Sei pazienti della Riabilitazione del “Sacro Cuore” hanno partecipato al corso di fioretto organizzato in collaborazione con il Comitato Italiano Paralimpico. Un’iniziativa che proseguirà nei prossimi mesi con altre discipline perchè anche in ospedale lo sport può essere un formidabile strumento di socializzazione e di miglioramento delle proprie condizioni psico-fisiche
Un assalto di fioretto in piena regola con i due contendenti che si sfidano a suon di stoccate finchè il tabellone luminoso non certifica che uno dei due ha raggiunto i 5 punti. Gli atleti impegnati nella sfida sono pazienti del Dipartimento di Riabilitazione del “Sacro Cuore” e l’occasione è il corso di scherma paralimpica promosso nei giorni scorsi all’interno del reparto diretto dalla dottoressa Elena Rossato.
L’iniziativa fa parte della convenzione con il Comitato Italiano Paralimpico (Cip) stipulata nel 2018 che prevede supportare la riabilitazione dei pazienti con lesioni midollari avviandoli alla pratica di sport che se vorranno potranno continuare anche dopo la conclusionde della degenza ospedaliera. Con lo scoppio della pandemia i corsi si erano interrotti, ma ora già da alcuni mesi sono ripresi, dapprima con il tiro con l’arco (vedi articolo) ed ora con la scherma, giunta già alla seconda lezione.
Il corso è tenuto da Maddalena Previdi del Bottagisio Sport Center, istruttrice nazionale con specializzazione in scherma paralimpica. Vi partecipano sei pazienti con turni di mezz’ora. La prima parte della lezione è dedicata ad esercizi propedeutici in cui l’istruttrice insegna a tenere il fioretto e a muoverlo in modo appropriato, colpendo un bersaglio oppure parando i colpi dell’avversario.
Nell’ultima parte della lezione i partecipanti si sfidano nell’assalto che viene condotto utilizzando rigorosamente il materiale ufficiale necessario per la pratica di questo sport: corpetto elettrificato, fioretto, maschera e tabellone luminoso sul quale vengono segnati i punti come alle olimpiadi.
“Sicuramente la scherma ha una valenza riabilitativa importante – dice l’istruttrice – infatti si può praticare sulla sedia a rotelle e comporta un esercizio costante per il braccio, per il polso e per la schiena, favorendo il miglioramento della postura e l’affinamento della capacità di coordinazione. Inoltre va considerata la valenza di socializzazione sia perchè ci si confronta con gli altri sia perchè c’è un preciso codice di comportamente da rispettare”.