Da ricovero per anziani a IRCCS: la storia centenaria e straordinaria dell'ospedale Sacro Cuore
Carità, professionalità e percezione del futuro sono i cardini della storia centenaria dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar raccontata nel libro “Guarite i malati”. Il volume, ricco di testimonianze e immagini, è stato presentato in un evento a Verona che si può rivedere cliccando sul link www.youtube.com/c/OspedaleSacroCuoreNegrar
Una storia centenaria, risultato di intuizioni, di visioni profetiche, di amore per i più fragili e di una fede granitica nella Provvidenza. Fede vissuta da un Santo – don Giovanni Calabria – e tramandata come testamento spirituale a coloro che nei decenni hanno raccolto il suo testimone.
Questa è la storia straordinaria dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar raccontata nel libro Guarite i malati, edito da Trifolio, in occasione del Centenario (1922-2022) e presentato ieri alla Gran Guardia attraverso le parole dei vertici della struttura – il presidente fratel Gedovar Nazzari, l’amministratore delegato Mario Piccinini e il direttore sanitario Fabrizio Nicolis -, di quelli dell’Opera Don Calabria – don Miguel Tofful – e del curatore, il giornalista e scrittore Stefano Lorenzetto. Alla tavola rotonda, coordinata da Mario Puliero, direttore di Telearena, sono intervenuti anche il vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, e la vicepresidente della Regione Veneto, Elisa De Berti.
Sullo schermo, dietro ai relatori, le fotografie di Lou Embo Roiter, vedova del grande fotografo veneziano Fulvio Roiter, e i ritratti di Maurizio Don che arricchiscono le 272 pagine del volume, accompagnando le 28 testimonianze scritte da religiosi della Congregazione calabriana, dirigenti, medici, infermieri, tecnici ospedalieri, imprenditori, scrittori, pazienti. Tutti in qualche modo legati alla figura del santo veronese e all’ospedale che ha le sue radici in un ricovero per anziani (Casa del Sacro Cuore) fondato nel 1922 dal parroco di Negrar, don Angelo Sempreboni, e acquisito dai Poveri Servi della Divina Provvidenza – la Congregazione fondata da San Calabria – nel 1933. Oggi quella Casa del Sacro Cuore è diventata Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (in Italia gli Irccs, nelle diverse discipline, sono solo 51), ospedale classificato (quindi equiparato al pubblico), presidio ospedaliero della Regione Veneto e no profit, cioè tutti gli utili di bilancio vengono reinvestiti per lo sviluppo dell’ospedale stesso.
Guarite i malati si apre con “uno speciale pensiero augurale” di papa Francesco, che esprime il “vivo apprezzamento per la generosa e amorevole dedizione manifestata verso il prossimo ammalato e bisognoso di cure” e “incoraggia a perseverare in un lodevole atteggiamento di carità”. A seguire anche gli interventi del presidente del Consiglio Mario Draghi (“La storia dell’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria testimonia il progresso dell’assistenza sanitaria in Italia. Ne illustra la graduale professionalizzazione, il miglioramento delle cure, la vocazione all’innovazione”), del presidente della Regione Veneto Luca Zaia (Negrar è “un presidio ospedaliero della Regione del Veneto dal 2013, all’avanguardia per tecnologie, laboratori di ricerca e prestazioni”)
DON CALABRIA: IL SANTO DELLA PROVVIDENZA E DELLA CARITA’ VERSO I PIU’ FRAGILI
Anche il vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, ha voluto dare la sua testimonianza nel libro e come alla Gran Guardia ha esaltato la figura del Santo veronese che “ha saputo diffondere la carità verso i più poveri e abbandonati, verso i giovani, spesso gli smarriti, e specialmente verso gli ammalati, di cui condivise le sofferenze nell’ultimo tribolato tratto della propria vita”.
UN OSPEDALE NATO DAL CARISMA DI UN SACERDOTE VERONESE
Sull’eredità di don Calabria è ritornato il superiore generale dell’Opera e sesto successore del Santo veronese, padre Miguel Tofful. “Fede nella Provvidenza e attenzione ai più poveri. Sono questi i pilastri della spiritualità di don Calabria e l’ospedale è un luogo privilegiato dove esprimerli, in quanto anche il più ricco di noi quando perde la salute diventa povero. Ogni qualvolta un medico, un infermiere, un operatore sanitario si avvicinano a un malato curando non solo la malattia ma prendendosi cura di lui come persona, con la sua fragilità emotiva e con i suoi bisogni spirituali, dimostrano nel loro suo agire che Dio è Padre, è Provvidenza”.
TRASFORMARE OGNI GIORNO LA PROFESSIONE IN MISSIONE
“Chi lavora a Negrar deve fare una fatica in più: trasformare ogni giorno la propria professione in una missione”, ha detto il direttore sanitario, Fabrizio Nicolis. “Questo è possibile perché è dovuto alla particolarità della nostra realtà, realtà che ci insegna a vivere il senso di appartenenza, di corresponsabilità, di accoglienza, di accettazione. Ricordiamoci che San Giovanni Calabria ha chiamato questa realtà quando non era nulla, solo un ricovero, Cittadella della Carità. La nostra fatica è quindi trasmettere ai pazienti con il nostro agire che in questo luogo c’è la carità, la paternità di Dio. Sempre non a caso, seguendo l’eredità del Santo fondatore, chi lavora al Sacro Cuore viene definito collaboratore, perché collabora a vari livelli alla missione dell’Opera. Quindi devo ringraziare la Congregazione perché ha dato spazio al ruolo dei laici, affidando a loro una propria struttura e il compito di portare avanti una missione carismatica”.
UNO STILE DI ASSISTENZA PRESENTE ANCHE NELLE ALTRE REALTA’ SANITARIE DELL’OPERA ALL’ESTERO
Uno stile di assistenza ispirato al carisma che è presente, secondo il presidente dell’Ospedale, fratel Gedovar Nazzari, non solo a Negrar ma anche nelle altre realtà sanitarie dell’Opera, quelle in Angola, Brasile e Filippine. “Il carisma è elemento fondativo delle strutture stesse. Se in esse non fosse vissuto il carisma, non potrebbero essere opere calabriane”. Discorso diverso è il modello di assistenza sanitaria vista dal punto di vista tecnico e tecnologico. “In questo caso l’Irccs di Negrar è un esempio da esportare – ha sottolineato – Per questo abbiamo creato il sistema sanitario calabriano, una rete dove il Sacro Cuore per ovvi motivi è punto di riferimento. Penso per esempio a quanto è successo per la pandemia da Covid19, durante la quale il Sacro Cuore ha indicato le linee guida alle altre strutture per affrontare l’emergenza, essendo anche un Irccs per le malattie infettive e tropicali”
PERCEZIONE DEL FUTURO E FORTE SENSO DI COMUNITA’: IL ‘SEGRETO’ DI UN GRANDE SVILUPPO
L’amministratore delegato Mario Piccinini è uno dei testimoni diretti dell’enorme sviluppo che l’Ospedale di Negrar ha raggiunto nell’ultimo decennio, in quanto entrò per la prima volta al Sacro Cuore nel 1975, come impiegato d’ordine, diventando Ad nel 2015, dopo aver percorso tutti i gradi della gerarchia interna. “Se oggi l’Ospedale è un’eccellenza il merito va a qualcosa che viene da lontano e che a Negrar ho sempre respirato: si chiama percezione del futuro unita a un forte senso di comunità. San Giovanni Calabria creando la Casa Buoni Fanciulli ha guardato lontano perché ha investito sul bene di quei ragazzi bisognosi. In un contesto ospedaliero percepire il futuro significa avere come obiettivo il bene del paziente. Quando un nostro medico propone l’acquisto di un macchinario naturalmente viene analizzata la sostenibilità economica di una simile spesa, ma la prima domanda che ci poniamo è questa: qual è il valore aggiunto per il malato? Impossibile dare una risposta senza un continuo dialogo con i nostri medici, sempre attenti alle innovazioni scientifiche e tecnologiche, e con il resto del personale sanitario che lavora accanto ai pazienti”. Piccinini nel suo intervento ha rilevato alcune criticità del presente: “Oggi, come tutti gli ospedali, stiamo vivendo una grande carenza di infermieri. Ma l’altro enorme problema è la crisi energetica. Le strutture ospedaliere sono divoratrici di energia per le alte tecnologie di cui dispongono: acceleratori lineari, risonanze magnetiche, Tac… Se i costi resteranno gli stessi di oggi, la nostra previsione è che nel 2023 spenderemo dai 6 ai 7 milioni di euro in più sul fronte energetico. Questo necessariamente avrà una ricaduta sulla contrazione dell’assistenza ospedaliera. La politica nazionale e regionale dovrà far fronte a tutto questo”.
PAZIENTI DA FUORI REGIONE E L’ANNOSO PROBLEMA DELLA VIABILITA’
La vicepresidente della Regione Veneto, Elisa De Berti, si è soffermata a sua volta sull’origine caritatevole dell’Ospedale e ha sottolineato quanto “l’integrazione tra pubblico e privato nella sanità veneta, avendo come obiettivo il bene del cittadino, sia diventata un modello di efficienza in Italia”. Da assessore ai Lavori Pubblici, Infrastrutture e Trasporti, De Berti ha affrontato un problema annoso che riguarda l’accesso all’Ospedale: l’unica strada che collega Verona con il paese della Valpolicella. “L’Ospedale è un’eccellenza in vari ambiti perché di fatto copre tutte le specialità ed è una struttura tanto efficiente, tanto benvoluta e soprattutto credibile che è stata capace di attrarre un numero sempre più numeroso di utenti anche da fuori regione (il 27% dei ricoveri). Da qui il problema della viabilità, di cui la Regione è consapevole tanto che abbiamo già fatto degli incontri con il Comune di Negrar e con l’Ospedale. Il problema non è ‘fare la strada’, ma trovare una alternativa alla situazione attuale che non sia eccessivamente impattante sul territorio”.
GUARITE I MALATI: UN TITOLO ISPIRATO AL VANGELO
L’incontro è stato chiuso dall’intervento di Stefano Lorenzetto, giornalista e scrittore, che ha curato il volume Guarite i malati. “Ho accettato di scrivere questo libro sul centenario dell’Ospedale perché non potevo dire no a don Calabria… Inoltre per varie vicende personali, che racconto nel libro, ho potuto vedere da vicino come funziona il Sacro Cuore, pur non essendo mai stato ricoverato nelle sue corsie. Tuttavia scrivere un libro presenta due problemi iniziali che fanno perdere il sonno. Il primo è la potenzialità del mercato di un libro, ma qui l’ostacolo è stato superato immediatamente perché il volume non è in vendita. Il secondo è il titolo. Ma anche su questo fronte si è presentata subito la soluzione. Doveva essere un’opera su don Calabria quindi solo dal Vangelo potevo trarre il titolo. Guarite i malati è il compito che Gesù affida ai suoi ministri (capitolo 10, versetto 8 del Vangelo di Luca) ancora prima della predicazione della Buona Novella. Cosa che ho sempre trovato sorprendente”.
E’ possibile rivedere la presentazione cliccando sul seguente link: https://www.youtube.com/c/OspedaleSacroCuoreNegrar
"Guarite i malati": la presentazione del libro del Centenario anche su YouTube
Venerdì 29 aprile alle 16.30 la Gran Guardia di Verona ospita la presentazione del libro “Guarite i malati”, un volume che racconta attraverso testimonianza e fotografie i cento anni dell’Ospedale Sacro Cuore. L’evento potrà essere seguito in diretta sul canale YouTube dell’Ospedale cliccando sul link www.youtube.com/c/OspedaleSacroCuoreNegrar
La registrazione poi rimarrà sullo stesso canale.
Guarite i malati è il titolo del libro che racconta i 100 anni dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. Il volume, edito per il centenario e curato da Stefano Lorenzetto, sarà presentato venerdì 29 aprile, alle ore 16.30, alla Gran Guardia, con la conduzione del direttore di Telearena, Mario Puliero. Per motivi di capienza della sala, l’ingresso è su invito. ma l’evento può essere seguito in diretta sul canale YouTube dell’Ospedale cliccando sul link https://www.youtube.com/c/OspedaleSacroCuoreNegrar
La registrazione poi rimarrà sullo stesso canale.
Alla presentazione interverranno il vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, la vicepresidente della Regione Veneto, Elisa De Berti e il superiore generale dei Poveri Servi della Divina Provvidenza, don Miguel Tofful. Inoltre saranno intervistati da Puliero fratel Gedovar Nazzari, Mario Piccinini e Fabrizio Nicolis – rispettivamente presidente, amministratore delegato e direttore sanitario dell’IRCCS di Negrar – e Stefano Lorenzetto, giornalista e scrittore.
In 272 pagine, arricchite dalle immagini di Lou Embo Roiter, vedova del grande fotografo veneziano Fulvio Roiter, e dai ritratti di Maurizio Don, «Guarite i malati», edito da Trifolio, raccoglie 28 testimonianze scritte da religiosi della congregazione calabriana, dirigenti, medici, infermieri, tecnici ospedalieri, imprenditori, scrittori, pazienti, tutti in qualche modo legati alla figura del santo veronese e all’ospedale nato dalla casa di riposo che don Angelo Sempreboni, parroco di Negrar, fondò nel 1922.
Nel libro vengono ripercorse, con un ricco apparato iconografico, anche la storia del santo veronese e le tappe che hanno portato il “Sacro Cuore” di Negrar ad essere il quinto ospedale del Veneto per numero di ricoveri (30.661 ricoveri) subito dopo gli ospedali di Padova, Verona, Vicenza e Treviso. I dipendenti sono 2.153, di cui 333 medici; 953 posti letto; 22.318 interventi chirurgici eseguiti nel solo 2021, che si aggiungono alle 1.548.894 prestazioni ambulatoriali e 44.949 accessi al pronto soccorso. Al 31 dicembre scorso, l’ospedale, che nel 2018 ha avuto dal ministero della Salute il riconoscimento di Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) per le Malattie infettive e tropicali, aveva in corso ben 436 studi clinici.
«Guarite i malati» si apre con «uno speciale pensiero augurale» di papa Francesco a cui seguono quelli del presidente del Consiglio Mario Draghi, del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia e del vescovo di Verona, Giuseppe Zenti
Diverticolite: cosa succede quando i diverticoli si infiammano
Essere portatori di una condizione anatomo-clinica come i diverticoli (diverticolosi) non significa essere ammalati. La situazione si complica quando queste piccole estroflessioni che si formano nella parte finale del colon chiamato sigma (deputata all’espulsione delle feci) si infiammano provocando la diverticolite, patologia che anche frutto dei nostri cattivi stili di vita. Quali sono i sintomi di questa malattia, come viene diagnosticata e soprattutto come si cura? Lo spiega nel video il dottor Paolo Bocus, direttore della Gastroenterologia e Endoscopia Digestiva dell’IRCCS di Negrar.
"Il Signore risorto doni speranza e pace all'intera umanità"
Nel video qui sotto il Casante dell’Opera Don Calabria, padre Miguel Tofful, manda il suo augurio di Buona Pasqua a tutta la Famiglia calabriana nel mondo. “Il Cristo risorto ci doni la speranza e la pace nel momento attuale così travagliato per l’umanità”, proclama padre Tofful in questo che è il suo ultimo messaggio pasquale da Casante, dopo 14 anni trascorsi alla guida dell’Opera. Il suo mandato scadrà infatti tra due settimane, quando inizierà il Capitolo Generale dei Poveri Servi della Divina Provvidenza.
Ci uniamo alle parole del Casante e auguriamo di cuore una santa Pasqua di Risurrezione a tutti i collaboratori, agli ammalati e alle loro famiglie, con un particolare ricordo per coloro che sono sofferenti e soli.
Giornata della salute della donna: visite ed esami gratuiti al Centro Diagnostico Terapeutico "Sacro Cuore"
Due giornate dedicate alla prevenzione “in rosa”. Venerdì 22 e sabato 23 aprile dalle ore 8 alle ore 13 al Centro diagnostico terapeutico di via San Marco 121 (Verona) sarà possibile sottoporsi gratuitamente ad esami e visite. Obbligatoria la prenostazione al numero verde 800 143 143
In occasione della settima edizione della Giornata nazionale della Salute della Donna, istituita dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria offre alla popolazione femminile due mattinate dedicate alla “prevenzione in rosa”.
Venerdì 22 e sabato 23 aprile dalle ore 8 alle ore 13 al Centro diagnostico terapeutico di via San Marco 121 (Verona) sarà possibile sottoporsi gratuitamente una o più delle seguenti prestazioni, effettuate dai medici e dai sanitari dell’ospedale di Negrar:
- esame senologico completo (mammografia, visita ed ecografia mammaria)
- visita chirurgica senologica
- visita genetica (indicata per le donne che hanno casi in famiglia di tumore alla mammella e/o all’ovaio)
- pap-test con refertazione da parte dell’Anatomia Patologica dell’IRCCS di Negrar.
E’ obbligatoria la prenotazione telefonando al numero verde 800 143 143 venerdì 15 aprile e poi da martedì 19 a giovedì 21 aprile dalle ore 9 alle ore 13. All’arrivo al Centro è necessario presentarsi all’accettazione.
“Promuovere la prevenzione oggi diventa ancora più importante dopo due anni durante i quali la pandemia ha diminuito drasticamente l’accesso agli screening e ha tenuto lontano dagli ospedali le persone” afferma il dottor Alberto Massocco, direttore della Chirurgia senologica dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, presente alla due giorni di via San Marco. “Promuovere in particolare la salute della donna non ha solo una ricaduta diretta sulla popolazione femminile, ma anche sulla popolazione generale. Le donne sono molto più attente al loro benessere anche in chiave preventiva, attenzione che poi riversano in famiglia e nella comunità in cui vivono con conseguenti benefici in termini di vite umane. Perché sappiamo tutti che prevenzione e diagnosi precoce sono le armi più potenti per molte malattie in particolare quelle oncologiche”.
Dona il tuo 5Xmille per la Ricerca Sanitaria dell'IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria
“La tua firma è vita che scorre”. Un viaggio virtuale che parte da una firma posta sulla Dichiarazione dei Redditi, nell’apposito riquadro del 5xmille, e attraversa i vari ambiti del nostro Ospedale dove la ricerca applicata alla clinica salva le vite. E’ quanto è contenuto nel video qui sopra ed è quanto avviene nelle realtà, perché donando il 5xmille all’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria si contribuisce (senza nessun costo) a salvare le vite, grazie al sostegno alla ricerca.
Visitando il portale 5xmille.sacrocuore.it si trovano tutte le informazioni sulla campagna e su come devolvere il 5xmille a favore dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria nella prossima Dichiarazione dei redditi. Ecco come:
- Firma nel riquadro “Finanziamento della Ricerca Sanitaria”
- specificando il codice fiscale 00280090234 – IRCCS Sacro Cuore Don Calabria
COS’E’ IL 5XMILLE
- il 5xmille è una misura fiscale che consente ai contribuenti di destinare una quota dell’IRPEF (pari, appunto, al 5xmille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche) a Enti che si occupano di attività di interesse sociale, come associazioni di volontariato e di promozione sociale, onlus, enti di ricerca scientifica e sanitaria…
- il 5xmille non comporta oneri aggiuntivi (non costa nulla) se non devoluto viene trattenuto dallo Stato.
- il 5xmille non è una donazione in quanto non beneficia delle connesse agevolazioni fiscali (non si può detrarre dalle tasse).
- il 5xmille non è l’8xmille. Il contribuente in sede di Dichiarazione dei redditi è invitato a esprimere anche la propria preferenza sul cosiddetto 8xmille dell’IRPEF che viene destinata a una confessione religiosa di sua scelta.
Credits del video
Continua l'impegno dell'Opera Don Calabria nelle zone di guerra
La Fondazione San Giovanni Calabria Ucraina ci aggiorna sugli aiuti che sta fornendo agli abitanti di Kharkiv e zone limitrofe, dove prima della guerra veniva portata avanti un’attività sociale con bambini e ragazzi provenienti dalle zone contese del Donbass. Attualmente la Fondazione sta raccogliendo e consegnando cibo e prodotti di igiene per gli abitanti che vivono nei rifugi sotterranei. Oltre a questo gli operatori hanno organizzato alcuni laboratori online per i più piccoli.
Continua l’attività di aiuto umanitario condotta dalla Fondazione San Giovanni Calabria Ucraina grazie agli aiuti provenienti dall’Italia. Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto alcuni aggiornamenti da parte di Ruslan Lavlinskyi, responsabile del progetto, che fino allo scoppio della guerra viveva nella città di Kharkiv ed ora si sta adoperando insieme agli altri collaboratori dell’Opera Don Calabria per aiutare le persone rimaste in città, in particolare i bambini che frequentavano i laboratori della Fondazione e le loro famiglie.
Le informazioni sono per ovvie ragioni incomplete e frammentarie. Da oltre un mese, da quando cioè è scoppiato il conflitto, la maggior parte degli abitanti di Kharkiv ha iniziato una nuova vita nella metropolitana e nei rifugi sotterranei per sfuggire agli incessanti bombardamenti. Nell’emergenza gli operatori della fondazione hanno rivolto la loro attenzione prima di tutto sui bambini cercando di proporre qualche attività ricreativa che potesse in qualche modo allentare la tensione almeno per qualche ora. Così la scorsa settimana sono riusciti a consegnare 20 scatoloni con materiale artistico in 12 stazioni della metropolitana; hanno organizzato un gruppo di arteterapia online per 35 bambini, grazie all’aiuto di uno psicologo finlandese. In questo modo i piccoli possono sfogare la loro ansia e liberare la loro fantasia, disegnando e colorando.
Durante questo mese, l’equipe si è allargata e ha portato sostegno umanitario e psicologico ai bambini e alle famiglie nei rifugi antiaerei: attualmente 5 volontari psicologi accompagnano oltre 100 bambini che si trovano nei rifugi antiaerei degli ospedali pediatrici di Kharkiv.
C’è poi il capitolo degli aiuti. La fondazione, assieme alla municipalità della città di Stryi, è riuscita a raccogliere e spedire 50 tonnellate di aiuti umanitari (cibo, igiene) per i residenti di Kharkiv. Sono quasi 5.000 le persone raggiunte direttamente, di cui 87 famiglie nella zona di Lisa Gora (raggiunte con kit alimentari), alcune centinaia di abitanti di vari edifici residenziali semidistrutti alla periferia della città, e ancora quasi 700 tra adulti e bambini in altre frazioni vicini al capoluogo.
Prosegue inoltre l’attività dell’Opera Don Calabria in Romania, nella città di Bacau, con l’accoglienza dei profughi che continuano ad arrivare dal vicino confine ucraino. Nella maggior parte dei casi la comunità dei religiosi calabriani offre ospitalità a famiglie di passaggio che hanno bisogno di riposarsi e riprendersi prima di proseguire il viaggio verso occidente.
Per maggiori informazioni sulla situazione e su come eventualmente aiutare si può vedere sul sito di Don Calabria Missioni (www.missionidoncalabria.it).
Sulle orme di Bebe Vio: la scherma paralimpica in ospedale
Sei pazienti della Riabilitazione del “Sacro Cuore” hanno partecipato al corso di fioretto organizzato in collaborazione con il Comitato Italiano Paralimpico. Un’iniziativa che proseguirà nei prossimi mesi con altre discipline perchè anche in ospedale lo sport può essere un formidabile strumento di socializzazione e di miglioramento delle proprie condizioni psico-fisiche
Un assalto di fioretto in piena regola con i due contendenti che si sfidano a suon di stoccate finchè il tabellone luminoso non certifica che uno dei due ha raggiunto i 5 punti. Gli atleti impegnati nella sfida sono pazienti del Dipartimento di Riabilitazione del “Sacro Cuore” e l’occasione è il corso di scherma paralimpica promosso nei giorni scorsi all’interno del reparto diretto dalla dottoressa Elena Rossato.
L’iniziativa fa parte della convenzione con il Comitato Italiano Paralimpico (Cip) stipulata nel 2018 che prevede supportare la riabilitazione dei pazienti con lesioni midollari avviandoli alla pratica di sport che se vorranno potranno continuare anche dopo la conclusionde della degenza ospedaliera. Con lo scoppio della pandemia i corsi si erano interrotti, ma ora già da alcuni mesi sono ripresi, dapprima con il tiro con l’arco (vedi articolo) ed ora con la scherma, giunta già alla seconda lezione.
Il corso è tenuto da Maddalena Previdi del Bottagisio Sport Center, istruttrice nazionale con specializzazione in scherma paralimpica. Vi partecipano sei pazienti con turni di mezz’ora. La prima parte della lezione è dedicata ad esercizi propedeutici in cui l’istruttrice insegna a tenere il fioretto e a muoverlo in modo appropriato, colpendo un bersaglio oppure parando i colpi dell’avversario.
Nell’ultima parte della lezione i partecipanti si sfidano nell’assalto che viene condotto utilizzando rigorosamente il materiale ufficiale necessario per la pratica di questo sport: corpetto elettrificato, fioretto, maschera e tabellone luminoso sul quale vengono segnati i punti come alle olimpiadi.
“Sicuramente la scherma ha una valenza riabilitativa importante – dice l’istruttrice – infatti si può praticare sulla sedia a rotelle e comporta un esercizio costante per il braccio, per il polso e per la schiena, favorendo il miglioramento della postura e l’affinamento della capacità di coordinazione. Inoltre va considerata la valenza di socializzazione sia perchè ci si confronta con gli altri sia perchè c’è un preciso codice di comportamente da rispettare”.
L'App I Colon: l'allenatore digitale che aiuta ad arrivare in forma all'intervento chirurgico
Il servizio di Medicina 33 (rubrica di salute del Tg2 Rai) in cui il dottor Giacomo Ruffo e la dottoressa Elisa Bertocchi (nella foto), con l’aiuto di una paziente, spiegano il funzionamento dell’APP I Colon, sviluppata dalla Chirurgia Generale. Si tratta della prima ed al momento unica esperienza italiana di utilizzo di un’applicazione digitale che accompagna il paziente nelle fasi del protocollo ERAS mantenendolo sempre in contatto diretto con l’équipe chirurgica.
Per conoscere di più: clicca qui
La generosità dei clienti Despar in favore della ricerca del "Sacro Cuore" per la cura dell'endometriosi
Grazie all’iniziativa di raccolta fondi nei supermercati Despar sono stati devoluti a ISSA School (International School of Surgical Anatomy), l’associazione no profit creata dai medici del Reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, diretto dal dottor Marcello Ceccaroni, quasi 60mila euro a fini di ricerca e per campagne di sensibilizzazione sulla cura dell’endometriosi.
Poco meno di 60mila euro. E’ la somma ragguardevole raccolta dall’iniziativa “Il mondo ha bisogno delle donne” e devoluta a ISSA School (International School of Surgical Anatomy), associazione no profit creata dai medici del Reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, diretto dal dottor Marcello Ceccaroni, a fini di ricerca e per campagne di sensibilizzazione sulla cura dell’endometriosi.
L’importo è frutto della generosità di tante persone che hanno aderito alla raccolta fondi nei supermercati Despar, svoltasi dal 21 febbraio all’8 marzo scorso e promossa da Aspiag Service, concessionaria del notao marchio della grande distribuzione per il Triveneto, l’Emilia Romagna e la Lombardia.
Il progetto, giunto ormai all’ottava edizione, rappresenta un’occasione per lanciare un forte messaggio di solidarietà, permettendo di sostenere progetti e associazioni che si occupano di diritti e benessere delle donne. Infatti oltre al reparto di Negrar, sono stati scelti come destinatari dei fondi raccolti: l’associazione Voce Donna Onlus di Pordenone per il Friuli Venezia Giulia, l’associazione “Casa delle Donne per non subire violenza Onlus” per l’Emilia Romagna, l’associazione “Frauen helfen Frauen” per l’Alto Adige e l’associazione “Centro di aiuto alla vita” per il Trentino.
“Attraverso questa partnership con Aspiag Service abbiamo ottenuto un risultato straordinario e siamo molto riconoscenti alla società e a tutti i clienti Despar per questa grande dimostrazione di sensibilità verso le donne affette da questa patologia – ha detto il dottor Ceccaroni al momento della consegna simbolica dell’assegno – La ISSA School (International School of Surgical Anatomy) sostiene da oltre 12 anni progetti benefici, formativi ed educativi per pazienti e giovani medici. I fondi raccolti con questa iniziativa ci permetteranno di supportare ulteriori studi e progetti di ricerca che si aggiungeranno a quelli già in atto. Adesso siamo ben felici di adoperarci per questa seconda parte del progetto che ci vedrà anche impegnati a fare informazione e prevenzione presso gli istituti scolastici superiori del Veneto, cercando così di diffondere maggiore conoscenza e consapevolezza sui sintomi e le cure di questa articolata patologia”.
Patologia che colpisce oltre 3 milioni di donne in età fertile in Italia e circa 176 milioni nel mondo e che non coinvolge solo il corpo delle donne, ma influisce anche sulla loro vita personale e professionale: le donne adulte affette da endometriosi, a causa del dolore ricorrente e invalidante, hanno infatti una capacità lavorativa ridotta e spesso si trovano costrette ad assentarsi dal posto di lavoro. Nelle adolescenti tale impatto si traduce in una perdita di giorni di scuola, che riguarda circa il 23% delle ragazze colpite
Non a caso la consegna di quanto raccolto – frutto delle oltre 59mila donazioni effettuate dai clienti Despar negli 85 punti vendita veneti a gestione diretta e nei punti vendita affiliati aderenti all’iniziativa – è stata volutamente effettuata a introduzione di un incontro con le studentesse dell’Istituto superiore Fogazzaro di Vicenza, alla presenza dell’Assessore Regionale alla Pubblica Istruzione, Elena Donazzan. Il Dott. Marcello Ceccaroni ha così avuto modo di illustrare i dettagli della campagna di sensibilizzazione “Endometriosi, puoi riconoscerla, puoi curarla” voluta da Aspiag Service e già attivata in tutti i punti vendita regionali del noto marchio della Gdo e che ora, grazie all’intervento diretto dell’assessore Donazzan, sarà indirizzata anche alle scuole secondarie di secondo grado del Veneto, attraverso un progetto di informazione e di coinvolgimento degli istituti superiori nelle sette province regionali.
“Spesso i più giovani si sentono imbattibili, al riparo da ogni malattia: invece la prevenzione, come fatto culturale innanzitutto, deve essere assimilata fin dalla giovane età, perché così si determinano comportamenti sani e corretti” ha affermato l’Assessore.
“Il mondo ha bisogno delle donne è una delle iniziative sociali più sentite e partecipate da tutto il mondo Despar, dai clienti e dai nostri collaboratori. Ogni anno questa attività ci permette di tessere una rete di aiuti concreti per le realtà impegnate in favore delle donne in diversi ambiti, dalla salute ai diritti, fino al contrasto alla violenza di genere”, ha concluso Giovanni Taliana, Direttore Regionale Aspiag Service per il Veneto