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L’Incontro oncologico del Triveneto affronta al “Sacro Cuore” la correlazione tra le infezioni provocate da alcuni virus e batteri e certe forme tumorali: l’efficace arma contro il cancro dei vaccini anti-Papilloma Virus e contro il virus dell’epatite B

Tra i fattori di rischio che favoriscono l’insorgenza dei tumori vi sono le infezioni. Si stima infatti che l’8,5% delle neoplasie in Italia sia dovuto all’azione oncogena di virus e batteri (dati AIOM 2017).Tra questi il Papilloma Virus 16-18 è responsabile del cancro della cervice uterina; l’Epstein-Barr Virus per le lesioni linfoproliferative e del cavo orale; l’Herpes-Virus 8 per il sarcoma di Kaposi e linfomi; l’Helicobacter Pylori per il carcinoma allo stomaco e il linfoma MALT; il virus dell’epatite B e C per il carcinoma epatocellulare. Le infezioni parassitarie da Trematodi diffuse nel Sud del mondo sono chiamate in causa per il colangiocarcinoma e quelle da Schistosoma per il carcinoma della vescica.

 

Prevenire le infezioni anche con i vaccini attualmente a disposizione, contrastarle o bloccarle significa in questi casi prevenire la forma neoplastica di cui sono causa. Di “Tumori e agenti infettivi” si parlerà venerdì 7 settembre all’IRCCS-Ospedale Sacro Cuore Don Calabria nel 42° incontro oncologico del Triveneto, promosso dal Coordinamento organizzativo ed educazionale della Rete Oncologica Veneta.

Coordinato scientificamente dalla dottoressa Stefania Gori, presidente degli oncologi italiani e direttore dell’Oncologia Medica di Negrar, l’incontro vede come relatori specialisti del Cancer Care Center e del Dipartimento Malattie infettive e tropicali del “Sacro Cuore”, ma anche provenienti dall’Istituto Oncologico Veneto, dal Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, dall’ospedale San Bortolo di Vicenza e dal Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna(programma allegato).

 

“Affronteremo la correlazione tra virus-cancro e tra batteri-cancro a 360° – spiega la dottoressa Gori -. Quindi tratteremo non solo i meccanismi che portano un’infezione ad essere causa di un tumore, ma anche le modalità di prevenzione primaria e secondaria di alcuni tumori (per esempio provocati da Papilloma Virus-HPV). Affronteremo anche – prosegue – le problematiche del trattamento antitumorale dei pazienti con infezioni croniche ed una sessione sarà dedicata alla cura del paziente oncologico sieropositivo o con AIDS conclamata. E’ fondamentale sottolineare – conclude la presidente AIOM – che oggi grazie al vaccino contro l’HPV abbiamo la possibilità di abbattere drasticamente le infezioni provocate da questo virus e le forme tumorali ad esse correlate, quali il tumore al collo dell’utero, alla vulva, alla vagina e ad altre parti del corpo come ano, pene, distretto testa-collo. E grazie al vaccino contro l’epatite B possiamo fare altrettanto per combattere il tumore del fegato. Sono vaccini sicuri: vaccinarsi e vaccinare i nostri figli oggi significa chiudere la porta in futuro a queste forme neoplastiche”.

 

Il Papilloma (HPV) e i virus che provocano l’epatite B (HBV) e l’epatite C (HCV) sono gli agenti infettivi più noti ad azione oncogena.


Il Papilloma Virus Umano

L’HPV infatti è la causa principale del tumore della cervice uterina.Non esiste la possibilità di insorgenza di questo tipo di cancro senza la presenza e l’azione trasformante di alcune forme di virus ad alto rischio oncologico come i genotipi 16 e 18. Nel 2017 sono stati stimati in Italia 2.300 casi di cancro alla cervice. Ma l’HPV ha un ruolo causale per i tumori di vulva (1.200 casi), vagina (200 casi), pene (500 casi), ano (300 tra maschi e femmine), cavità orale (4.600 casi tra maschi e femmine) e orafaringe (1.900 casi tra maschi e femmine). Se grazie al programma di screening che prevede il Pap test gratuito ogni tre anni per le donne da 25 ai 64 anni i casi di tumore alla cervice uterina sono drasticamente diminuiti in Italia, nel mondo si stimano circa 500.000 nuovi casi all’anno e 250.000 decessi dovuti a carcinoma della cervice; l’80% dei casi e oltre 85% delle morti avviene nei Paesi poveri.

Le infezioni da HPV si trasmettono per via sessuale e sono molto frequenti: il 75% delle donne sessualmente attive si infetta nel corso della vita, anche se poi la maggior parte della infezioni è transitoria, perché il virus viene eliminato dal sistema immunitario.

 

In Italia è offerto gratuitamente e attivamente dal Servizio sanitario Nazionale il vaccino anti-HPV che viene somministrato in due dosi alle ragazze e ai ragazzi nel corso del 12° anno di età. Sono disponibili tre diversi vaccini contro l’infezione da HPV: il bivalente che contiene i sierotipi 16 e 18, responsabili della maggior parte delle forme neoplastiche; il tetravalente, contenente oltre ai sierotipi 16 e 18, anche i sierotipi 6 e 11, causa dei condilomi (lesioni benigne di natura infettiva che compaiono nella zona genitale femminile e maschile), e il 9-valente, utile verso i tipi di Papillomavirus 6, 11, 16, 18, 31, 33 45, 52, 58 per prevenire il 90% dei ceppi oncogeni. Il vaccino non sostituisce il Pap-test perché non copre tutti genotipi di HPV che possono provocare il cancro.

 

Virus dell’epatite B e C ed epatocarcinoma

Oltre il 70% dei casi di tumori primitivi del fegato (nel 2017 sono stati stimati 13mila nuovi casi) è riconducibile a fattori di rischio noti, in primis collegati alla prevalenza dell’infezione da virus dell’epatite C (HCV) e dell’epatite B (HBV). Entrambi i virus vengono trasmessi attraverso l’esposizione a sangue infetto o a fluidi corporei come sperma e liquidi vaginali. Inoltre l’epatite B può essere trasmessa dalla madre infetta al neonato. Se per l’epatite C non esiste un vaccino ma farmaci molto efficaci che portano alla guarigione nella maggioranza dei casi, per l’epatite B è un commercio da tempo un vaccino che viene somministrato gratuitamente in Italia dal Servizio Sanitario Nazionale al 3°, 5° e 11° mese di vita del bambino. Negli adolescenti e negli adulti si somministrano tre dosi al tempo 0 e dopo 3 e 6 mesi.

 

Altri virus oncogeni

Il congresso del 7 settembre si occuperà anche della correlazione tra il virus Epstein-Barr (EBV- responsabile della mononucleosi) e i linfomi; dell’Herpes Virus 8 (HHV8) e sarcoma di Kaposi che può manifestarsi con delle lesioni a livello di cute, mucose e organi interni; il Polyomavirus (MCV) e carcinoma a cellule di Merkel, una neoplasia neuroendocrina altamente maligna della cute che colpisce soprattutto le persone anziane e /o con una storia di immunodepressione; l’Human T-cell hymphotropic Virus type 1 responsabile del Linfoma a cellule T.

 

 

Non solo virus

L’infezione da Helicobacter Pylori (Hp) è il principale fattore di rischio per l’ulcera peptica ma anche per il tumore allo stomaco. La gastrite cronica provocata da HP induce una riduzione di fattori antiossidanti e una aumentata attività proliferativa ghiandolare, condizione di rischio per la successiva comparsa di tumore. Per l’eradicazione dell’HP ormai da molti anni, si utilizzano associazioni antibiotiche (la cosiddetta triplice terapia) a base di amoxicillina-claritromicina (o amoxicillina-metronidazolo), in associazione ad un inibitore della pompa protonica (la cosiddettatriplice). Purtroppo l’efficacia di tali terapie è in forte diminuzione in tutto il mondo per l’aumento della resistenza alla claritromicina. Attualmente in aree con elevata resistenza a questo antibiotico vengono raccomandati, come terapia di prima linea, i trattamenti con quadruplice terapia contenente anche bismuto. I tumori allo stomaco diagnosticati nel 2017 sono stati circa 13.000, la maggior parte dei quali in stadio avanzato. Proprio per questo motivo la prevenzione basata anche sull’eradicazione dell’HP rappresenta una modalità di lotta di questo tumore.