Il Laboratorio di Ecocardiografia, a cui è stato rinnovato l’accreditamento europeo, si arricchisce di tre nuove figure, poco conosciute in Italia: sono i sonographer, tecnici sanitari dedicati all’esame ecocardiografico. Eseguono autonomamente l’indagine diagnostica, il cui referto spetta sempre al medico

Si chiamano sonographer e sono tecnici sanitari dedicati all’esame ecocardiografico, professionisti ormai presenti da anni nel sistema sanitario di molti Paesi europei, ma emergenti in Italia. L’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria è il primo ospedale nella provincia di Verona a servirsi di queste figure presso il Laboratorio di Ecocardiografia afferente alla Cardiologia, diretta dal dottor Giulio Molon, con ricadute positive sulle liste di attesa per una prestazione molto richiesta. I tre sonographer sono un ulteriore elemento di eccellenza per un Laboratorio che recentemente ha ricevuto il rinnovo dell’accreditamento da parte della Società Europea di Imaging Cardiovascolare già ottenuto nel 2014.

“L’ecocardio è un esame ecocardiografico di primo livello per la diagnosi di molte delle patologie del cuore – spiega la dottoressa Laura Lanzoni, responsabile del Laboratorio -. I sonographer lo eseguono autonomamente secondo una sequenza stabilita e standardizzata da linee guida internazionali. Spetta comunque sempre al medico, disponibile in ogni momento dell’esame, la stesura del referto dopo aver effettuato una sorta di ‘controllo di qualità’ dell’esame eseguito o dopo averlo integrato se necessario”.

Per diventare sonographer è necessario frequentare un corso di laurea e successivamente un master universitario in tecniche ecocardiografiche di primo livello, al quale possono accedere tecnici perfusionisti e di radiologia o laureati in scienze infermieristiche. “Con l’introduzione di tre sonographer abbiamo praticamente azzerato le liste di attesa per i pazienti ricoverati che possono così accedere all’esame in tempi brevissimi durante il ricovero nel momento in cui viene richiesto dal medico e abbiamo ridotto quelle per i pazienti esterni – sottolinea la dottoressa-. Inoltre, cosa molto importante, il cardiologo, sgravato dall’incombenza delle numerose ecocardiografie, può dedicarsi a esami di secondo livello come l’ecostress o gli eco transesofagei”.

Per i sonographer sono disponibili corsi tecnico-pratici organizzati sia dalla Società Italiana di Ecocardiografia sia dall’European Association of Cardiovascular Imaging (EACVI), la stessa Società scientifica che ha rinnovato l’accreditamento europeo al Laboratorio di Ecocardiografia di Negrar. “Siamo molto orgogliosi di questa riconferma che è un’ulteriore garanzia di sicurezza per il paziente che afferisce al nostro Laboratorio – sottolinea la dottoressa Lanzoni –. Il rinnovo è il risultato soprattutto dell’accreditamento individuale di molti degli otto medici che lavorano presso il Laboratorio, quindi di un percorso articolato e impegnativo dal punto di vista dei singoli cardiologi. Un percorso che per il medico richiede molto studio e il superamento di un esame composto da uno scritto e due prove tecnico-pratiche, mentre per il Laboratorio entrano in campo anche requisiti strutturali e di dotazioni tecnologiche. Nel 2014, quando abbiamo ottenuto la certificazione, erano solo 5 i centri in Italia ad avvalersene, oggi sono 9”.

Nella foto da sinistra: dottoressa Clementina Dugo, dottor Luca Ghiselli, dottoressa Laura Lanzoni (responsabile del Laboratorio di Ecocardiografia), dottor Andrea Chiampan, dottor Stefano Bonapace, Michele Urban (sonographer), Sara Bulgari (sonographer), dottor Giulio Molon (direttore della Cardiologia), dottoressa Elena Giulia Milano e Nicoletta Andreassi Dal Ben (sonographer)