Gavezzoli Diego

Il dottor Diego Gavezzoli è il nuovo direttore della Chirurgia Toracica. Formato anche nell’ambito della Cardiochirurgia, è esperto di tecniche chirurgiche mini-invasive per il tumore del polmone, ma anche di chirurgia delle malformazioni della parete toracica e funzionale. “Oggi la gran parte degli interventi vengono eseguiti in toracoscopia, ma il futuro della chirurgia toracica è la robotica perché permette l’accuratezza del gesto anche quando gli accessi sono particolarmente ristretti”.

Il suo amore per le due ruote avrebbe potuto indurlo a fare il ciclista o il pilota su pista (oggi fa parte del Motoclub Brixia Special di Brescia). Quello per il calcio a calpestare per professione i campi italiani (è stato arbitro per 10 anni: “Sono arrivato fino alla categoria interregionale… Avevo i calzoni corti in tutti i sensi, ho smesso l’ultimo anno di università…). Ma a prevalere su tutto, per il dottor Diego Gavezzoli, è stata la passione per la chirurgia. In particolare per la Chirurgia Toracica, specialità dell’Unità Operativa che guida da gennaio al “Sacro Cuore Don Calabria” prendendo il testimone dal dottor Alberto Terzi.

Nato a Brescia 50 anni fa, si è laureato in Medicina e Chirurgia a Pavia nel 1996, con specializzazione in Chirurgia Toracica nel 2002 all’Università Statale di Milano. Prima di approdare in Valpolicella prestava la sua opera agli Spedali Civili di Brescia; dal 2003 al 2006 nell’Unità Operativa di Cardiochirurgia e dal 2008 al 2021 in quella di Chirurgia Toracica, con una breve parentesi, dal 2007 al 2008, presso la Chirurgia Generale dell’Azienda Ospedaliera Bolognini di Seriate, dove gestiva l’Ambulatorio specialistico di Chirurgia Toracica ed Endoscopia respiratoria.

La mia formazione è cardiochirurgica, anche se ho acquisito la specialità in chirurgia toracica – spiega il dottor Gavezzoli -. In Europa la specialità è unica e contempla la formazione cardiochirurgica e toracica”. Non a caso durante le due esperienze all’estero, il dottor Gavezzoli ha lavorato presso l’Ospedale Cardio-Toracico “L. Pradel” di Lione, dove ha svolto attività di sala operatoria e di ricerca (sviluppo di modelli sperimentali per lo studio della conservazione d’organo nel trapianto cardiaco), e all’Istitute Mutualiste de Montsouris Parigi dove si è occupato di cardiochirurgia, ma anche di chirurgia toracica e vascolare.

Se è vero che la chirurgia toracica ha molte affinità con quella del cuore, è altrettanto vero che la prima racchiude un mondo che, contrariamente a quanto si è soliti pensare, va oltre la chirurgia oncologica del polmone. “Il trattamento chirurgico della neoplasia maligna polmonare e degli altri organi toracici è solo una parte della specialità di cui mi occupo – conferma il neo primario –. L’altra comprende, per esempio, la chirurgia delle patologie malformative della parete toracica (petto escavato e carenato) con tecniche classiche e mini-invasive. Oppure la chirurgia funzionale per la terapia della iperidrosi severa degli arti superiori o del fenomeno di Raynaud”. Per quanto riguarda l’eccessiva sudorazione di ascelle o mani, il dottor Gavezzoli ha accumulato una vasta esperienza presso il centro da cui proviene; la tecnica chirurgica innovativa e i risultati ottenuti sono stati presentati nel 2018 al Congresso internazionale ISSS (International Society Simpatetic Surgery) società di cui è membro. “La tecnica della simpaticectomia toracica bilaterale sincrona con mini-accessi ascellari, intubazione monolume e senza esclusione polmonare né utilizzo di Co2 è il frutto del lavoro e del lungo percorso dell’equipe di Brescia da quando all’inizio degli anni 2000 il dott. Pietro Bovolato, il primario che mi riportò nella mia città natale, decise di intervenire su questa patologia ”, spiega il chirurgo.

La tecniche chirurgiche mini-invasive prevalgono ormai anche per la chirurgia del tumore al polmone. “Il gesto chirurgico negli anni si è notevolmente raffinato nella cosiddetta chirurgia open. A parte alcuni interventi, come quello per mesotelioma pleurico, che sono particolarmente demolitivi, quando è necessaria un’apertura toracica, gli accessi consistono sempre in pochi centimetri di incisione. Detto questo la gran parte degli interventi vengono eseguiti in toracoscopia, con l’introduzione della videocamera e degli strumenti accessori attraverso gli spazi intercostali, e con il robot. La robotica è il futuro della chirurgia toracica: permette l’accuratezza del gesto anche quando gli accessi sono particolarmente ristretti”.

Purtroppo la percentuale dei casi di tumore che trovano nella chirurgia la soluzione curativa è ancora molto bassa (20%). “La gran parte delle diagnosi avviene quando la neoplasia è allo stadio avanzato, per cui non sempre la chirurgia è possibile o se possibile prevede l’intervento delle cure farmacologiche e della radioterapia. Lo screening che permetterebbe, come nel caso del cancro al seno o del colon, una diagnosi precoce, e quindi la migliore prognosi, per il tumore al polmone, non è stato ancora introdotto. Solo recentemente si inizia a parlarne grazie all’avvento di TAC a basse radiazioni, per cui l’esecuzione frequente dell’esame non comporta eccessivi rischi. Tuttavia è necessario sottolineare che nella cura del tumore al polmone negli ultimi anni si sono fatti notevoli progressi con un conseguente aumento della sopravvivenza, impensabile fino a pochi decenni fa. Questo grazie all’approccio multidisciplinare alla patologia e all’introduzione di nuovi farmaci”, conclude il dottor Gavezzoli.