Cinquemila trattamenti e oltre 600 pazienti in meno di tre anni. Sono i numeri record effettuati dal Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata dell’IRCCS di Negrar con Unity, l’acceleratore lineare dotato di Risonanza Magnetica ad alto campo, presente in Italia solo al Sacro Cuore Don Calabria e nel mondo in una cinquantina di strutture ospedaliere. Risultati più che incoraggianti

Cinquemila trattamenti e oltre 600 pazienti in meno di tre anni. Sono i numeri record effettuati dal Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata dell’IRCCS di Negrar con Unity, l’acceleratore lineare dotato di Risonanza Magnetica ad alto campo, presente in Italia solo al Sacro Cuore Don Calabria e nel mondo in una cinquantina di strutture ospedaliere. “Con questi risultati ci collochiamo tra i centri a livello internazionale con maggiore esperienza di questa tecnica, che consente trattamenti in grado di colpire con la massima precisione e ad alte dosi la lesione tumorale, salvaguardando i tessuti sani circostanti”, spiega Filippo Alongi, direttore del Dipartimento e professore associato alla facoltà di Medicina di Brescia.

“La presenza a bordo di una Risonanza Magnetica ad alto campo (1,5 Tesla, la stessa che viene impiegata a scopo diagnostico) permette di effettuare un trattamento altamente personalizzato per ogni paziente – prosegue –. A differenza di quanto avviene con la radioterapia classica per la quale è previsto che il piano di cura venga stabilito all’inizio del ciclo terapeutico, con Unity prima di ogni seduta, e nel corso della stessa, sono reimpostati, modificati e ri-adattati i parametri di cura a seconda della grandezza e della posizione della lesione tumorale, che può variare a causa dei movimenti fisiologici degli organi addominali. Tutto questo senza una maggiore esposizione a radiazioni del paziente, perché la RM utilizza campi magnetici”.

Dei 600 pazienti trattati oltre la metà sono uomini con tumore alla prostata localizzato per cui Unity è particolarmente indicato, “tanto che questa tecnica si è dimostrata, per casi selezionati, un’alternativa all’intervento chirurgico, che, per quanto accurato, può comportare maggiori rischi di incontinenza urinaria e di disfunzione erettile”, spiega ancora il professor Alongi. “Proprio per il carcinoma prostatico siamo il centro al mondo con maggiore esperienza, in termini di pazienti irradiati, nei trattamenti Unity in sole 5 sedute contro le 30 previste dalla radioterapia tradizionale. Un vantaggio enorme per il paziente che evita così settimane di accessi ospedalieri quotidiani e possibile grazie a una precisione di irradiazione tale da consentire l’impiego di alte dosi di energia in un lasso di tempo limitato”.

I risultati, molto incoraggianti, di questa tecnica sono stati pubblicati di recente su riviste scientifiche prestigiose tra le quali Cancers, Frontiers in Oncology, Radiation Oncology e Acta Oncologica“Nove pazienti su 10 dopo solo 5 sedute hanno registrato un significativo calo del valore PSA nel sangue, indicatore indiretto della malattia oncologica prostatica e, secondo diversi studi, fattore predittivo di risposta a lungo termine. Mentre al primo controllo PET, 7 pazienti su 10 affetti da una o più metastasi addominali e pelviche, per cui Unity è sempre indicato, hanno riportato un arresto, una remissione o totale scomparsa della sede attiva di malattia, rispetto allo stesso esame radiologico effettuato precedentemente al trattamento. Finora non si sono verificati effetti collaterali rilevanti o correlabili direttamente al ciclo di cure, anche nei soggetti più fragili”, conclude il professor Alongi che porterà i risultati ottenuti al Congresso nazionale spagnolo di Radioterapia, previsto dal 27 al 29 settembre a Palma di Maiorca.