manuale. Purtroppo laddove la malattia ha raggiunto un elevato stadio di gravità e dove sono stati necessari più interventi chirurgici i risultati sono meno soddisfacenti e si rendono necessari ripetuti cicli di trattamento associati ad adeguato supporto farmacologico“.

La prevenzione

Le disfunzioni del pavimento pelvico, se non causate da patologie, si possono prevenire con alcune norme comportamentali da applicare fin dall’infanzia. “Per esempio – spiega Pazzaglia – non trascurando la stipsi, soprattutto se prolungata. Imparando la giusta modalità di defecazione, per evitare di spingere troppo sul piano muscolare del pavimento, e gestendo in modo corretto la sessualità (i rapporti anali sono un fattore di rischio). Anche l’attività sportiva influisce molto sulla salute del nostro pavimento pelvico: ripetuti esercizi addominali, i cosiddetti crunch, compromettono il tono del muscolo. La pancia piatta si può ottenere con altri esercizi, non meno tosti e forse più efficaci!”.

elena.zuppini@sacrocuore..it

nella foto da sinistra: la dottoressa Monica Pazzaglia e la dottoressa Elena Rossato