Un’uscita particolare quella che hanno vissuto sei pazienti dell’Unità Spinale: grazie al supporto logistico dell’Ordine di Malta hanno potuto visitare il Santuario della Madonna della Corona a Ferrara di Monte Baldo (Verona). “Anche il tempo vissuto fuori dall’ospedale fa parte del percorso di riabilitazione di questi pazienti. Queste occasioni dimostrano praticamente che nonostante la grave invalidità  è possibile ritornare a una vita di inclusione sociale”, dice la dottoressa Elena Rossato, direttore della Medicina Fisica e Riabilitazione.

Nell’ambito del progetto “Turismo sociale inclusivo del Veneto” venerdì 1 settembre sei pazienti dell’Unità Spinale dell’IRCCS di Negrar, diretta dal dottor Giuseppe Armani, hanno visitato il Santuario della Madonna della Corona di Ferrara di Monte Baldo.

Il progetto, istituito dalla Presidenza del Consiglio dei ministri in collaborazione con la Regione Veneto e coordinato per la provincia di Verona dall’Ulss 9, ha come obiettivo “la promozione di azioni per favorire l’accessibilità e l’inclusione della persona con disabilità e la sua famiglia nel contesto sociale, attraverso Iniziative a carattere culturale e turistico, esperienze di tirocini lavorativi, attività per il tempo libero e lo sport”.

Ad accompagnare i pazienti, la dottoressa Elena Rossato, direttore della Medicina Fisica e Riabilitazione, e alcuni componenti della Delegazione veronese dell’Ordine di Malta, partner del progetto, che hanno assicurato il supporto logistico all’iniziativa.

Il dottor Antonio Giovinazzi e gli infermieri,  Alessandro Ortombina e Giannella Stocher del Cisom (Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta) hanno presidiato, insieme alla fisioterapista dell’Unità Spinale, Annalisa Gobbetti, la parte sanitaria.

Il gruppo è stato accolto dal rettore del Santuario, mons. Martino Signoretto, che ha illustrato agli ospiti la storia di un luogo di culto dedicato alla Madonna che sembra sorgere dalla roccia del Monte Baldo e delle opere d’arte in esso contenute.

“Il percorso riabilitativo dei lesionati midollari che viene effettuato dal ‘Sacro Cuore Don Calabria’ ha sempre contemplato dei momenti all’esterno dell’ospedale dove questi pazienti, purtroppo, rimangono per molto tempo”, spiega la dottoressa Rossato. “Anche con il supporto dei volontari Galm (Gruppo animazione lesionati midollari) sono state organizzate giornate in montagna, perfino sulla neve, in luoghi turistici o dedicati allo sport terapia – prosegue -. Lo scopo è quello di dimostrare al paziente che, in maniera diversa, cioè su una carrozzina, è possibile fare moltissime cose, che apparentemente sembrano precluse. In altre parole che è possibile ritornare ad una vita di inclusione sociale anche dopo un grave trauma o una malattia che preclude l’uso parziale o totale degli arti. Anche la visita al Santuario della Madonna della Corona, grazie al progetto ‘Turismo sociale inclusivo del Veneto’ e alla generosa disponibilità dell’Ordine di Malta, rientra in questo percorso riabilitativo, oltre ad essere un’occasione di arricchimento spirituale e culturale per tutti noi che vi abbiamo partecipato”.