I loro viaggi su “due ruote” sono protagonisti della trasmissione “Kilimangiaro”: Danilo e Luca sono in carrozzina da 20 anni ma non si sono arresi di fronte alle difficoltà, perché “la disabilità è la possibilità di una vita autonoma in modo differente”
La loro ‘missione’ è dimostrare che è possibile vivere pienamente nonostante la disabilità. Lo fanno viaggiando dal 2015 su ‘due ruote’, lungo l’Italia e all’estero, e praticando sport cosiddetti estremi. Sono Danilo Ragona, progettista e designer, e Luca Paiardi, architetto e musicista, che venerdì 12 aprile hanno raccontato le loro ‘imprese’ ai pazienti dell‘Unità Spinale dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, diretta dal dottor Giuseppe Armani. I loro viaggi alle Canarie, sull’Himalaya, a 5.300 metri, lungo la strada “carozzata” più alta del mondo, e in Kenya, solo per citare alcuni Paesi, sono stati più volte protagonisti della trasmissione di Rai3, “Kilimangiaro”.
Danilo e Luca si sono conosciuti vent’anni fa in un momento tragico per entrambi, vittime di due gravi incidenti a causa dei quali hanno perso l’uso delle gambe. Dalla loro amicizia e dalla voglia di non arrendersi di fronte alle difficoltà, è nato “Viaggio Italia” (www.viaggioitalia.it), un progetto dove “la disabilità non è più vissuta come peso sociale, ma come possibilità di una vita autonoma in modo differente”, hanno detto a chi come loro si serve di una carrozzina per muoversi. Un cambio di prospettiva che cercano di diffondere nel tessuto socialeanche contribuendo attivamente a progetti, come quello finanziato dalla Regione Basilicata per rendere la “Matera dei sassi” città accessibile, in occasione della sua designazione a “Capitale europea della cultura”.
Per i disabili, secondo Danilo e Luca, nulla è precluso. Infatti nei loro viaggi si cimentano in sport come il deltaplano e utilizzano per gli spostamenti barche a vela, downhill e canoa. “Abbiamo fatto perfino serf”, hanno raccontato sottolineando che queste imprese sono possibili grazie a realtà che pochi conoscono, ma che esistono anche in Italia e forniscono questo tipo di supporto ai disabili.
Le tappe del loro “Viaggio Italia” comprendono le Unità Spinali che accolgono e riabilitano le persone vittime di lesioni midollari a causa delle quali hanno perso la mobilità degli arti inferiori e superiori o di entrambi.
L’Unità Spinale del “Sacro Cuore Don Calabria” fa parte del Dipartimento di riabilitazione, diretto dal dottor Renato Avesani, e ricovera ogni anno da tutta Italia circa 25 pazienti con lesioni midollari. Dotato di apparecchiature di ultima generazione, come l’esoscheletro e del percorso per la riabilitazione dell’arto superiore, il Dipartimento è diventato anche dal punto di vista tecnologico un centro di riferimento riabilitativo a livello regionale e nazionale.
Anche grazie alla presenza attiva e costante dei volontari del Galm, l’associazione delle persone con lesione midollare nella provincia di Verona, i pazienti ricoverati vengono coinvolti in iniziative per l’avvio alla vita autonoma, come lezioni di guida o corsi di cucina. Lo scorso settembre il Dipartimento di riabilitazione ha stipulato un accordo con il Comitato Italiano Paralimpico per favorire la pratica di sport a livello anche agonistico tra i pazienti con disabilità motoria acquisita.