Nell’ambito di un progetto di Ricerca e Innovazione in collaborazione con aziende esterne per la validazione di kit di analisi molecolare sulla saliva, dall’indagine comparata su 300 campioni  sono emersi risultati che concordavano al 90% con quelli ottenuti con il tampone naso-faringeo. Ma la sensibilità del test dipende strettamente dall’abbondanza e dall’accuratezza della raccolta salivare

Con l’inizio dell’anno scolastico, entrano ufficialmente sulla scena della diagnostica Covid i tamponi molecolari salivari, a cui il ministero della Salute ha dato il via libera per la loro efficacia, sovrapponibile a quella dei tamponi molecolari naso-faringei, che restano il gold standard per la ricerca del SARS COV2.

I tamponi saranno somministrati, su base volontaria, nelle “scuole sentinella” con l’intento di monitorare la situazione scolastica e consentire il mantenimento della didattica in presenza.

Sulla sensibilità e sulla specificità dei tamponi salivari, un’ulteriore conferma è emersa dall’analisi di circa 300 campioni di saliva raccolti già a inizio 2021 dall’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria fra i dipendenti, i pazienti ricoverati e i cittadini che si sono presentati all’ambulatorio dei tamponi per sorveglianza o per sintomi riconducibili all’infezione da Sars-CoV-2. Il progetto rientrava nell’attività di Ricerca e Innovazione dell’IRCCS di Negrar in collaborazione con aziende esterne per la validazione di kit di analisi molecolare sulla saliva.

Dr. Elena Pomari

“Dall’analisi comparata è emerso che i risultati sul campione di saliva concordavano al 90% con quelli ottenuti con il tampone naso-faringeo, perfettamente in linea con quanto indicato dal Ministero”, sottolinea la dottoressa Elena Pomari, biologa del Dipartimento di Malattie Infettive-Tropicali e Microbiologia.

Ma lo studio ha rilevato anche il limite del tampone salivare, la cui sensibilità dipende strettamente dall’abbondanza e dall’accuratezza della raccolta del campione, cosa che può rendere il test problematico per gli studenti più piccoli.

“Il procedimento che abbiamo adottato prevedeva che il tutto avvenisse al mattino presto, a digiuno e prima dell’igiene orale. Ma soprattutto che la deposizione della saliva in un barattolo (sterile e senza conservanti) venisse preceduta da una raccolta in bocca, in modo tale che il volume fosse di almeno 3 millilitri, più consistente del semplice sputo. Un’operazione non veloce e nemmeno semplice”.

La modalità di raccolta della saliva adottata per le scuole consiste invece in una piccola spugnetta da tenere in bocca per circa un minuto che sarà poi consegnata dall’alunno una volta arrivato a scuola.

Poiché si tratta di un test molecolare, il campione sarà processato presso un laboratorio di Biologia Molecolare e il risultato sarà disponibile entro 24/48 ore.

In caso di referto positivo, lo studente e i relativi contatti stretti saranno presi in carico dal Dipartimento di prevenzione dell’Ulss di appartenenza con il conseguente isolamento domiciliare (7 giorni per i contatti vaccinati, 10 per quelli non vaccinati). Mentre sarà il referente Covid, invece, a dare disposizioni per i contatti scolastici.