Vacanze in montagna e malattie del cuore sono incompatibili? No, se si utilizzano le regole del buonsenso. “Ma anche per il mare e per le terme ci sono degli accorgimenti da adottare”, come spiega il cardiologo Guido Canali

Siamo agli sgoccioli dell’estate, un periodo ideale per fare una vacanza in montagna. Se per tutti quando si va in quota valgono le regole del buon senso, quest’ultime devono essere rispettate soprattutto da coloro che sono affetti da cardiopatie, come ci spiega il dottor Guido Canali, responsabile del Servizio di Emodinamica (nella foto sotto).

 

 

“E’ necessario innanzitutto fare una premessa – sottolinea il cardiologo -: non tutte le persone e non tutte le cardiopatie sono uguali. Prendiamo per esempio l’anziano: l’età anagrafica spesso non corrisponde a quella biologica. Possiamo avere ottantenni con una condizione fisica di un sessantenne e viceversa. Così per le cardiopatie: gli accorgimenti devono essere adottati anche in base alla gravità della malattia”.

 

 

“In generale – riprende il dottor Canali – ai pazienti che hanno subito un infarto o sono affetti da angina sconsiglio di intraprendere soggiorni montani sopra i 1.200 metri di altitudine, in quanto più si sale in quota maggiore è il rischio di sbalzi di pressione, con picchi ipertensivi“. Rischio che aumenta in maniera considerevole sopra i 1.700-2000 metri quando all’altitudine si somma la ridotta quota di ossigeno presente nell’aria.

 

 

Attenzione soprattutto ai cambiamenti repentini di quota. “Ai cardiopatici e agli ipertesi dico di evitare l’utilizzo di impianti di risalita che percorrono in un tempo breve dislivelli di una certa entità. Naturalmente un dislivello di 400 metri comporta un differente rischio di picchi ipertensivi se si parte da 1000 metri oppure da 2000, tuttavia è sempre importante dare all’organismo il tempo di acclimatarsi per alcuni giorni. E’ altrettanto importante, prima di intraprendere una camminata, informarsi sul dislivello da affrontare e sulla lunghezza che comporta il percorso, perché la quota insieme allo sforzo fisico possono fare brutti scherzi anche a coloro che, pur non soffrendo di patologie cardiache, non sono allenanti“, sottolinea il medico.

 

E per chi invece alla montagna preferisce il mare o le terme? “Le vacanze al mare non implicano particolari controindicazioni per chi soffre di cuore– risponde il cardiologo -. Tuttavia, regola che vale per tutti, è bene evitare di esporsi al sole nelle ore più calde ed è necessario idratarsi adeguatamente. In particolare gli anziani che hanno un ridotto stimolo della sete”. La disidratazione comporta, infatti, non solo problemi renali, ma anche cardiaci, perché può provocare alterazione degli elettroliti (potassio, cloro, sodio e magnesio) e, di conseguenza può favorire l’insorgenza di aritmie. Per questo i pazienti con cardiopatie che necessitano di diuretici dovrebbero assumere degli integratori di sali minerali, e mangiare molta frutta e verdura”.

 

“L”acqua termale non presenta controindicazioni specifiche per i cardiopatici. Particolare attenzione va posta invece all’utilizzo di bagno turco e sauna, soprattutto la finlandese che può raggiungere anche i 90 gradi. I pazienti cardiopatici, infatti, assumono frequentemente farmaci vaso-dilatatori il cui effetto, sommandosi alla vasodilatazione provocata dal calore, può portare al brusco abbassamento di pressione e quindi al verificarsi di una sincope“, conclude il dottor Canali.

 

elena.zuppini@sacrocuore.it