Con l’intensificarsi degli spostamenti umani, anche da un continente all’altro, si è sviluppata la Medicina dei Viaggiatori, una specialità interdisciplinare che ha come ambito di interesse la prevenzione, la diagnosi e la cura delle malattie associate al viaggio. Gli specialisti in questa disciplina si occupano e rispondono di malattie dei viaggiatori, di epidemie, di vaccinazioni internazionali e sono in strettissimo contatto con le Agenzie internazionali preposte al monitoraggio delle malattie nel mondo.

Viaggiare è lavoro o studio; viaggiare è divertimento, viaggiare è lasciare il proprio Paese per cercare una vita migliore. L’importante, potrebbe declamare una pubblicità progresso, è farlo in salute.

Non a caso con l’intensificarsi degli spostamenti umani, anche da un continente all’altro, si è sviluppata la Medicina dei Viaggiatori, una specialità interdisciplinare che ha come ambito di interesse la prevenzione, la diagnosi e la cura delle malattie associate al viaggio. Gli specialisti in questa disciplina si occupano e rispondono di malattie dei viaggiatori, di epidemie, di vaccinazioni internazionali e sono in strettissimo contatto con le Agenzie internazionali preposte al monitoraggio delle malattie nel mondo.

In 24 ore da casa all’altra parte del mondo

Oggigiorno viaggiare è diventato relativamente semplice: in circa 24 ore si può andare da casa al posto più lontano dall’altra parte della Terra e, allo stesso modo, in un giorno si ritorna a casa dai luoghi più remoti del pianeta. Questo significa nel primo verso (quello dell’andata) che in pochissime ore ci possiamo ritrovare immersi in un ambiente completamente diverso da quello nel quale viviamo regolarmente; e nel secondo verso (il ritorno) che il rientro a casa avviene in tempi assai più brevi del tempo di incubazione di quasi tutte le malattie (conseguenza: queste malattie acquisite in Paesi lontani devono essere diagnosticate in patria, dove non sempre i medici sono addestrati a sufficienza per farlo).

Quanto si viaggia?

Fino al 2019, immediatamente prima della brusca interruzione causata dalla pandemia da COVID-19, ogni anno nel mondo si spostava più di 1 miliardo di persone. Ora, a pandemia conclusa, i viaggi sono ripresi, in alcuni Paesi addirittura non solo si è tornati ai numeri pre-pandemici, ma li si è superati. Si stima, comunque, che entro il 2030 si sposteranno ogni anno nel mondo circa 2 miliardi di persone. Gli italiani che ogni anno escono dai confini nazionali sono circa 18 milioni, il 10% dei quali si dirige verso Paesi della cosiddetta fascia tropicale o sub-tropicale.

Chi viaggia?

 Se è vero che la maggior parte dei viaggi si fanno ancora per divertimento/vacanza, questa tipologia è andata via via diminuendo negli ultimi 20 anni, complice la crisi economica. Nel contempo, si sono fatte strada sempre più altre categorie di viaggiatori: i lavoratori, i cooperanti internazionali, i missionari, gli studenti che passano un periodo del loro iter di studio fuori Italia e i migranti che, una volta stabilizzatisi nel nuovo Paese, tornano periodicamente a far visita a familiari ed amici nelle terre d’origine. 

Perché rivolgersi prima di partire a un ambulatorio di Medicina dei Viaggiatori

Un consulto all’Ambulatorio per la Medicina dei Viaggiatori comincia con un colloquio dal quale il medico riesce ad individuare i rischi cui il viaggiatore si espone specificamente per quel viaggio. A seconda dell’itinerario, della storia sanitaria e vaccinale del singolo individuo, degli eventuali farmaci assunti in cronico, della tipologia di viaggio (vacanza, di lavoro, di cooperazione, avventuroso, organizzato nei minimi dettagli, zaino-in-spalla…), viene creato un piano strategico per salvaguardare al meglio la salute del viaggiatore.

Questo significa, di volta in volta, somministrazione di vaccini, consigli per prevenire le varie forme di diarrea del viaggiatore o i modi migliori per gestirla se comparisse, profilassi anti-malarica o strategie per prevenire malattie tipiche del Paese mèta del viaggio.
L’ambulatorio di Medicina dei Viaggiatori del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali di Negrar si trova al sesto piano dell’ospedale Don Calabria. Per prenotare un consulto è necessario telefonare allo 045.6013257. Non si svolgono consulti telefonici.

E quando si torna a casa…

Il post viaggio non è un momento da sottovalutare. Non sempre le cose vanno per il verso giusto, e visto che i soggiorni spesso sono di pochi giorni anche in luoghi molto lontani, può capitare che le malattie contratte in Paesi tropicali e sub-tropicali si manifestino al rientro. Quindi se una volta tornati si presentano malessere, febbre, sfoghi cutanei, disturbi intestinali… è bene recarsi in un reparto di Malattie Infettive per gli opportuni accertamenti. Non solo per la propria salute, ma anche per quella pubblica.

Un esempio sono le malattie Dengue, Zika e Chikungunya, originarie dei Paesi tropicali e sub-tropicali, ma trasmesse dalla zanzara tigre comune (Aedes albopictus), presente da oltre 30 anni in Italia.

La diagnosi tempestiva di queste infezioni è fondamentale per evitare epidemie autoctone. Infatti una volta accertata la malattia, il caso viene segnalato al comune e all’ASL di appartenenza affinché provvedano alla disinfestazione per un raggio di 200 metri dalla casa del paziente al fine di evitare che una zanzara si infetti pungendo il malcapitato e trasmetta il virus a un’altra persona.

Con la collaborazione del dottor Andrea Rossanese
Medico di Medicina dei Viaggiatori dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria