L’8 settembre è la Giornata mondiale dedicata ai fisioterapisti, protagonisti sempre più attivi del percorso di cura del paziente e nella prevenzione. L’IRCCS di Negrar è  un centro di riferimento per la riabilitazione che conta 56 professionisti devisi tra l’ambito ortopedico e quello neurologico e viscerale

Da tempo non sono più l’ultima spiaggia, dove approdare quando non resta altro da fare perché la spalla duole o la cervicale fa i capricci. Negli ultimi 20 anni i fisioterapisti sono diventati infatti una figura sanitaria strategica nel delineare, in équipe con gli altri specialisti, il percorso di cura del paziente, intervenendo anche in chiave preventiva.

Massimo Mengalli e Alessandra Bovo

“Pochi decenni fa il termine fisioterapia pre-operatoria veniva colto in ospedale come una sorta di stranezza da parte di chi lo pronunciava. Oggi è entrato nel linguaggio comune di coloro che lavorano in corsia”, spiegano Alessandra Bovo e Massimo Mengalli, rispettivamente responsabili dei fisioterapisti ortopedici e dei fisioterapisti che si occupano di patologie neurologiche e viscerali all’IRCCS di Negrar, alla vigilia della Giornata dedicata alla loro professione che si celebra in tutto il mondo l’8 settembre.

PARTE ATTIVA  E STRATEGICA DEL PERCORSO DI CURA DEL PAZIENTE

Un profilo professionale quello attuale a cui ha contribuito anche l’istituzione della laurea triennale, che dal 2000 è subentrata al diploma.  E’ in corso anche la creazione di un Ordine dei fisioterapisti, autonomo a quello che oggi comprende i tecnici sanitari di radiologia medica, le professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione.

LA FISIOTERAPIA PRE-OPERATORIA

Al ‘Sacro Cuore-Don Calabria’ sono attivi diversi protocolli chirurgici nei quali la figura del fisioterapista interviene prima dell’intervento affinché il paziente affronti la chirurgia nelle condizioni fisiche ottimali e contribuisca attivamente, una volta subita l’operazione, al migliore recupero”, spiega Mengalli. “Uno di questi protocolli è ERAS per la chirurgia colon-rettale e bariatrica. Ma anche il percorso per la chirurgia toracica. In questo caso nel giorno fissato per il pre-ricovero insegniamo al paziente la ginnastica respiratoria, consegnandogli l’apposito dispositivo. Ciò gli permette di arrivare all’intervento con la capacità respiratoria alla massima potenzialità e di prendere coscienza dei movimenti diaframmatici e costali difficilmente percettibili nel momento in cui è presente il dolore post-chirurgico”. I fisioterapisti specializzati nella riabilitazione del pavimento pelvico, invece, si recano nei reparti di urologia e ginecologia per illustrare agli operati alla prostata e alle donne che hanno subito interventi ginecologici quali sono le complicanze post-chirurgiche, quali quelle che possono gestire in autonomia e in quali invece necessitano di un intervento fisioterapico. “Lo stesso successo di un intervento spesso è determinato anche dalla fisioterapia pre e post operatoria”, sottolinea Bovo.

ALTA TECNOLOGICA E FATTORE UMANO

L’evolversi della figura del fisioterapista è andata a pari passo con lo sviluppo della tecnologia in campo riabilitativo, che oggi vede enormi investimenti da parte delle aziende specializzate. La Riabilitazione di Negrar, da sempre un punto di riferimento nazionale per la riabilitazione intensiva dei lesionati midollari e cranici, ha anticipato i tempi. Nel 2015, infatti, è stato acquisito l’Esoscheletro per la deambulazione dei pazienti parzialmente paralizzati e nel 2018 un sistema robotico per il recupero degli arti superiori.

“La tecnologia è una grande risorsa non solo nel contribuire all’efficacia della terapia, ma anche per la misurazione oggettiva dei progressi raggiunti”, sottolinea Mengalli. “Questi sistemi robotici sono infatti dotati di piccoli computer in grado di raccogliere i dati e di elaborarli fornendo a un quadro globale del lavoro svolto, con la possibilità di modificarlo seconda dei casi”. Non per questo il fisioterapista ha perso la sua importanza. “Quando il paziente è impegnato con questi dispositivi – prosegue – noi non diventiamo un semplice accessorio, ma rimaniamo la presenza che guida il paziente ad eseguire correttamente gli esercizi. Senza dimenticare che senza la relazione umana, la fisioterapia perde i suoi connotati…”.

Credo che noi siamo la figura sanitaria che trascorre più tempo con il paziente”, afferma Bovo. “Raccogliamo le speranze, le angosce, gli sfoghi, le confidenze durate il tempo della terapia. A volte gli stessi pazienti dicono: ‘Ma perché le sto raccontando queste cose?’, sopresi di essersi così aperti con una persona estranea. Tra i pazienti che noi curiamo ci sono persone, come coloro che hanno avuto gravi incidenti o malattie gravi, che restano in ospedale per mesi. Diventiamo per loro una persona di riferimenti e lo siamo diventati ancora di più durante l’emergenza Covid-19, quando non potevano ricevere visite da parenti ed amici”.

L’ORGANIZZAZIONE DELLA FISIOTERAPIA AL “SACRO CUORE DON CALABRIA

L’ambito ortopedico comprende 15 fisioterapisti. Quattro sono impegnati nella palestra interna al reparto di Ortopedia, diretto dal dottor Claudio Zorzi (70 posti letto). Qui vengono trattati per cinque giorni i pazienti operati che necessitano di riabilitazione. Una volta dimessi vengono trasferiti nel reparto di Riabilitazione Ortopedica , diretto dal dottor Roberto Filippini, oppure nel reparto di Medicina Fisica e Riabilitativa e Lungodegenza, diretta dal dottor Zeno Cordioli, per un ciclo di terapia fisica della durata di due settimane per due volte al giorno (anche il sabato). Completato il programma il paziente può scegliere, se ne ha necessità, di proseguire privatamente presso il Servizio di Riabilitazione Ortopedica del Centro diagnostico di via San Marco (Verona diretto sempre dal dottor Filippini) o contribuendo solo con il ticket presso il Servizio di Medicina Fisica e Riabilitazione dell’Ospedale.

Servizio, diretto dalla dottoressa Elena Rossato, si occupa di Riabilitazione neurologica e viscerale a cui si dedicano 41 fisioterapisti. Alcuni di loro si occupano del trattamento dei pazienti ambulatoriali (esterni) che affluiscono, circa 90 al giorno, nella palestra di Casa Nogarè anche per problemi ortopedici o fisiatrici. La gran parte del lavoro viene tuttavia svolto con i pazienti degenti della Riabilitazione Intensiva, diretta dal dottor Giuseppe Armani, e della Medicina Fisica e Riabilitativa e Lungodegenza. Reparti che complessivamente contano 93 posti letto e due palestre: al primo e al terzo piano dell’Ospedale Don Calabria. “Operiamo anche nelle strutture socio-sanitarie presso le 5 palestre di Casa Nogarè, Casa Perez e Casa Clero. Le persone ospitate sono circa 300”, precisa Mengalli.

LA RIABILITAZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO

Che prosegue: “Siamo uno dei pochi ospedali specializzati nella riabilitazione del pavimento pelvico, con pazienti provenienti da fuori regione e numeri di richieste che facciamo fatica a soddisfare. Tre terapiste si dedicano alle donne sottoposte ad intervento di endometriosi, per cui Negrar è un centro di riferimento nazionale. Ma anche ad operazioni di ginecologia oncologica o addominale. Un terapista invece si doccupa della riabilitazione maschile, per i pazienti operati di tumore alla prostata”, spiega ancora Mengalli.

COSA PORTERA’ IL FUTURO PER I FISIOTERAPISTI?

“Credo che la pandemia abbia dato un certo impulso alla creazione di una figura territoriale, alla stregua del medico di medicina generale – rispondono -. I fisioterapisti sono stati molto impegnati nei reparti Covid per mobilizzare i pazienti a lungo allettati in terapia intensiva e per contribuire con la ginnastica respiratoria ad impedire l’aggravamento della malattia. Si è visto anche l’importanza del trattamento fisioterapeutico nel superamento del post Covid. Se i cittadini affetti da patologie respiratorie croniche, ortopediche o articolari potessero usufruire di un terapista territoriale, diminuirebbero di certo il ricorso all’ospedalizzazione o i casi di invalidità permanente. Per ora il fisioterapista territoriale è solo un progetto, che, speriamo, si concretizzi presto”.