Il test processato nel Laboratorio di biologia molecolare dell’IRCCS di Negrar, non richiede la conferma dell’esame colturale che necessita dalle 48 alle 72 ore. Un enorme vantaggio perché la rapidità di risposta (il referto in circa un’ora) permette al medico curante di intervenire tempestivamente con la terapia antibiotica o, nel caso di risposta negativa, di non effettuare in via preventiva inutili somministrazioni in attesa del risultato del test. Per effettuarlo è necessaria la prenotazione.

Un test molecolare, simile a quello per il Covid, in grado in soli 6 minuti di diagnosticare, con estrema accuratezza, la scarlattina, la patologia infettiva che nei primi quattro mesi del 2023 ha registrato un aumento di casi anche in Veneto, soprattutto tra i bambini sotto i 15 anni.

L’esame viene effettuato dal Laboratorio di Microbiologia dell’IRCCS di Negrar, diretto dalla dottoressa Francesca Perandin, previa prenotazione sul sito web dell’ospedale (clicca qui)

Si tratta di un tampone faringeo che ha l’obiettivo di verificare l’eventuale presenza di infezione a livello della gola causata dallo Streptococco beta emolitico di gruppo A, responsabile della faringite streptococcica e, appunto, della scarlattina.

Dr. Fabio Formenti

A differenza dei test rapidi non molecolari che hanno a disposizione in ambulatorio i pediatri di libera scelta, questo non necessita conferma dall’esame colturale del materiale prelevato sempre a livello della faringe”, sottolinea il dottor Fabio Formenti, biologo molecolare e coordinatore del Laboratorio di Microbiologia. “Un enorme vantaggio perché la rapidità di risposta del test, che è di 6 minuti contro le 48/72 ore dell’esame colturale, consente di ottenere il referto in circa un’ora, il tempo per i necessari passaggi dal Drive in (via Salgari) dove viene effettuato il tampone, al Laboratorio. Questo permette al medico curante di intervenire tempestivamente con la terapia antibiotica o, nel caso di risposta negativa, di evitare di somministrare farmaci anche se in via precauzionale”.

In base ai dati regionali, dal 1 gennaio 2023 i casi di scarlattina sono stati 1.506, un numero significativamente più alto rispetto agli anni precedenti. Per trovare un picco simile di casi è necessario tornare al 2012 e al 2013, quando sono stati registrati rispettivamente 1.943 e 1.933 malati.

“Le cause di questo aumento possono essere molte”, sottolinea il dottor Giorgio Zavarise, pediatra infettivologo dell’IRCCS di Negrar. “Hanno sicuramente un ruolo le misure adottate per limitare la diffusione del COVID19, come il blocco della circolazione delle persone e l’adozione di interventi non farmaceutici come l’igiene delle mani, l’uso della mascherina e altro. Tutto questo ha contribuito a mantenere basso il carico di molte infezioni pediatriche virali e batteriche durante il picco della circolazione del SARS-CoV2. Una volta allentate le restrizioni anche lo streptococco, come tanti altri patogeni, ha ripreso a circolare intensamente. Un’altra ipotesi, tutta da verificare, è che le infezioni da COVID-19 (sia nei casi sintomatici che asintomatici) potrebbero aver portato a una disregolazione immunitaria nei bambini (il cosiddetto ‘furto immunitario’), lasciandoli così suscettibili alle successive infezioni, come è sempre accaduto per i bambini reduci da infezioni virali (varicella o influenza)”.

La scarlattina è comunque una patologia risolvibile nella grande maggioranza dei casi con una terapia antibiotica, “grazie alla quale il paziente non è più infettivo dopo 24-48 ore. E’ importante fare attenzione ai primi sintomi per agire tempestivamente: in presenza di febbre, arrossamento della gola (‘scarlatta’), e, ma non sempre, esantema su tutto il corpo è bene rivolgersi tempestivamente al proprio medico di fiducia”, raccomanda il dottor Zavarise