
L’Hospice “Don Luigi Pedrollo” in cinque mesi ha accolto 84 pazienti con malattia oncologica terminale o scompensi d’organo irreversibili. Accanto alle cure convenzionali, l’équipe del dottor Roberto Magarotto ha introdotto quelle complementari come la musicoterapia e la visita degli animali da affezione. Nel 2026 sarà realizzato un laboratorio di arteterapia e sarà introdotta la pratica del “caring massage”.
Una sorta di “condominio” formato da dieci appartamenti indipendenti dove essere a casa. Davanti un prato verde costellato di ulivi, tanto che a guardarli non puoi fare a meno di pensare alla strofa di una celeberrima canzone di Roberto Vecchioni: “La vita è così grande che quando sarai sul punto di morire, pianterai un ulivo, convinto di vederlo ancora fiorire”
E’ l’Hospice “Don Luigi Pedrollo” della Cittadella della Carità, situato nella stessa area dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. Da luglio di quest’anno ha accolto 84 ospiti, gran parte persone con malattia oncologica terminale, ma anche con scompensi d’organo irreversibili. Insieme a loro i familiari che vogliono “abitare” con il loro caro, disponendo ogni paziente di un monolocale con tanto di angolo cottura.


“Gli obiettivi primari dell’Hospice sono il controllo del dolore e delle difficoltà respiratorie, il supporto nutrizionale e psicologico”, spiega il dottor Roberto Magarotto, responsabile clinico della struttura. “Accanto alle terapie mediche, cosiddette convenzionali, nel nostro piano di assistenza sono comprese le terapie complementari”.
Musicoterapia: l’armonia che “cura”
La prima introdotta è la musicoterapia, anche grazie al supporto economico de “Il Sorriso di Beatrice”, l’associazione veronese di volontariato dedicata al sostegno delle persone affette da tumore e delle attività svolte in loro favore. “Esistono ormai numerosi studi scientifici che dimostrano l’influenza positiva della musica sul paziente: l’armonia musicale riduce la frequenza cardiaca e quella del respiro e diminuisce la percezione del dolore, rendendo possibile in alcuni casi un minore intervento farmacologico”, sottolinea Magarotto.
Una volta alla settimana la musicista Lorenza Pollini, specializzata in musicoterapia, incontra individualmente i pazienti, e i loro parenti, che lo desiderano. La dottoressa Pollini, diplomata in arpa, vincitrice di concorsi internazionali, dopo aver insegnato ai Conservatori di Castelfranco Veneto e di Brescia, ha assunto la cattedra del Conservatorio della Svizzera Italiana a Lugano.
“Durante questi incontri Pollini suona l’arpa collegata ad altri strumenti che possono suonare gli ospiti. A volte vengono intonati dei canti, magari suggeriti dai parenti perché particolarmente cari ai pazienti”, spiega il medico oncologo specializzato in cure palliative. “Non si tratta di incontri fine a sé stessi, ma sono seguiti da un confronto con la musicista sull’apportato che la seduta dà al paziente”.
Cani e gatti in visita ai loro padroni
Oltre alla musicoterapia recentemente è stato concessa la visita degli animali di affezione degli ospiti, cani e gatti. “Non si tratta di pet therapy propriamente detta – specifica Magarotto – Ma la presenza in stanza del proprio animale, anche per poche ore, è una grande fonte di benessere psicologico e caratterizza ancora di più in senso familiare l’ambiente in cui l’ospite si trova a vivere”.
In programma un laboratorio di arteterapia
Il 2026 è alle porte e anche gli ulteriori progetti che lo staff dell’Hospice intendono realizzare con il nuovo anno, nell’ambito delle terapie complementari. “Vorremmo creare un laboratorio di arteterapia – anticipa il medico -. Per questa realizzazione abbiamo già ricevuto delle donazioni. L’arteterapia – prosegue – è uno strumento attraverso il quale il paziente esprime le proprie emozioni, i propri stati d’animo che non riesce a verbalizzate, riduce lo stress e l’ansia e aumenta l’autostima. Inoltre è un modo attraverso il quale il paziente può lasciare un ricordo ai propri cari, come è già successo con la musicoterapia, nell’ambito della quale alcuni ospiti già esperti di musica hanno scritto dei brani”.
… e le sedute di “caring massage”

Oltre all’arte terapia sarà introdotto anche il “caring massage”, una terapia complementare che si basa sul contatto. A praticarlo la psicologa Sara Poli e la coordinatrice infermieristica dell’Hospice, Barbara Murari: entrambe hanno frequentato il corso di formazione alla Scuola di Caring Massage di Torino con sede anche a Verona.“Non si tratta di una tecnica di fisioterapia – precisa Murari – ma di con-tatto curativo il cui cardine è la relazione di cura espressa con tocchi consapevoli e leggeri. L’intento non è limitato solo alla riduzione dell’ansia e dello stress nel paziente, ma anche quello di aiutarlo a recuperare la percezione del proprio corpo al di là della sofferenza della malattia. Il contatto con l’altro, inoltre, allevia la percezione di solitudine che inevitabilmente colpisce le persone di fronte a un percorso di fine vita e, viceversa, rafforza quel legame di solidarietà umana di cui tutti abbiamo bisogno”
Solidarietà e un senso di famiglia che i parenti e gli amici dei pazienti testimoniano di avere respirato durante la loro permanenza in Hospice. “Molti ci dicono che non avrebbero mai immaginato che un’esperienza come quella di accompagnare il proprio caro nell’ultimo tratto di vita potesse lasciare tanta serenità nonostante il dolore della perdita. Attestazioni di questo tipo ci danno la forza di mantenere passione e impegno quotidiani – conclude il dottor Magarotto – è quello che volevamo e siamo riusciti a realizzare”.

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