La violenza di genere che non si manifesta esclusivamente con l’assassinio, ma anche tramite maltrattamenti, abusi sessuali e non, e angherie psicologiche. Violenze molto spesso taciute dalle stesse vittime, per paura o per vergogna.
Ma quali sono i primi segnali che possono presagire una crisi? Come riconoscerli da parte della stessa donna e anche degli operatori con cui viene in contatto. Se ne parla lunedì 11 dicembre in un convegno, aperto anche alla ciittadinanza, all’Irccs di Negrar (clicca qui per il programma)

Sono già oltre 100 le donne che quest’anno sono state uccise. Giovanissime e meno giovani, la gran parte ha perso la vita per mano di persone con cui avevano o avevano avuto un legame affettivo. Queste vittime sono la punta dell’iceberg di una violenza di genere che non si manifesta esclusivamente con l’assassinio, ma anche tramite maltrattamenti, abusi sessuali e non, e angherie psicologiche. Violenze molto spesso taciute dalle stesse vittime, per paura o per vergogna.
Ma quali sono i primi segnali che possono presagire una crisi? Come riconoscerli da parte della stessa donna e anche degli operatori con cui viene in contatto?

Giuseppe Deledda, responsabile Psicologia Clinica IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar
Dr. Giuseppe Deledda

Queste le domande che saranno al centro dell’incontro in programma lunedì 11 dicembre nella sala convegni dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. Promosso dal dottor Giuseppe Deledda, direttore dell’Unità Operativa di Psicologia dello stesso ospedale, l’incontro avrà inizio alle 13.30 ed è aperto al pubblico.

Durante il pomeriggio, il tema della violenza di genere sarà trattato anche dal punto di vista letterario, attraverso l’ultimo romanzo, Il segreto di May, pubblicato nel 2022 dalla dottoressa Luisa Nadalini, psicologa e psicoterapeuta, già direttore del Servizio di Psicologia clinica e oncologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona. Dal 2011, la dottoressa Nadalini alterna la pubblicazione di ricerche e articoli scientifici con quella di romanzi che trattano casi di violenza di genere con l’intento di diffondere la cultura della cura psicologica e della narrazione clinica.

La psicologa Benedetta Tesoro porterà invece la sua testimonianza come coordinatrice dell’area donne di casa S. Benedetto- Fondazione Don Calabria per il Sociale.

L’attività dell’Opera Don Calabria in favore delle donne in difficoltà risale al 2004, ma è nel 2018 che si specializza nell’accoglienza di donne vittime di violenza. Viene infatti aperta la “Casa Rifugio Est Veronese”, in collaborazione con la Regione Veneto e il Comune di San Bonifacio. Nel 2020 nasce anche la “Casa Rifugio Ovest Veronese”, con ente promotore l’allora Ulss 22 e sempre con il supporto della Regione. In cinque anni le case rifugio Don Calabria hanno ospitato, protetto e accompagnato nel difficile percorso di uscita dalla violenza 57 donne (cinque delle quali in gravidanza) e i loro 73 figli di età compresa tra i 4 mesi e i 18 anni.  La dottoressa Tesoro e le operatrici dell’area rifugio sono costantemente impegnate anche in momenti formativi nelle scuole, in parrocchie e nelle associazioni sportive per sensibilizzare le nuove generazioni sulle diverse tipologie di violenza affinché siano viste e riconosciute.