Il 13 e 14 novembre al “Sacro Cuore” si terrà la terza edizione del convegno sul carcinoma polmonare e le novità terapeutiche emerse nell’anno in corso, in particolare i farmaci a bersaglio molecolare e quelli immunoterapici

 

Il tumore al polmone si conferma la prima causa di morte oncologica in Italia, con 33.838 decessi nel 2016 (ultimi dati disponibili). La sopravvivenza a 5 anni è del 16%una percentuale condizionata soprattutto dal fatto che la gran parte dei carcinomi polmonari vengono diagnosticati in fase avanzata e solo nel 30% dei casi è indicato il trattamento chirurgico. Il tumore al polmone è quindi una delle maggiori sfide dell’oncologia oggi in ambito di prevenzione e di trattamento. Negli ultimi anni la ricerca clinica ha registrato risulti significativi grazie all’introduzione dei farmaci a bersaglio molecolare e immunoterapici

Proprio i trattamenti del tumore polmonare e soprattutto le novità terapeutiche emerse nell’anno in corso saranno al centro della seconda edizione del congresso nazionale sulla neoplasia polmonare non a piccole cellule che si terrà mercoledì 13 e giovedì 14 novembre all’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria sotto la direzione scientifica della dottoressa Stefania Gori, direttore dell’Oncologia Medica. Patrocinato dall’Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM) e Associazione Italiana Radioterapia e Oncologica Clinica (AIRO), il congresso vede la partecipazione di relatori provenienti dalle maggiori strutture ospedaliere oncologiche italiane (in allegato il programma)

 

Dottoressa Gori, qual è l’andamento del tumore al polmone in Italia?
Nel 2019 sono stimate 42.500 nuove diagnosi (mille in più rispetto al 2018) con un aumento del 2,2% nella popolazione femminile e un calo dell’1,6% in quella maschile. Un trend dovuto, purtroppo, alla diffusione del fumo fra le donne, un tempo brutta abitudine tipicamente maschile. Si tratta della seconda neoplasia più frequente negli uomini e la terza nelle donne. Il fumo di sigaretta è il più rilevante fattore di rischio per l’insorgenza del carcinoma polmonare: ad esso è attribuibile l’85-90% dei casi. I fumatori hanno un rischio 14 volte superiore rispetto ai non fumatori di contrarre la neoplasia e di 20 volte superiore se la quantità di sigarette fumate al giorno supera la ventina.


La sopravvivenza è condizionata dalla diagnosi che il più delle volte avviene quando il tumore è in fase avanzata. Perché non viene introdotto lo screening, come per il tumore del colon o della mammella?

Studi condotti su soggetti apparentemente sani, senza alcun sintomo o malattia, lo screening, tramite radiografia del torace ed esame citologico dell’espettorato, non ha prodotto una significativa riduzione della mortalità. Risultati diversi hanno invece prodotto i numerosi studi condotti su persone ad alto rischio con età superiore ai 50 anni e forti fumatori. L’utilizzo della TC spirale ha determinato l’individuazione di piccole neoplasie polmonari in persone asintomatiche, che hanno potuto essere così avviate a intervento chirurgico. Nonostante i risultati incoraggianti, dagli studi in corso, soprattutto in Europa, si attendono risposte su varie questioni ancora aperte: la valutazione dei costi e benefici dell’esame, il tasso dei falsi positivi e il peso delle “sovradiagnosi” oltre agli effetti collaterali dovuti alle radiazioni della TC, ripetute nel tempo. Quello dello screening rimane quindi un tema aperto e in corso di valutazione presso il ministero della Salute.

 

Quali sono oggi le armi terapeutiche a disposizione contro il tumore al polmone?

La scelta terapeutica è dettata da molti fattori. Innanzitutto dalle caratteristiche cliniche del paziente, poi dal tipo istologico del tumore (a piccole cellule e a non piccole cellule), dalle peculiarità molecolari e dallo stadio della malattia. In base a tutte queste componenti vengono impiegate la chirurgia, la radioterapia e la terapia medica, da sole o in associazione. Il trattamento per ogni singolo paziente deve essere deciso in un contesto multidisciplinare affinché abbia la massima efficacia. Nell’ambito del Dipartimento Oncologico dell’IRCCS di Negrar opera un gruppo multidisciplinare del quale fanno parte: anatomopatologo, oncologo, chirurgo toracico, pneumologo, radiologo, geriatra, medico nucleare e radioterapista.

 

Quali sono le novità per quanto riguarda le terapie?

Sicuramente l’introduzione nella terapia medica di farmaci a bersaglio molecolare e immunoterapici di nuova generazione che agiscono stimolando l’attivazione del sistema immunitario del paziente contro le cellule tumorali. Recentemente si sono ottenuti interessanti risultati in termini di aspettativa di vita in casi di tumore localmente avanzato con l’impiego di un farmaco immunoterapico, utilizzato come terapia di mantenimento dopo chemio e radioterapia. Inoltre per i pazienti con malattia in stadio metastatico fino a qualche anno fa l’unica opzione terapeutica possibile era la chemioterapia. Invece oggi, in base alle caratteristiche del tumore, alcuni casi possono essere trattati in prima linea con farmaci a bersaglio molecolare o immunoterapici con vantaggi in sopravvivenza e qualità di vita. Durante il convegno si parlerà inoltre dei risultati emersi dagli studi clinici che hanno valutato nei pazienti metastatici l’associazione di chemioterapia e immunoterapia.