La certificazione è stata conferita dalla Società Italiana di Flebologia all’Unità Operativa Semplice di Flebologia per essere in possesso di tutti requisiti richiesti a un centro di eccellenza, sia per la quantità sia per la complessità dei casi trattati.
L’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria è Centro Flebologico di livello avanzato per la diagnosi e il trattamento delle patologie del sistema venoso
profondo e superficiale degli arti inferiori. La certificazione è stata conferita dalla Società Italiana di Flebologia all’Unità Operativa Semplice di Flebologia per essere in possesso di tutti requisiti richiesti a un centro di eccellenza, sia per la quantità sia per la complessità dei casi trattati. La certificazione ha durata di 5 anni e ne sono in possesso attualmente altri 37 centri italiani.
“Il riconoscimento è il risultato del livello di competenza raggiunto in questi anni nel campo delle patologie venose, in particolare nel trattamento delle occlusioni croniche del sistema venoso profondo, i cosiddetti esiti di trombosi”, afferma il dottor Paolo Tamellini, responsabile della Flebologia, che fa parte della Chirurgia Vascolare, diretta dal dottor Antonio Jannello. “Proprio per questo la certificazione SIF rappresenta per il paziente che sceglie il nostro centro un’ulteriore garanzia di sicurezza”
Sono un centinaio gli interventi di termoablazione laser dei tronchi safenici e 150 le safenectomie che vengono eseguiti in media all’anno – tutti in regime ambulatoriale – dal dottor Tamellini e dal collega Andrea Recchia. E’ inoltre attivo un ambulatorio per la diagnostica e un ambulatorio per il trattamento con sclerosanti delle vene varicose. Infine il “Sacro Cuore Don Calabria” è uno dei pochi ospedali ad aver aperto un ambulatorio dedicato alla cura delle ulcere venose, una patologia dolorosa, invalidante e difficile da trattare che colpisce anche soggetti giovani.
“La Flebologia di Negrar è anche impegnata sul fronte della ricerca” sottolinea il dottor Tamellini. E’ infatti attivo uno studio clinico retrospettivo che partendo dal 2014 mette a confronto gli interventi sulla safena eseguiti con il laser e quelli effettuati tramite chirurgia open (stripping). Ai pazienti che aderiscono alla ricerca vengono proposti un esame ecocolordoppler e una visita flebologica gratuiti. È in corso inoltre uno studio prospettico randomizzato che prevede l’arruolamento di 200 pazienti, divisi in due bracci: un braccio sarà trattato con i laser e l’altro con lo stripping. Questi pazienti verranno seguiti per un arco di 5 anni. Lo scopo di queste ricerche cliniche – conclude il medico – è quello di confrontare i risultati nel tempo della metodica non invasiva rispetto a quella tradizionale”.