Una "rete" per combattere l'endometriosi

Attenzione ai sintomi, diagnosi precoce e cura in un centro specializzato. È questa la strada indicata dagli esperti nelle video-interviste raccolte a margine del convegno sull’endometriosi tenutosi a Negrar il 21 maggio

Quali sono i sintomi dell’endometriosi? Quando il dolore mestruale nella donna diventa un campanello d’allarme? E quali sono i trattamenti più indicati?

Nei due filmati della videogallery ne parlano il dott. Marcello Ceccaroni, direttore dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia al Sacro Cuore, e la dott.ssa Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia del San Raffaele Resnati di Milano e presidente della Fondazione Alessandra Graziottin onlus per la cura del dolore della donna. Con loro Annalisa Frassineti, presidente dell’Associazione Progetto Endometriosi (APE Onlus).

Le interviste sono state raccolte a margine del convegno “La gestione clinica della paziente endometriosica in un Centro di III livello“, tenutosi a Negrar il 21 maggio.


Settimana mondiale della tiroide: visite ed ecografie gratuite

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l “Sacro Cuore Don Calabria” è un centro d’eccellenza per il trattamento completo delle patologie funzionali e dei tumori, l’unico nel Veronese a disporre di un Servizio di Terapia radiometabolica

“La tiroide nel bambino e nell’anziano” è il tema per la Settimana mondiale della tiroide che si tiene dal 23 al 27 marzo. Anche il Servizio di Endocrinologia dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria, di cui è responsabile il dottor Lino Furlani, partecipa alle iniziative di prevenzione che si svolgono in molti ospedali italiani.

Visite mediche ed ecografie gratuite
Venerdì 27 maggio, dalle 9 alle 16, gli specialisti del Servizio saranno a disposizione al sesto piano del “Don Calabria” per visite mediche ed ecografie gratuite. L’iniziativa – rivolta solo a coloro che non si sono mai sottoposti a controllo della ghiandola endocrina – non richiede l’impegnativa medica, ma solo la prenotazione telefonica al numero 045.6014841, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12. Sono circa 150 i posti disponibili.

A Negrar il trattamento completo della malattia
Il “Sacro Cuore Don Calabria” è l’unico ospedale del Veronese, e uno dei pochi in regione, a prevedere un approccio multidisciplinare completo alla patologia tiroidea (funzionale e nodulare benigna e maligna) che vede la collaborazione di endocrinologi, anatomopatologi, radiologi, oncologi e chirurghi endocrini. A quali si aggiungono i medici nucleari del servizio di Terapia radiometabolica, diretto dal dottor Matteo Salgarello, l’unico nella provincia di Verona. Grazie a questo team di specialisti vengono trattati efficacemente anche i tumori tiroidei più aggressivi.

Perché controllare la tiroide
“Controllare la salute della tiroide è molto importante – spiega il dottor Furlani -. Questa ghiandola endocrina ha il compito di produrre gli ormoni tiroidei che svolgono un ruolo essenziale nella regolazione del metabolismo basale, sull’apparato cardiovascolare, sul metabolismo dei grassi e degli zuccheri e su quello osseo ed inoltre rivestono un ruolo centrale nello sviluppo nervoso e scheletrico del feto e del bambino».

Una patologia diffusa, ma rari i tumori
Circa il 15% della popolazione italiana è affetto da una malattia della tiroide, un numero che è aumentato rapidamente negli ultimi 20 anni. Si stima inoltre che se sottoposto a ecografia circa il 40% della popolazione presenta noduli anche molto piccoli. Tuttavia solo il 4-5% sono neoplasie, nella gran parte dei casi curabili in modo efficace ed anche definitivo.

Tiroide e gravidanza
Gli ormoni tiroidei hanno importanza fondamentale fin dal grembo materno, perché influenzano lo sviluppo del sistema nervoso centrale del nascituro. Il quale, essendo privo di tiroide nei primi mesi di gestazione, dipende totalmente da quella della madre. “Per questo è indicato, anche se i protocolli ancora non ne prevedono l’obbligo, effettuare gli esami di funzione tiroidea in gravidanza, o in previsione di essa, soprattutto se le donne hanno storie familiari o personali, anche risolte, di disfunzioni tiroidee”, prosegue il dottor Furlani. I neonati, invece, da oltre 30 anni vengono sottoposti alla nascita a uno screening per la funzionalità tiroidea.

Come è noto, in gravidanza il fabbisogno di iodio, di cui si “nutre” la tiroide aumenta. “Se una donna in generale ha bisogno di 150 mcg al giorno di iodio – sottolinea l’endocrinologo – quando attende un bambino e quando allatta necessita di un apporto iodico di 220-250 mcg al giorno che il solo impiego del sale iodato (comunque raccomandato in quantità non eccessiva) non garantisce per cui il medico suggerirà idonei integratori. È opportuno, inoltre, che una donna con problemi tiroidei in gravidanza sia seguita, oltre che dal ginecologo, anche dall’endocrinologo.

Ipotiroidismo e ipertiroidismo
Le alterazioni della funzione tiroidea prevalgono nella donna – anche se, in minor misura, non sono assenti nel sesso maschile – soprattutto in età giovanile e adulta o in post menopausa. L’ipotiroidismo colpisce il 10% della popolazione ed è caratterizzato da una ridotta produzione di ormoni. Nell’ipertiroidismo, invece, vi è un’eccessiva produzione di ormoni ed interessa circa il 4% della popolazione generale.

L’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo sono per la gran parte dei casi di natura autoimmune (rispettivamente morbo di Hashimoto e di Basedow), ma il secondo può essere causato anche da noduli (il cosiddetto adenoma di Plummer”). L’ipotiroidismo viene curato con la terapia sostitutiva ormonale, mentre l’ipertiroidismo prevede in prima istanza la terapia farmacologica e, nei casi “resistenti”, la chirurgia o lo iodio radioattivo; quest’ultimo rappresenta un’alternativa all’intervento chirurgico in casi selezionati di ipertiroidismo.

Chirurgia di eccellenza
All’anno eseguiamo circa 200 interventi di asportazione della tiroide – sottolinea il dottor Alessandro Sandrini, responsabile della Chirurgia endocrina – per patologie meccaniche, i cosiddetti “gozzi nodulari e non”, per ipertiroidismo e nel 25% dei casi per tumori. L’intervento viene effettuato con tecniche mininvasive e abbiamo un tasso di complicanze, il più delle volte transitorie, molto basso. A livello delle corde vocali è dell’1-2%, mentre in meno del 4% dei casi si sono verificate disfunzioni delle paratiroidi che sono parte attiva nel mantenere normale il metabolismo del calcio“.

Terapia radiometabolica
La Terapia radiometabolica è indicata dopo l’intervento nei casi di cancro classificati “ad alto rischio” e prevede due notti di ricovero in ospedale.


Concorso di medicina narrativa, il 21 maggio le premiazioni

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Sabato 21 maggio alla Gran Guardia di Verona ci sarà la premiazione del concorso letterario organizzato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica e dedicato a pazienti oncologici, familiari e operatori sanitari

“Le malattie oncologiche si possono combattere anche con la scrittura. Raccontare la propria esperienza di vita può essere un modo per affrontare meglio le difficoltà”. È racchiuso in queste parole della dott.ssa Stefania Gori, presidente eletto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e direttore dell’Oncologia Medica all’ospedale Sacro Cuore Don Calabria, il significato del premio letterario Federica-Le parole della vita, primo concorso nazionale di medicina narrativa riservato ai malati di cancro, ai familiari dei pazienti e agli operatori sanitari del settore oncologico.

L’iniziativa, promossa dalla Fondazione AIOM in collaborazione con la Fondazione Verona per l’Arena, è giunta ormai alle battute conclusive. La cerimonia di premiazione si terrà infatti sabato 21 maggio alle 17.30 presso l’Auditorium della Gran Guardia di Verona. L’evento è stato presentato oggi a Palazzo Barbieri a Verona alla presenza, oltre che della dott.ssa Gori, anche del dott. Fabrizio Nicolis, presidente della Fondazione AIOM e direttore sanitario dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria, di Anna Leso, assessore ai servizi sociali del Comune di Verona che patrocina l’evento, e di alcuni rappresentanti dei pazienti oncologici.

Davvero imponente il numero di produzioni letterarie arrivate all’attenzione della giuria del concorso. Si tratta di ben 183 lavori, suddivisi tra prosa e poesia, provenienti da tutta Italia. Sabato verranno premiati i vincitori divisi in due sezioni: la A riservata ai pazienti e la B per familiari e medici. Nel corso della cerimonia ci saranno anche momenti di spettacolo con la partecipazione del soprano Cecilia Gasdia, dei Virtuosi Italiani, del pianista Roberto Corlianò e del cantautore Paolo Vallesi che, per l’occasione, riproporrà la sua canzone di maggior successo “La Forza della Vita”. Uno spazio speciale verrà dedicato alla danza classica internazionale con i primi ballerini del Balletto Nazionale Olandese Maia Makhateli e Artur Shesterikov, che eseguiranno un passo a due tratto dal balletto “Romeo e Giulietta” (vedi programma completo).

Ogni anno in Italia si registrano 363mila nuovi casi di tumore – ha detto il dott. Nicolis – Solo qui in Veneto le diagnosi ammontano a oltre 31.500. Grazie alle nuove terapie sempre più a misura del singolo malato e alle diagnosi precoci sei pazienti su dieci riescono a sconfiggere la malattia. Ciò nonostante la parola cancro fa ancora terribilmente paura e spesso rappresenta un tabu. Attraverso il premio letterario abbiamo voluto rompere il silenzio che c’è ancora attorno a queste malattie“.

Durante la presentazione della cerimonia finale, la dott.ssa Gori ha ricordato che il concorso è dedicato a Federica Troisi, giovane donna veronese scomparsa di recente a causa del cancro, che ha combattuto la sua malattia con determinazione, continuando a scrivere, sognare, lavorare, amare e progettare. La stessa determinazione emersa anche oggi dalla testimonianza di alcune donne che hanno portato la loro esperienza di lotta contro il cancro. “Questo concorso unisce la dimensione del cuore a quella della ricerca e della medicina – ha detto Chiara, una di queste donne – Credo che un’iniziativa come questa serva sia da incoraggiamento per chi si trova già nella malattia, sia da stimolo alla prevenzione per chi non è malato, perché la conoscenza è il primo passo per la prevenzione”. Toccante anche la testimonianza di Maria Teresa: “L’arte aiuta a convivere e rielaborare la malattia e il dolore. In questo senso mi sembra che parlare e raccontare la malattia siano esperienze fondamentali e irrinunciabili”.


XI Giornata nazionale del malato oncologico

Il Numero Verde per la cura del tumore e la consegna da parte di un medico dei referti non favorevoli sono alcune iniziative messe in campo dal Cancer Care Center per il malato oncologico di cui il 15 maggio si celebra la Giornata nazionale

Un Numero Verde per la cura del tumore e la presenza di un medico nel momento della consegna al paziente esterno di un referto non favorevole sono alcune iniziative messe in campo dal Cancer Care Center dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria per il malato oncologico, di cui il 15 maggio si celebra l’XI Giornata nazionale.

Una ricorrenza voluta dalla Favo, la Federazione delle associazioni di volontariato oncologico, per sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sui diritti del malato di tumore ad avere cure adeguate, tutela sociale e lavorativa. Anche alla luce della trasformazione della malattia oncologica che progressivamente si sta cronicizzando. Sono infatti 3 milioni di persone in Italia che vivono con diagnosi oncologica, indipendentemente dal tempo in cui è stata effettuata.

Al diritto alle cure e a un’assistenza adeguata per una patologia così complessa, il Cancer Care Center di Negrar ha risposto con un modello organizzativo che coinvolge in rete tutte le specialità, i Servizi e le Unità operative interessate dalla malattia oncologica.

L’obiettivo è prendersi cura del malato oncologico, dalla diagnosi alla terapia fino al follow up e, se necessario, alle cure palliative. Un percorso personalizzato tracciato da un team di specialisti – che non trascura nemmeno l’aspetto psicologico e spirituale – reso possibile dalla peculiarità del Sacro Cuore Don Calabria che dispone nello stesso ospedale le eccellenze professionali e tecnologiche necessarie per la diagnosi e la terapia del malato oncologico adulto.

Una delle “porte” di accesso di questo percorso è il Numero Verde 800 143 143. Il numero per la cura del tumore a cui risponde un tutor professionale in grado di indirizzare le persone con diagnosi o sospetto di malattia oncologica verso gli specialisti o servizi diagnostici che rispondono al suo problema.

Una modalità che il paziente esterno sperimenta ogni qualvolta da un esame diagnostico effettuato al Sacro Cuore Don Calabria vengono rilevati la presenza o il sospetto di un tumore. In questi casi la persona interessata viene contattata e invitata a ritirare personalmente il referto. Referto che sarà commentato da un medico, il quale, se il paziente lo riterrà opportuno, indicherà lo specialista più adatto per iniziare un percorso di approfondimento diagnostico e di cura.


Radioterapia e malattie del connettivo: Lancet Oncology pubblica uno studio di Negrar

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La Radioterapia Oncologica del Sacro Cuore firma su Lancet Oncology un importante studio sulla tollerabilità dei trattamenti radioterapici da parte di pazienti con Lupus o artrite reumatoide, molto spesso esclusi dalle cure

Anche le persone affette da malattie autoimmuni del connettivo possono essere sottoposte a radioterapia a condizione che il paziente sia accuratamente valutato e selezionato e che il trattamento sia opportunamente personalizzato per ogni paziente, grazie alle più moderne tecniche.

A dimostralo è uno studio su “La radioterapia in pazienti con malattie del connettivo” pubblicato sulla rivista Lancet Oncology a firma dall’équipe dell’Unità operativa complessa di Radioterapia oncologica dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria- Cancer Care Center, diretta dal dottor Filippo Alongi.

Un risultato molto importante perché potrebbe cambiare la decisione terapeutica dei paziente con malattie del tessuto connettivo, che ad oggi sono frequentemente esclusi dalla radioterapia per i timori di potenziali sequele.

La decisione di offrire il trattamento radioterapico nei pazienti affetti per esempio da artrite reumatoide o da Lupus eritematoso sistemico oppure da sclerodermia continua infatti ad essere una scelta clinica complessa e difficile.

La radioterapia, se da un lato efficace nel trattare il cancro, potrebbe innescare l’insorgenza di malattie del tessuto connettivo aumentando l’espressione di autoantigeni, diminuendo l’attività dei linfociti, attivando effettori dell’immunità intrinseca, meccanismi che da soli o insieme potenzialmente potrebbero portare a pause del corretto funzionamento del sistema immunitario.

Questo potenziale rischio ha sollevato un certo dibattito in oncologia e specificamente tra gli specialisti in radioterapia oncologica, sul fatto che i pazienti con malattie del tessuto connettivo possano tollerare meno le radiazioni rispetto alle persone senza malattie connettivali.

Poiché il numero di pazienti con tumore e malattie del tessuto connettivo che necessita di radioterapia probabilmente aumenterà a causa di miglioramenti diagnostici e terapeutici in medicina e vista l’aspettativa di vita più lunga, il problema delle interazioni tra radioterapia e malattie del tessuto connettivo necessita di essere chiarito al meglio.

In questo studio che ha revisionato tutti i casi della letteratura mondiale, vengono discussi i dati disponibili e le evidenze scientifiche per affrontare nel dettaglio il problema della radioterapia per i pazienti con malattie del tessuto connettivo.

Lo studio, il primo di questo tipo, ha preso in considerazione 569 pazientiaffetti da tumore e concomitanti malattie del connettivo, registrati nei centri mondiali con maggiore casistica – come la Mayo Clinic (Rochester), Ann Harbor (Michigan) e altre prestigiose strutture accademiche internazionali.

L’analisi dei dati raccolti, evidenzia sorprendentemente unminor rischio di sviluppare effetti collaterali rispetto a quanto atteso ad eccezione dei pazienti irradiati con tecniche obsolete e dosi non opportune.

Dal confronto di questi dati con quelli della Radioterapia del Sacro Cuore Don Calabria si conferma che i pazienti radiotrattati hanno tollerato ottimamente il trattamento nel gran parte dei casi. Questo a condizione che il paziente sia accuratamente valutato e selezionato e che il trattamento di radioterapia sia opportunamente personalizzato per ogni paziente, grazie alle più moderne tecniche.

Un esempio è la radioterapia a intensità modulata, che permettendo di irradiare precisamente il volume tumorale, riduce il coinvolgimento dei organi a rischio compreso il tessuto connettivo vicino alla neoplasia.

La personalizzazione del trattamento necessita anche una valutazione multidisciplinare dove la figura dell’immuno-reumatologo risulta cruciale così come quella del radioterapista oncologo.


Sacro Cuore: un ospedale a misura di mamma

Prima e dopo la nascita: ecco i servizi offerti dall’area materno-infantile per affrontare il parto e i mesi successivi al lieto evento con più serenità e sicurezza

Sono molteplici le iniziative proposte dall’area materno-infantile del Sacro Cuore Don Calabria per le future mamme e per coloro che lo sono da poco. Perché si sa, avere un bambino è una gioia infinita, ma suscita timori, ansie e costa fatica.

In preparazione alla nascita
La sala convegni “Fr. Perez” ospita ogni primo giovedì del mese un corso di preparazione rivolto alle donne entro la trentaquattresima settimana di gravidanza. Gli incontri di due ore sono tenuti dai pediatri, dalle ostetriche e dalle infermiere dell’Unità operativa complessa di Pediatria, diretta dal dottor Antonio Deganello, e dell’Unità operativa complessa di Ostetricia e ginecologia, diretta dal dottor Marcello Ceccaroni. Dalle 14 alle 16 verranno date informazioni sull’accoglienza del Punto Nascita del “Sacro Cuore Don Calabria”, e sull’accompagnamento al travaglio e al parto. Inoltre verranno illustrate le buone pratiche per favorire l’allattamento e rafforzare il legame madre-bambino. Per la partecipazione gratuita agli incontri – che sono aperti anche ai futuri padri o a persone di fiducia della partoriente – non è necessaria né l’impegnativa né la prenotazione. Per informazioni: 045.6013358/6013351/6013300/6013296. L’incontro mensile si svolge tutto l’anno, anche quindi d’estate, ogni primo giovedì del mese, festivi esclusi.

Se la gravidanza è a basso rischio…
Sempre per le future mamme è stato avviato un ambulatorio ostetrico in collaborazione con il ginecologo per la presa in carico della gestante a basso rischio fin dall’inizio della gravidanza.

Per l’avvio all’allattamento
Per il supporto all’avvio dell’allattamento vengono proposti degli incontri dopo qualche giorno dalla dimissione. Ad ogni neomamma è dato un primo appuntamento presso lo “Spazio mamma”, dove trova un’ostetrica o un’infermiera del Nido. Se è necessario, vengono fissati dei successivi appuntamenti (all’incirca nel primo mese di vita del bambino) sempre con l’obiettivo di supportare le fasi di avvio dell’allattamento. Per particolari bisogni viene contattato, dal personale referente, anche il pediatra del Nido.

A trenta giorni dalla nascita
Infine per il controllo del puerperio a 30 giorni dal parto è accessibile un ambulatorio gestito dalle ostetriche.


Mese della prevenzione al Centro dentistico di via San Marco

Il Centro odontostomatologico di via San Marco dedica l’intero mese di maggio alla salute dentale e attende bambini e adulti per la prima visita preventiva. Obbligatoria la prenotazione

Un mese dedicato alla salute dentale. Da lunedì 2 maggio il Centro odontostomatologico Sacro Cuore Don Calabria di via San Marco 121 a Verona (nell’area del Centro Polifunzionale Don Calabria) dedica un intero mese alla salute dei denti.

Gli specialisti del Centro, diretto dal dottor Carlo Raimondo, attendono i cittadini per una visita preventiva. È necessaria la prenotazione telefonando al numero 045.6014650, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17

La struttura, che si estende per 600 mq, dispone di 13 riuniti (poltrone odontoiatriche), tra cui un ambulatorio chirurgico con tutte le caratteristiche di una sala operatoria destinata ad interventi odontoiatrici di una certa rilevanza. Un ampio spazio è invece riservato a cinque postazioni di ortodonzia pediatrica, spazio che sottolinea la forte attenzione del Centro per la prevenzione, soprattutto rivolta ai bambini.

Il Centro odontostomatologico – che dispone delle più moderne tecnologie per la diagnosi e l’implantologia – è un vero e proprio “reparto” dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. Infatti si avvale della consulenza di medici radiologi, anestesisti e di laboratorio della struttura sanitaria della Valpolicella.

Per ulteriori informazioni sul Centro odontostomatologico Sacro Cuore Don Calabria: https://www.sacrocuore.it/Servizi-di-diagnosi-e-cura/Centro-Odontostomatologico/


Asma e allergie: i consigli dell'esperto

Oggi è la Giornata mondiale dell’asma, che in Italia colpisce oltre 3 milioni di persone, ma in molti sottovalutano i sintomi e le possibili conseguenze. Ne abbiamo parlato con il dott. Carlo Pomari, responsabile di Pneumologia al Sacro Cuore

L’asma è una malattia delle vie aeree che colpisce, con varia intensità, in tutto il mondo (300 milioni di persone malate, cioè una ogni 20). In Italia l’incidenza è superiore al 6% della popolazione, pari a oltre 3 milioni e mezzo di persone. Molto spesso questo disturbo è associato alle allergie, ma su di esso incidono molti altri fattori legati allo stile di vita, al clima e all’inquinamento. Ne abbiamo parlato con il dott. Carlo Pomari, responsabile dell’Unità semplice di Pneumologia del Sacro Cuore, in occasione della giornata mondiale dedicata a questa malattia che si celebra il 3 maggio.

Dott. Pomari, cos’è l’asma?
L’asma è una malattia caratterizzata da un’ostruzione reversibile delle vie aeree solitamente dovuta a un processo infiammatorio. In genere l’infiammazione è causata da una qualche forma di allergia ed ha delle radici di tipo genetico. Talvolta un soggetto può ammalarsi di asma in seguito all’esposizione prolungata a sostanze presenti nell’ambiente di lavoro. In questo caso si parla di asma professionale.

Si può guarire?
L’asma è una malattia cronica comune e potenzialmente grave, che tuttavia può essere tenuta molto bene sotto controllo., perché può essere trattata efficacemente e la maggior parte dei pazienti possono raggiungere un buon controllo della malattia. L’importante è non trascurarla, non sottovalutare i sintomi ed essere il più possibile regolari nell’assunzione della terapia prescritta dallo specialista pneumologo.

Quali sono i sintomi più importanti?
I sintomi più comuni sono respiro corto, oppressione toracica, tosse persistente di varia intensità, sibili, dispnea. Naturalmente questi sintomi variano molto nel tempo. Ad esempio il malessere sarà molto pronunciato quando si entra a contatto con sostanze allergeniche che possono scatenare una crisi, mentre i sintomi saranno meno intensi o assenti nei periodi compresi tra una crisi e l’altra.

Ci sono dei campanelli d’allarme?
Attacchi di tosse prolungati dopo uno sforzo o dopo una risata. Fiato corto e senso di oppressione notturno senza cause apparenti. Strascichi di tosse per molto tempo dopo un raffreddore. Sono tutte situazioni che, se si ripetono in modo ricorrente, dovrebbero indurre a fare degli approfondimenti.

Cosa fare quando ci si accorge di avere questi sintomi?
Anzitutto non bisogna sottovalutarli. Purtroppo di solito succede che se un malessere non interferisce con la vita quotidiana, tendiamo a dimenticarlo. Così gli attacchi di tosse prolungati vengono attribuiti a cause spesso infondate, quali lo stress, il freddo o altro. E solo quando il disturbo diventa cronico si va a farsi vedere dal medico.

Quali esami bisogna fare per approfondire un sospetto di asma?
Bisogna fare due esami funzionali molto semplici. Si tratta della spirometria e del test di provocazione bronchiale aspecifico. Nel primo caso si misura la quantità ed il flusso di aria emessa da un soggetto soffiando nello spirometro prima e dopo la somministrazione di un farmaco broncodilatatore. Invece il test di provocazione bronchiale consiste nella somministrazione di metacolina, una sostanza che somministrata per aerosol nei soggetti asmatici provoca entro sette dosi una progressiva riduzione del 20% dei flussi espiratori rispetto al valore basale, confermando la diagnosi.

Quali sono le terapie?
Le terapie per l’asma oggi sono molto efficaci e tarate assai bene sulle reali condizioni del paziente, grazie a test che possono vedere con precisione il livello di infiammazione delle vie aeree, permettendo di dosare i farmaci in modo adeguato. I farmaci usati sono i broncodilatatori e i cortisonici inalatori.

Cosa succede se la malattia viene trascurata?
Un asma trascurato o curato male può portare a crisi via via più pesanti, con sintomi sempre più accentuati e frequenti. Nel 2015 in Italia sono morte un centinaio di persone in seguito ad attacchi d’asma. Inoltre se non viene curato, l’asma può portare alla BPCO, che è una malattia più grave e non reversibile delle vie aeree, caratterizzata da una definitiva perdita di funzione polmonare.

Quali allergie possono provocare l’asma?
Come si diceva, spesso sono le allergie i fattori scatenanti dell’asma. Tra le sostanze più insidiose, da questo punto di vista, ci sono svariati tipi di pollini, per non parlare della parietaria e delle graminacee. Un potente allergenico sono alcuni tipi di muffa, come l’alternaria che si crea su specifici materiali in via di decomposizione o in colonie come ad esempio carta da parati, foglie, tappeti, ecc… In questo caso, ad esempio, ci si accorge dell’allergia quando si viene colti da attacchi asmatici tutte le volte che si entra in un determinato luogo. Anche i peli di gatto sono molto allergenici, tanto più se consideriamo che possono restare in un ambiente anche per 5-6 anni.

Cosa si può fare a livello di prevenzione?
La prevenzione primaria si fa limitando i contatti con le sostanze che scatenano gli attacchi.

E riguardo allo stile di vita?
Per un soggetto asmatico è particolarmente importante seguire uno stile di vita corretto, così da limitare la frequenza e l’intensità delle crisi. Quindi niente fumo e niente abuso di sostanze alcoliche. Un discorso a parte va fatto sull’alimentazione. Spesso le crisi asmatiche sono associate a reflusso gastro-esofageo, in modo particolare in soggetti sovrappeso. Perciò se si vuole tenere sotto controllo l’asma è fondamentale alimentarsi in modo corretto.

Com’è la situazione a livello epidemiologico?
In Italia l’incidenza dell’asma è compresa fra il 5 e il 7% della popolazione. Tra l’altro il trend è in crescita, anche perché c’è un significativo aumento di persone, soprattutto bambini, che sviluppano una qualche forma di allergia.

E l’inquinamento?
Indubbiamente l’inquinamento accentua i sintomi nei soggetti asmatici. Questo vale soprattutto per le polveri sottili e per l’ossido di azoto prodotto dagli scarichi delle automobili.

matteo.cavejari@sacrocuore.it


A Negrar il meeting dei Centri europei di Medicina Tropicale

Venerdì e sabato TropNet, il network che mette in rete 71 Centri europei di Medicina Tropicale terrà il suo metting annuale al “Sacro Cuore Don Calabria”

È il network che mette in rete 71 Centri europei che si occupano di Medicina Tropicale e salute dei viaggiatori. Il TropNet terrà il suo meeting annuale al “Sacro Cuore Don Calabria” venerdì 19 e sabato 30 aprile, per la seconda volta nella sua storia, la prima è stata nel 2009 in occasione del Congresso europeo di Medicina tropicale e Salute internazionale organizzato dal Centro di Negrar, diretto dal dottor Zeno Bisoffi.

Al meeting saranno presenti 45 membri, rappresentanti di prestigiosi Centri come il Swiss Tropical and Health Institute di Basilea, Isglobal di Barcellona, l’Institute of Tropical Medice di Anversa, l’Institute of Tropical Medicine and International Health di Berlino e l’Hospital for Tropical Diseases di Londra.

Il TropNet ha tra i suoi compiti principali quello della sorveglianza. La costituzione in rete permette di segnalare precocemente l’esistenza di epidemie di malattie tropicali nel mondo e quindi di avvisare il viaggiatore del rischio di infezione. È accaduto in passato per la Tripanosomiasi africana, una forma acuta di “Malattia del sonno”. Ma anche per la Sarcocistosi, un’infiammazione diffusa dei muscoli, descritta da vari centri europei in turisti di ritorno dalla Malesia.

La presenza nel network dei maggiori esperti europei di malattie tropicali e di Centri con casistiche molto rilevanti fa sì che il TropNet abbia un ruolo importante riguardo all’utilizzo di farmaci anche non registrati dalle agenzie competenti, di cui può monitorare l’efficacia e segnalare su larga scala eventuali effetti collaterali. Accade per l’Artesumato, un farmaco contro la malaria su cui si sono accessi i riflettori in occasione dell’assegnazione del Nobel per la Medicina. Essendo prodotto in Cina non secondo le regolamentazioni internazionali, non ha ancora ricevuto l’approvazione dall’EMA, ma l’uso è raccomandato da TropNet in quanto dà risultati decisamente migliori di altri farmaci in caso di malaria grave.

Altro obiettivo della “rete europea” di Centri per le Malattie Tropicali è di uniformare su tutto il vecchio continente i protocolli di diagnosi e, soprattutto, di terapia per le principali patologie infettive d’importazione.

Sorveglianza, utilizzo di nuovi farmaci, armonizzazione delle cure saranno anche i temi che verranno trattatati durante la due giorni al Centro di formazione e solidarietà dell’ospedale di Negrar. Gli esperti si confronteranno poi su vari temi di medicina dei viaggi, tra cui l’attuale epidemia di Zika, il virus responsabile di febbri trasmesse dalla zanzara tigre in America Latina e minaccia per le donne gravide in quanto causa microcefalia nei neonati.


Lotta alla malaria, c'è ancora molto da fare

La malaria uccide ogni anno quasi mezzo milione di persone, ma si vedono segnali di speranza nella battaglia contro questa malattia. Ce li spiega il dott. Andrea Angheben, infettivologo del Centro per le Malattie Tropicali

Ogni anno la malaria uccide quasi mezzo milione di persone nel mondo, di cui il 70% sono bambini con meno di 5 anni. Si tratta della terza causa di mortalità dovuta a malattie infettive, superata solo da TBC e HIV (vedi alcuni dati). Anche in Italia, ogni anno, vengono segnalati e curati centinaia di casi di malaria. Tra questi, una media di 40 casi all’anno vengono trattati presso il Centro per le Malattie Tropicali dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria, diretto dal dott. Zeno Bisoffi, che è centro di riferimento regionale per le malattie tropicali ed è una delle realtà più importanti a livello nazionale per questo tipo di patologie. Tra l’altro per l’ospedale di Negrar è in corso l’iter per il riconoscimento di IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) relativamente proprio all’ambito delle Malattie tropicali e della Medicina delle migrazioni.

In occasione della giornata mondiale della malaria, che si celebra il 25 aprile, abbiamo parlato dei progressi nella lotta a questa malattia con il dott. Andrea Angheben, medico infettivologo del Centro per le Malattie Tropicali del Sacro Cuore.

Dott. Angheben, a che punto siamo nella lotta alla malaria?

I dati relativi alla diffusione e alla mortalità sono ancora molto elevati. Tuttavia sono numeri in forte calo rispetto al recente passato, perchè negli ultimi anni sono stati fatti notevoli progressi.

Quali progressi?

C’è una combinazione di più interventi che hanno permesso di aggredire la malaria sotto vari aspetti. Ad esempio sono stati fatti investimenti importanti per diffondere l’uso di zanzariere da lettoimpregnate con permetrina, una sostanza che tiene lontane le zanzare. Questo rappresenta una modalità efficace di prevenzione della malaria soprattutto per i bambini. Ma anche nel campo delle cure sono stati fatti grandi progressi.

Si riferisce alle cure contro le patologie parassitarie che hanno fruttato il premio Nobel per la Medicina a tre ricercatori nel 2015?

Sì, e in particolare mi riferisco alla dott.ssa Youyou Tu che ha ricevuto il Nobel per aver scoperto e sviluppato il principio attivo dell’artemisinina. I farmaci sviluppati da questo principio sono usati da qualche anno contro la malaria e hanno un’efficacia molto elevata.

Perché questi farmaci sono così efficaci?

Anzitutto perché l’artemisinina è molto rapida nel ridurre la carica di parassiti della malaria presenti nel sangue della persona malata, agendo come una sorta di “antibiotico veloce”. Inoltre ha la proprietà di uccidere i gametociti del parassita, che sono il veicolo attraverso il quale le zanzare si infettano pungendo un soggetto malato.

Riguardo ai farmaci anti-parassitari che hanno portato al Nobel per la Medicina, anche il Centro per le Malattie Tropicali di Negrar è coinvolto in alcuni progetti di studio, vero?

Sì, il nostro Centro coordina uno studio europeo multicentrico per stabilire il dosaggio appropriato di ivermectina per la cura della strongiloidosi, una malattia parassitaria riemergente anche in Italia (l’ivermectina è un antiparassitario derivato dall’avermectina, agente bioattivo scoperto da Omura e Campbell, premiati con il Nobel nel 2015 insieme a Youyou Tu). Riguardo alla malaria, invece, il CMT è impegnato in uno studio di sorveglianza post-marketing di un farmaco basato sull’associazione tra di-idro-artemisinina e piperachina, attualmente usato per trattare i pazienti affetti dalla malattia e dell’artesunato, usato nei casi di malaria grave

Sul fronte di un eventuale vaccino cosa possiamo dire?

Esiste un vaccino che si trova nella fase finale della sperimentazione. La sua efficacia è compresa fra il 30 e il 40% nei bambini. Non molto, apparentemente, ma se lo pensiamo in combinazione con gli altri interventi già citati, può dare un’ulteriore sostanziale contributo nel ridurre la diffusione e la mortalità della malaria.

Parliamo del Centro per le Malattie Tropicali di Negrar. Trattate molti casi di malaria?

Da quando è nato il nostro centro, nel 1989, abbiamo preso in carico più di 1500 casi di malaria. Attualmente la media è di 40 casi all’anno.

Ma quindi la malaria è presente in Italia?

Nella quasi totalità dei casi si tratta di persone che si ammalano durante un viaggio in zone a rischio e sviluppano la malattia al loro rientro. Questo vale per i turisti e per i migranti che tornano in patria a trovare parenti e amici senza fare una profilassi contro la malattia. Poi ci sono alcuni migranti che arrivano in Italia già malati dalla loro terra d’origine.

Quali sono le zone più a rischio?

Sicuramente l’Africa sub-sahariana soprattutto occidentale è l’area dove c’è maggior diffusione della malattia. Altre aree con una certa presenza della malaria sono il Sud-Est Asiatico, in particolare il “triangolo” Cambogia-Thailandia-Vietnam, e l’Amazzonia, per le americhe.

Quali sono i servizi del Centro riguardo alla malattia?

Anzitutto abbiamo un ambulatorio di consulenze pre-viaggio per chi si deve recare in zone a rischio. Per accedervi bisogna rivolgersi alla segreteria del reparto. Si tratta di un servizio fondamentale, perché per certi tipi di viaggio non basta informarsi su Internet ma c’è bisogno di una vera e propria consulenza personalizzata alla luce del tipo di viaggio e delle condizioni di salute del soggetto. Ad esempio nel caso della malaria diamo una serie di consigli da seguire per ridurre i rischi e, se è il caso, indichiamo la profilassi più corretta.. Inoltre, se è il caso, già nella visita di consulenza possiamo procedere con le vaccinazioni più indicate.

E se qualcuno si presenta da voi con sintomi sospetti dopo un viaggio?

Siamo attrezzati per fare il test della malaria 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Infatti nel caso della malaria la diagnosi tempestiva è assolutamente fondamentale. Qualora il test sia positivo o in caso di sintomi acuti procediamo al ricovero nel reparto dove abbiamo 14 posti letto. In generale noi consigliamo a qualunque viaggiatore di fare un controllo in caso di comparsa di febbre elevata nel periodo successivo ad un viaggio in zone a rischio.

matteo.cavejari@sacrocuore.it