Il melanoma fa meno paura: l’87% dei pazienti sopravvive a 5 anni e la metà di coloro che hanno avuto una diagnosi di malattia avanzata guarisce. “Ma sul piano della prevenzione è necessario fare di più, facendo attenzione al sole”, ammonisce la dottoressa Stefania Gori, direttore dell’Oncologia Medica.

E’ da sempre uno dei tumori più temuti, ma oggi i dati dimostrano che può essere curato con successo: l’87% dei pazienti affetti da melanoma sopravvive a cinque anni. Questo grazie alla diagnosi e ai trattamenti chirurgici precoci e all’introduzione di farmaci di nuova generazione che dimostrano la loro efficacia nei pazienti affetti da malattia avanzata. “Ma si deve fare di più sul fronte della prevenzione”, ammonisce la dottoressa Stefania Gori, direttore dell’Oncologia Medica dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria e presidente della Fondazione AIOM. Fondazione che da poco ha dato alle stampe proprio un Quaderno informativo sul melanoma. (scarica il Quaderno)

Aumentano i casi tra i giovani: serve più prevenzione

Di fronte a un dato positivo, ce n’è un altro infatti che preoccupa gli oncologi: delle 12.300 diagnosi registrate in Italia nel 2019, il 20% riguarda pazienti al di sotto dei 40 anni.

“Se riconosciuto precocemente, il melanoma può essere curato con successo anche solo con l’intervento chirurgico. E la diagnosi precoce è possibile perché il melanoma, a differenza di altri tumori, è visibile. Invece con il passare del tempo può diffondersi ad altri organi ed essere fatale – spiega la dottoressa Gori -. Per questo è fondamentale far attenzione alla propria pelle e rivolgersi subito allo specialista per qualsiasi cambiamento dell’aspetto della cute. Si deve fare di più per la prevenzione anche con un’esposizione solare accorta e protetta: purtroppo i rischi legati alle radiazioni ultraviolette naturali e anche ai lettini abbronzanti sono ancora troppo sottovalutati in particolare dai più giovani, con un numero crescente di nuovi casi al di sotto dei 40 anni”.

Prendere il sole fa bene ma non senza protezione

Il sole fa bene alla nostra salute e al nostro umore, ma deve essere preso con moderazione (evitando le ore centrali della giornata) e mai senza la protezione delle crema solare. Non esiste una crema a schermo totale. Soprattutto per coloro che corrispondono al fototipo cutaneo chiaro (capelli biondi o rossi, pelle e occhi chiari) è raccomandabile utilizzare un fattore di protezione non inferiore a 50+. Con l’accortezza di ripetere l’applicazione almeno ogni due ore. Così come una visita dermatologica annuale è altamente raccomandata per le persone che presentano un elevato numero di nevi e/o nevi atipici.

 Malattia avanzata: nella metà dei casi si guarisce

“La diagnosi precoce resta la prima arma vincente per configgere questo tumore – sottolinea l’oncologa -. Tuttavia non bisogna dimenticare che nel 10% dei casi, il melanoma è di difficile riconoscimento perché si manifesta in maniera anomala. Sono infatti circa 2000 i pazienti che ogni anno ricevono una diagnosi di malattia avanzata o vengono sottoposti a intervento chirurgico per una neoplasia che può essersi estesa anche ai linfonodi loco-regionali. Per questi pazienti oggi possiamo fare molto, tanto che la metà di loro va incontro a guarigione”.

Grazie a farmaci di nuova generazione

“Anche nei casi in cui la malattia è stata asportata chirurgicamente ma c’è un elevato rischio di recidiva, si possono infatti impiegare terapie adiuvanti che dimezzano la probabilità di ricadute – spiega Alessandro Minisini del Dipartimento di Oncologia dell’Azienda Sanitaria Universitaria del Friuli Centrale-Udine e curatore del Quaderno Melanoma – . Si tratta di utilizzare farmaci a bersaglio molecolare, mirati a specifici target presenti sulle cellule tumorali, oppure immunoterapici anti PD-1 che potenziano la risposta del sistema immunitario del paziente nei confronti del tumore. Entrambe le categorie di farmaci si sono dimostrate efficaci nel migliorare la sopravvivenza libera da ripresa di malattia nei pazienti operati radicalmente e con linfonodi interessati dalla malattia. Questi farmaci hanno anche aumentato la sopravvivenza globale nei pazienti con melanoma in stadio avanzato”.

Per ogni caso una terapia “su misura”

La scelta della terapia dipende dall’analisi dettagliata delle caratteristiche del tumore, che può identificarne i ‘punti deboli’ della neoplasia, consentendo trattamenti mirati e più efficaci – conclude la dottoressa Gori – Le terapie adiuvanti vengono impostate dopo un’analisi dettagliata e multidisciplinare del tumore. Per esempio, la mutazione del gene BRAF è riscontrata in circa il 50% dei casi e se presente può indicare l’opportunità di usare specifici farmaci a bersaglio molecolare; gli immunoterapici, invece, possono essere scelti indipendentemente dalla presenza della mutazione”.