L'ospedale "Sacro Cuore-Don Calabria" è Amico dei bambini
Con la cerimonia di oggi in Sala Perez l’Unicef ha nominato ufficialmente l’IRCCS di Negrar “Amico dei bambini”, a conclusione di un impegnativo percorso che ha coinvolto oltre 300 tra medici, infermieri e operatori dell’intera struttura
Si è svolta oggi presso l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore-Don Calabria di Negrar (VR) la cerimonia di nomina, da parte dell’UNICEF, dell’Ospedale ad “Amico dei bambini” per la promozione, la protezione e il sostegno dell’allattamento materno (vedi foto).
Sono intervenuti: Norberto Cursi, presidente del Comitato UNICEF di Verona; Elise Chapin, coordinamento Programma UNICEF Italia Insieme per l’Allattamento; Chiara Bosio, coordinatore operativo del Programma veneto “Ospedali e Comunità Amici del bambino OMS/UNICEF- Coordinamento e sviluppo rete per l’allattamento materno”; Elisa Pastorelli, consulente tecnico-scientifico dello stesso Programma; Mario Piccinini, amministratore delegato dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria; dottor Marcello Ceccaroni, direttore della Ostetricia e Ginecologia; dottor Antonio Deganello, direttore della Pediatria; dottoressa Ermanna Fattori, pediatra.
Un Ospedale Amico compie una trasformazione dell’assistenza a mamme e bambini nel proprio punto nascita, applicando i “Dieci passi per la promozione, la protezione ed il sostegno dell’allattamento” e superando una serie di visite di valutazione. Il percorso per diventare Ospedale Amico ha coinvolto non solo i reparti di Ostetricia e Neonatologia dell’Ospedale di Negrar, ma tutto il personale che viene a contatto con donne in gravidanza, bambini e le loro famiglie. Più di 300 operatori dell’Ospedale hanno partecipato ad uno dei corsi di formazione, da chi ha fatto un orientamento a chi ha affinato le tecniche pratiche per aiutare le mamme. In questo periodo, l’Ospedale ha sviluppato ed attuato protocolli specifici sull’alimentazione dei bambini e si è impegnato a rispettare il Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno, proteggendo così sia famiglie sia operatori da pressioni commerciali.
L’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria ha iniziato il percorso di riconoscimento nel 2012 con l’adesione al Programma della Regione Veneto “Ospedali e Comunità Amici del Bambino OMS-UNICEF-Coordinamento e sviluppo rete per l’allattamento materno” che ha l’obiettivo di accompagnare nell’iter di riconoscimento UNICEF le strutture venete aderenti.
“E’ stato un percorso lungo ed impegnativo, che ci ha permesso di perfezionare ed implementare, grazie alla procedura codificata dell’UNICEF, le buone pratiche per la promozione dell’allattamento materno che già venivano attuate nel nostro ospedale”, sottolineano i dottori Antonio Deganello, direttore della Pediatria e Neonatologia, e Marcello Ceccaroni, direttore dell’Ostetricia e Ginecologia. “Il valore aggiunto dell’adesione a questo progetto lo abbiamo constatato già nel corso dei sei anni che ci hanno portato alla nomina di ‘Ospedale Amico dei Bambini’: le mamme intervistate, come prevede la procedura UNICEF, hanno dichiarato ‘che si sono sentite coccolate’ da tutto il personale, apprezzando così l’assistenza ricevuta durante la gravidanza, la degenza per il parto e nei primi mesi di vita del bambino. Inoltre, grazie ai protocolli per il sostegno all’allattamento e alla formazione degli operatori, il tasso di allattamento esclusivo al seno al momento della dimissione è passato nella nostra struttura dal 65% nel 2012 all’oltre 80%”.
L’iniziativa internazionale “Baby Friendly Hospital – Ospedale Amico dei Bambini” è stata lanciata nel 1991 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dal Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) per assicurare che tutti gli ospedali accolgano nel miglior modo possibile i bambini neonati e divengano centri di sostegno per l’allattamento. In Italia sono attualmente riconosciuti 27 ospedali che con le 7 Comunità Amiche dei Bambini e i 3 Corsi di Laurea Amico dell’Allattamento, formano il programma UNICEF: Insieme per l’Allattamento. In Veneto sono 7 gli ospedali che hanno ottenuto il riconoscimento San Bonifacio, Bassano, Bussolengo/Villafranca, Feltre, Mestre, Santorso e Negrar.
Foto 1: il presidente dell’ospedale fratel Gedovar Nazzari con Norberto Cursi, presidente del comitato Unicef di Verona
Foto 3: Mario Piccinini, amministratore delegato dell’ospedale
Foto 6: dottor Antonio Deganello, direttore della Pediatria
Foto 7: dottor Marcello Ceccaroni, direttore dell’Ostetricia e Ginecologia
Foto 8: dottoressa Ermanna Fattori, pediatra
Foto 9: Chiara Bosio, coordinatore operativo del Programma Veneto “Ospedali e Comunità amici del bambino OMS/Unicef
Foto 10: Elise Chapin, coordinamento programma Unicef Italia “Insieme per l’allattamento”
Foto 11: Elisa Pastorelli, consulente tecnico-scientifico del programma regionale
Alla dottoressa Pertile il premio dei chirurghi europei della retina
Il direttore dell’Oculistica di Negrar è stato insignito dalla EVRS del premio “Reja Zivojnovic”, conferito annualmente ad uno specialista oftalmologo che a livello mondiale si è distinto nell’ambito della chirurgia vitrio-retinica
La dottoressa Grazia Pertile, direttore dell’Oculistica dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria, è stata insignita dalla Società Europea di Vitreo-Retina (EVRS) del premio “Reja Zivojnovic”, conferito annualmente ad uno specialista oftalmologo che a livello mondiale si è distinto nell’ambito della chirurgia vitrio-retinica. La cerimonia di consegna si è tenuta in occasione del congresso annuale dell’EVRS che ha avuto luogo a Praga dal 30 agosto al 2 settembre.
La dottoressa Pertile è la prima donna a ricevere questo prestigioso riconoscimento in 18 anni di vita del premio, dedicato a un pioniere della chirurgia vitreo-retinica, il dottor Zivojnovic, appunto. Al dottor Richard Spaide di New York è andato invece l’EVRS Award per i suoi studi sulla diagnostica delle patologie retiniche.
Cinquantadue anni, originaria di Asiago, dal 2003 è a capo dell’Oculistica di Negrar, dopo aver conseguito la specializzazione all’Università di Maastricht (Olanda) e aver lavorato dal 1999 al 2003 presso il Middelheim Hospital di Anversa (Belgio). Chirurgo di fama internazionale, fa parte dell’équipe per la realizzazione della retina artificiale fotovoltaica tutta “made in Italy”, progetto a cui partecipano il gruppo del professor Guglielmo Lanzani, fisico del Politecnico e direttore del Centro di nanoscienze e tecnologia dell’Istituto italiano di tecnologia (IIT) di Milano e quello del professor Fabio Benfenati, direttore del Dipartimento di Neuroscienze e neurotecnologie dell’IIT di Genova (vedi articolo di approfondimento sul tema).
Sotto la sua guida, l’Oculistica del “Sacro Cuore Don Calabria” è diventata Centro di riferimento del Veneto per le malattie della retina e polo di attrazione da tutta Italia, con oltre il 60% dei pazienti con malattie retiniche provenienti da fuori regione.
Durante il congresso la dottoressa Pertile ha tenuto due relazioni.La prima relativa a 12 anni di esperienza dell’Oculistica di Negrar nel campo del trapianto autologo di coroide ed epitelio pigmentatoche viene effettuato in casi selezionati di degenerazione maculare senile che non possono beneficiare della terapia con iniezioni intraoculari. Si tratta di un intervento complesso che consiste nel trapianto di un lembo di coroide prelevato dalla periferia dello stesso occhio e posizionato al centro della retina, in modo da ripristinare l’apporto metabolico alla macula. Il trapianto autologo ha fornito inoltre importanti informazioni sulla possibilità di successo di un eventuale trapianto di epitelio proveniente dalla banca dei tessuti. L’altra relazione tenuta dalla dottoressa Pertile era incentrata sulle difficoltà tecniche della chirurgia nell’occhio affetto da miopia elevata e le strategie per superarle.
Comitato Italiano Paralimpico e "Sacro Cuore" insieme per lo sport senza barriere
Viene ufficializzato oggi a Negrar un accordo tra il Dipartimento di Riabilitazione del “Sacro Cuore” e il Comitato Italiano Paralimpico per favorire la pratica di sport a livello anche agonistico tra i pazienti con disabilità motoria acquisita
L’esempio più eclatante è quello di Bebe Vio, che a causa di una meningite fulminante ha perso molte delle proprie funzionalità motorie, ma non si è arresa e ha trovato nello Fioretto una grande occasione di rinascita, fino a diventare un simbolo di tutto lo sport italiano. Di storie come la sua ce ne sono tante, magari meno note ma ugualmente straordinarie. Come quella di Federico Falco, costretto su una sedia a rotelle a seguito di un incidente, ricoverato per lungo tempo presso la il Dipartimento di Riabilitazione dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria e oggi nazionale di tennistavolo paralimpico, pronto per partecipare alle olimpiadi di Tokyo 2020.
Altre storie come queste potrebbero nascere grazie ad una nuova convenzione tra ospedale di Negrar e il Comitato Italiano Paralimpico (CIP), per promuovere lo sport tra i pazienti che hanno acquisito una disabilità motoria in seguito ad un trauma e sono ricoverati nel reparto di Riabilitazione del nosocomio della Valpolicella. L’accordo sarà ufficializzato oggi al “Sacro Cuore Don Calabria”, in concomitanza con una gara di orienteering organizzata all’interno dell’ospedale per i pazienti dell’Unità Spinale. Sarà presente anche il vicepresidente del CIP Veneto, Giovanni Izzo.
La convenzione prevede che il CIP metta i propri tecnici a disposizione dei pazienti della Riabilitazione interessati a intraprendere uno sport paralimpico, offrendo loro una consulenza e, quando necessario, anche la strumentazione necessaria alla pratica scelta. I destinatari sono in particolare i pazienti adulti con patologie neurologiche (mielolesioni, gravi cerebrolesioni acquisite, malattie cerebrovascolari) in carico presso il “Sacro Cuore Don Calabria”.
L’idea alla base dell’iniziativa è che lo sport, praticato a livello amatoriale o agonistico, offra un grande supporto alla riabilitazione delle persone con una disabilità motoria acquisita, contribuendo al mantenimento dello stato di salute e alla prevenzione di ulteriori problemi. “All’interno del nostro reparto proponiamo già da tempo appuntamenti settimanali con la pratica sportiva amatoriale e collaboriamo già con molte società del territorio che fanno parte della Federazione Sport Paralimpici, come basket, tennistavolo, nuoto, tiro con l’arco e altri – spiega il dottor Renato Avesani, direttore del Dipartimento di Riabilitazione – ora con questa convenzione pensiamo di proporre, naturalmente solo per chi lo desidera, un avvio ad un’attività anche agonistica con tecnici e strumenti adeguati”.
Proprio la gara di orienteering in programma oggi alle ore 14 nel giardino dell’ospedale (ritrovo ore 13) rappresenta la conclusione delle attività extraospedaliere, in particolare sportive, praticate durante l’anno dai pazienti dell’Unità Spinale, diretta dal dottor Giuseppe Armani. Durante l’evento gli utenti in carrozzina saranno impegnati su un percorso disegnato appositamente all’interno dell’ospedale. La gara si svolgerà su 15 punti distribuiti tra spazi comuni interni e parco esterno del nosocomio. La partecipazione sarà a coppie, in quanto ogni utente sarà affiancato da un volontario, anch’egli in carrozzina, del Galm Verona (Gruppo di Animazione dei Lesionati Midollari), associazione che da molti anni collabora con l’Ospedale e che, proprio all’interno del Servizio di Riabilitazione, ha uno sportello settimanale con presenza del suo presidente, Aldo Orlandi. Con questa presenza ed altre iniziative si occupa di dare supporto a coloro che sono affetti da lesione al midollo spinale a Verona e provincia.
matteo.cavejari@sacrocuore.it
Malattie infettive e tropicali confermato centro collaboratore dell'OMS
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rinnovato la collaborazione iniziata nel 2014 per la strongiloidosi e le malattie tropicali neglette, la cui ricerca caratterizza il neonato IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria
Il Dipartimento Malattie infettive e tropicali dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria è stato confermato Centro collaboratore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Dopo quattro anni dalla designazione da parte del Direttore generale dell’OMS, l’Organizzazione che ha sede a Ginevra ha effettuato le verifiche periodiche e ha rinnovato la collaborazione all’Unità Operativa Complessa, diretta dal professor Zeno Bisoffi, per la strongiloidosi e le altre malattie tropicali neglette, i cui studi contraddistinguono il neonato Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico.
I Centri collaboratori affiancano l’OMS in svariati ambiti: per esempio nella ricerca, nella stesura delle linee guida, nella raccolta e analisi di dati, nella diffusione delle informazioni scientifico-sanitarie, nel fornire pareri tecnici alla stessa OMS. “Nel nostro piano di attività avanziamo delle proposte e rispondiamo a delle richieste specifiche fatte dal Dipartimento delle malattie tropicali neglette dell’OMS che si occupa dei programmi di controllo di queste patologie nei Paesi in cui sono endemiche. Queste attività spesso riguardano lo sviluppo di test diagnostici da impiegare ‘sul campo’ o studi sui farmaci”, spiega la dottoressa Dora Buonfrate che assieme al professor Bisoffi dirige il Centro collaboratore di Negrar.
Sono 276 i Centri collaboratori dell’Oms in Europa, 28 in Italia, ed ogni Centro, oltre ad essere sottoposto a verifica ogni quattro anni, deve fornire annualmente un report sull’attività svolta. “Quello di Negrar è l’unico Centro collaboratore dell’OMS che si occupa di strongiloidosi: tra i nostri obiettivi vi è anche quello di fornire dati scientifici all’Organizzazione per dimostrare quanto sia fondamentale iniziare ad implementare sistemi di controllo per lo Strongyloides, il parassita responsabile della malattia”, sottolinea l’infettivologa.
Maggiormente diffusa in aree tropicali e subtropicali, la strongiloidosi è una malattia presente anche in Italia sebbene spesso misconosciuta. Negli ultimi dieci anni il Dipartimento di Malattie infettive e tropicali del “Sacro Cuore Don Calabria” ha diagnosticato diverse centinaia di casi (la più alta casistica in Italia), ma si stima che nel mondo siano almeno 360 milioni le persone infette e uno studio del 2006 ha dimostrato che nella parte settentrionale del nostro Paese sono migliaia i soggetti ammalati. Si tratta in gran parte di anziani, che si sono infettati, magari in gioventù o da bambini, camminando in campagna a piedi scalzi, o toccando con le mani terriccio contaminato da feci umane. Il sintomi possono essere banali (come un intenso prurito), ma in caso di immunodepressione la parassitosi può svilupparsi nella forma nota come disseminata, quasi sempre mortale. Fondamentale quindi la diagnosi precoce, da proporre prima di tutto a soggetti sintomatici o con aumento dei globuli bianchi eosinofili nel sangue.
Sempre per quanto riguarda la strongiloidosi, il Dipartimento del “Sacro Cuore Don Calabria” gestisce la Strongyloides Sharing Platform, una piattaforma informatica all’interno del sito web dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che riunisce i ricercatori di tutto il mondo interessati alla malattia parassitaria, per lo scambio di informazioni e di dati e per azioni comuni di sensibilizzazione verso questa patologia.
“E’ di fatto una malattia negletta, cioè trascurata dalla ricerca pubblica e anche dalle case farmaceutiche in quanto non ha attrazione commerciale – afferma la dottoressa Buonfrate – . Una delle nostre proposte all’OMS condivisa da altri ricercatori è di inserirla nell’elenco delle neglected tropical diseases con l’obiettivo che venga così inclusa nei programmi di controllo nelle aree endemiche”.
Le malattie tropicali neglette sono una delle aree principali di ricerca dell’IRCCS di Negrar, tra queste la Schistosomiasi, la Malattia di Chagas e le filarie. L’ampia casistica e le ricerche effettuate dal Dipartimento hanno indotto l’Oms ad ampliare l’area di collaborazione con il “Sacro Cuore Don Calabria” rispetto a quattro anni fa, includendo assieme alla strongiloidosi non solo le altre parassitosi intestinali ma anche le patologie tropicali neglette.
Il "Sacro Cuore" IRCCS per le Malattie Infettive e Tropicali
Con questo riconoscimento da parte del Ministero della Salute, l’ospedale di Negrar entra nell’elenco delle 50 strutture italiane che hanno raggiunto livelli di eccellenza nella ricerca applicata alla clinica in diversi ambiti medici
Con il decreto del 23 maggio 2018, il Ministero della Salute ha riconosciuto il carattere scientifico nella disciplina “malattie infettive e tropicali” all’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. Quello di Negrar è il terzo IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) del Veneto, con l’Istituto Oncologico Veneto di Padova e la Fondazione Ospedale San Camillo di Venezia. In Italia gli IRCCS sono 50 specializzati in varie discipline mediche. Il “Sacro Cuore Don Calabria” è l’unico ospedale ad aver ottenuto il riconoscimento anche per le malattie tropicali, patologie di interesse globale alla luce dell’incremento esponenziale negli ultimi anni dei viaggi in aree tropicali e dei flussi migratori.
Questa mattina nella sala convegni Fr. Perez dell’Ospedale, si è tenuta la conferenza stampa in cui l’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, ha illustrato alla stampa questo importante riconoscimento per la Sanità veneta e nazionale. Alla confrenza stampa, condotta dal dottor Fabrizio Nicolis, direttore sanitario dell’ospedale di Negrar, sono intervenuti, oltre all’assessore Coletto, il presidente dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria, fr. Gedovar Nazzari; l’amministratore delegato, dottor Mario Piccinini, e il direttore di Malattie Infettive e Tropicali, professor Zeno Bisoffi. Hanno tenuto un breve intervento anche il prorettore dell’Università di Verona, professor Antonio Lupo, il presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Verona, professor Alfredo Guglielmi, e il direttore della Sezione di Malattie Infettive e Tropicali dell’Università di Verona, Ercole Concia. In allegato un breve filmato della conferenza stampa.
Che cosa sono gli IRCCS
Gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) sono ospedali di eccellenza con finalità di ricerca, che deve trovare necessariamente sbocco in applicazioni terapeutiche. Inoltre effettuano prestazioni di ricovero e cura di alta specialità. In qualità di IRCCS tali istituti godono di un finanziamento statale (che va ad aggiungersi a quello regionale) che può essere utilizzato solo per attività di ricerca relativa alle materie riconosciute.
L’iter di riconoscimento
L’iter di riconoscimento dell’IRCCS ha avuto inizio nel 2014 con la richiesta alla Regione Veneto da parte dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria. Nel 2015 la Regione, ritenendo la richiesta compatibile con la programmazione socio-sanitaria, ha modificato la scheda di dotazione ospedaliera del “Sacro Cuore Don Calabria” e ha provveduto successivamente ad inoltrare la richiesta di riconoscimento di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico al Ministero della Salute. Il ministro ha successivamente nominato una Commissione formata da esperti nella disciplina oggetto della richiesta di riconoscimento che ha valutato i criteri di idoneità anche con due visite alla struttura. Il parere favorevole della Commissione è stato poi sottoposto dal Ministro alla Conferenza Stato-Regioni e al presidente della Regione Veneto che ha espresso la sua formale intesa ai fini dell’adozione del provvedimento di riconoscimento. L’iter si è concluso con il decreto del ministro Beatrice Lorenzin (23 maggio 2018) e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Dal Centro per le Malattie Tropicali all’IRCCS
L’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive e Tropicali nasce come Centro per le Malattie Tropicali dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria, diretto dal 2000 da Zeno Bisoffi, professore associato all’Università di Verona. L’U.O.C. raccoglie probabilmente la più ampia casistica nazionale nell’ambito delle malattie tropicali e parassitarie. In quasi 30 anni di attività del Centro sono stati trattati oltre 1.500 casi di malaria. Tra il 2015 e il 2017 sono stati oltre un centinaio i ricoveri per questa patologia, tutti casi d’importazione.
Negli ultimi due anni, con lo sviluppo delle metodiche di biologia molecolare e l’arrivo di nuove ricercatrici e ricercatori, la competenza diagnostica sulla malaria ha raggiunto un livello di assoluta eccellenza. Ad esempio su incarico dei periti nominati dal tribunale sono state svolte recentemente, in parallelo con l’Istituto Superiore di Sanità, le indagini che hanno permesso di chiarire la natura del contagio nell’evento tragico della morte per malaria della piccola Sofia di Trento, che non si era mai recata all’estero.
Tuttavia il principale carattere distintivo dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di Negrar è il lavoro di ricerca – traslazionale (scoperte di laboratorio che hanno immediate applicazioni cliniche), clinica ed epidemiologica – focalizzato prevalentemente sulle “Poverty Related Diseases”, cioè sulle malattie che sono state trascurate dalla ricerca (pubblica e privata) perché riguardano le popolazioni povere del pianeta, ma che oggi rappresentano – alla luce dei flussi migratori e dell’incremento dei viaggi in aree tropicali – un tema di interesse globale.
Con il riconoscimento di IRCCS, l’U.O.C. incrementerà la sua attività anche nell’ambito delle malattie infettive, in collaborazione con l’Università di Verona e le Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona. Sul tavolo della comunità scientifica ci sono problemi epocali come la resistenza agli antibiotici dei “super batteri”.
Malattie Infettive e Tropicali è Centro di riferimento regionale per le patologie d’importazione e Centro Collaboratore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la strongiloidosi e le altre parassitosi intestinali (dal 2014). Inoltre è coordinatore scientifico del progetto regionale di sorveglianza epidemiologica delle “febbri estive” suddivise in autoctone (West Nile Fever) e di importazione (dengue, chikungunya e virus Zika) ma che possono diffondersi in Italia (si veda l’epidemia di chikungunya nella regione Lazio l’anno scorso) per la presenza di vettori efficaci (zanzara tigre).
Nella storia del CMT un Papa e tre illustri veronesi
Il Centro per le Malattie tropicali (CMT) dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria è stato istituito nel 1989 dalla Fondazione Don Giovanni Calabria per le Malattie tropicali, fondata nel 1988 dall’Opera Don Calabria, da Medici con l’Africa-CUAMM e dall’UMMI (Unione Medico Missionaria Italiana) per dare una risposta ai religiosi e volontari che tornavano ammalati dalle terre di missione. Tra i fondatori della Fondazione anche il professor Giorgio Zanotto, il professor Giorgio De Sandre e l’avvocato Giambattista Rossi, tre illuminati protagonisti della Verona di quell’epoca, grazie ai quali nacque anche l’Università scaligera.
Prestigiosa certificazione di qualità per l'Endoscopia digestiva
Il Servizio di Endoscopia ed Ecoendoscopia digestiva ha ottenuto l’accreditamento SIED che certifica l’elevata qualità e gli standard di eccellenza raggiunti nell’erogazione delle prestazioni ai pazienti
Prestigioso riconoscimento per il Servizio di Endoscopia ed Ecoendoscopia Digestiva del Sacro Cuore Don Calabria di Negrar.
Nei giorni scorsi ha ottenuto l’accreditamento da parte della Società Italiana di Endoscopia Digestiva (SIED) che certifica l’elevata qualità e gli standard di eccellenza raggiunti dal Servizio di cui è responsabile il dottor Marco Benini e che afferisce alla Gastroenterologia, diretta dal dottor Paolo Bocus (nella foto di copertina con tutta l’équipe).
Le strutture accreditate in tutta Italia sono 18 tra cui Istituto Europeo di Oncologia, l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e l’Ismett di Palermo.
L’accreditamento, che è volontario, rappresenta un’ulteriore garanzia per il paziente che si rivolge al Servizio per esami, solo per citarne alcuni, come la gastroscopia, la colonscopia o la più sofisticata ecoendoscopia (video che descrive l’esame). Si tratta di un’ecografia “interna”, disponibile solo in pochi ospedali italiani, che permette di effettuare una ecografia ad alta risoluzione della parete del tubo digerente e delle strutture adiacenti ad esso, fondamentale per la diagnosi e la stadiazione dei tumori.
“Siamo molto orgogliosi della certificazione da parte di un ente autorevole e indipendente come la SIED – commenta il dottor Benini -. I criteri di valutazione per ottenere l’accreditamento sono, infatti, molto stringenti e si basano su rigidi parametri di qualità ampiamente riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale.Vengono valutati gli aspetti scientifici e professionali e l’organizzazione dei processi sanitari. Nel non breve percorso che ha portato alla certificazione è stata coinvolta l’Associazione Nazionale degli Infermieri Operatori Tecniche Endoscopiche (ANOTE), che ha messo a disposizione un team di infermieri per affiancare SIED nell’iter di accreditamento sulle tematiche specifiche del loro ruolo. Il risultato è frutto del lavoro di tutti i componenti del servizio e della costante collaborazione con l’Ufficio Qualità Integrato dell’ospedale”.
Il Servizio di Endoscopia ed Ecoendoscopia del “Sacro Cuore Don Calabria” è un centro di eccellenza per la diagnostica precoce e la terapia delle malattie e dei tumori gastrointestinali, del pancreas e delle vie biliari. All’anno vengono eseguiti circa 8mila esami diagnostici.
Stefania Gori presidente nazionale degli oncologi italiani
La direttrice dell’Oncologia Medica del “Sacro Cuore Don Calabria” è la prima donna ai vertici dell’Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM) che ha una storia di oltre quarant’anni e conta 2.500 soci
Stefania Gori, direttore dell’Oncologia Medica del “Sacro Cuore Don Calabria”, è la prima donna al vertice dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM).
Presidente eletto dall’ottobre del 2015, è’ entrata in carica come presidente nazionale al termine del XIX Congresso della Società scientifica, che si è tenuto a Roma dal 27 al 29 ottobre. Al suo fianco avrà Giordano Beretta, come presidente eletto, Roberto Bordonaro, segretario nazionale, e Saverio Cinieri, riconfermato Tesoriere. Il Consiglio direttivo nazionale 2017/2019 è composto da Giuseppe Procopio, Nicla La Verde, Sergio Bracarda, Silvia Novello, Antonio Russo, Giuseppe Aprile, Lucia Del Mastro, Daniele Farci.
Stefania Gori, dopo aver lavorato nell’Oncologia Medica di Perugia, dirige dal 2013 il Dipartimento oncologico della struttura sanitaria veronese. Dal 2007 è componente del Consiglio direttivo nazionale AIOM.
“Nell’ultimo decennio abbiamo ottenuto risultati che inizialmente sembravano irraggiungibili – afferma la Presidente – . I sette obiettivi della società scientifica per i prossimi anni saranno: ridurre il carico di malattia tumorale, puntando ad un accesso sempre più ampio alle nuove terapie per tutti i pazienti su tutto il territorio; aumentare il confronto e la collaborazione con le Istituzioni sanitarie; identificare in maniera sempre più chiara e condivisa con la Società Europea di Oncologia (ESMO) del profilo dell’oncologo medico; rafforzare la posizione dell’oncologia all’interno di un Servizio Sanitario Nazionale che sta cambiando (vedi implementazione delle Reti Oncologiche Regionali); supportare la ricerca oncologica no profit; fornire adeguata informazione ai pazienti e ai cittadini (sito AIOM, sito Fondazione AIOM, media e social); rafforzare la collaborazione con le altre società scientifiche nazionali e internazionali”.
“Voglio anche intensificare e valorizzare il contributo delle colleghe– aggiunge la dottoressa Gori -. Le oncologhe nell’AIOM sono oltre mille, eppure è la prima volta che una donna diventa presidente della nostra società scientifica. È un fatto significativo“. Un impegno importante e prioritario, sottolineato dal Presidente AIOM, sarà con i soci (oltre 2.500) che rappresentano la vera forza di AIOM, e con i coordinatori regionali: con tutti loro andrà aumentato il confronto e la collaborazione.
Mario Piccinini riconfermato alla guida dell'Aris del Triveneto
L’amministratore delegato del Sacro Cuore Don Calabria è al suo terzo mandato come presidente dell’Aris del Triveneto che riunisce 21 strutture sanitarie, 235 in tutta Italia
Mario Piccinini, amministratore delegato dell’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, è stato riconfermato alla guida dell’Aris Triveneto, l’Associazione religiosa degli istituti socio-sanitari che a livello nazionale riunisce 235 strutture sanitarie cattoliche.
La riconferma del dottor Piccinini, che è al suo terzo mandato, è avvenuta all’unanimità da parte degli associati del Veneto, Friuli Venezia Giulia e delle Provincie autonome di Trento e Bolzano.
All’Aris Triveneto aderiscono 21 strutture di cui sei ospedali classificati, cioè equiparati a quelli pubblici, un Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico, la Fondazione Istituto San Camillo di Venezia, e sette Centri di riabilitazione oltre a numerose case di cura.
A Verona fanno parte dell’Aris oltre alla Cittadella della Carità di Negrar (che comprende l’ospedale Sacro Cuore Don Calabria e le Rsa Casa Perez e Casa Nogarè) anche il Centro Polifunzionale Don Calabria e l’ospedale Villa Santa Giuliana.
Mario Piccinini, laureato in Giurisprudenza, dal dicembre del 2015 è amministratore delegato dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar in cui ha ricoperto anche il ruolo di direttore amministrativo. Nell’ambito dell’Aris nazionale è consigliere e membro della Commissione nazionale per i rinnovi contrattuali di medici e non medici.
Il Sacro Cuore è sempre più "europeo"
‘ospedale di Negrar, unico nel Veneto, ha ottenuto l’accreditamento presso il Gruppo Informale degli Uffici di Rappresentanza Italiani a Bruxelles (GIURI). Si tratta di un importante punto d’appoggio per la partecipazione ai bandi in materia sanitaria
L’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria compie un nuovo passo verso l’Europa. E’ dello scorso mese di dicembre, infatti, l’avvenuto accreditamento della struttura scaligera presso il GIURI, il Gruppo Informale degli Uffici di Rappresentanza Italiani a Bruxelles.
L’organismo riunisce gli uffici italiani operanti nella ‘Capitale dell’Unione Europea’ e attivi nel campo della Ricerca e Innovazione. Ne fanno parte centri di ricerca, pubbliche amministrazioni centrali e regionali, associazioni di categoria, intermediari finanziari, istituti bancari e molte altre realtà. L’obiettivo di questo gruppo è facilitare e migliorare lo scambio di informazioni e la cooperazione tra i propri membri con particolare attenzione al Programma Quadro sulla Ricerca ed Innovazione dell’UE, denominato Horizon 2020.
Grazie a questo accredito, l’ospedale di Negrar sarà aggiornato con la massima tempestività sui bandi di imminente uscita in tema di sanità, oltreché sulle nuove politiche di salute della Commissione Europea. Inoltre il GIURI può fornire un supporto operativo nella progettazione per partecipare ai bandi europei, in quanto è coordinato dall’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea (APRE), che è il Punto di Contatto Nazionale per l’8° Programma Quadro Europeo sulla Ricerca ed Innovazione, appunto HORIZON 2020 (ed è quindi l’ente di riferimento per ricevere supporto nella stesura dei progetti e nella partecipazione ai bandi).
Il Sacro Cuore, ad oggi, è l’unico Ospedale veneto iscritto al Gruppo, il quale comprende altresì importanti strutture sanitarie e diversi IRCSS italiani.
Enrico Andreoli
Stefania Gori è il nuovo presidente degli oncologi italiani
Il direttore dell’Oncologia medica, Stefania Gori, è il nuovo presidente eletto dell’Aiom. La prima donna alla guida della Società scientifica nata nel 1973
Il direttore dell’Oncologia medica dell’ospedale Sacro Cuore-Don Calabria di Negrar, la dottoressa Stefania Gori, è il nuovo presidente eletto dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), la più importante e rappresentativa Società scientifica dell’oncologia italiana, che raggruppa oltre il 95% dei medici che si occupano di questa disciplina.