Dal 10 ale 12 ottobre si tiene a Verona il Congresso nazionale della SIF- Sicietà Italiana di Flebologia, sotto la presidenza del dottor Paolo Tamellini, responsabile della Chirurgia flebologica  dell’IRCCS di Negrar. Gli esperti nazionali ed internazionali faranno punto sulla diagnosi e la terapia della patologie venose, vere e proprie malattie sociali dal momento che  ne soffre oltre il 30% della popolazione. Si tratta di una malattia benigna, le cui possibili complicanze però  possono portare a esiti decisamente invalidanti con costi sanitari e sociali enormi.

Le patologie venose sono una vera e propria malattia sociale dal momento che  ne soffre oltre il 30% della popolazione. Si tratta di una patologia benigna, le cui possibili complicanze però  possono portare a esiti decisamente invalidanti con costi sanitari e sociali enormi.

Palo Tamellini, chirurgo vascolare IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar
Dr. Paolo Tamellini

Nonostante ciò in Italia non esiste una scuola di Specializzazione universitaria in Flebologia. Il flebologo è un medico – spesso chirurgo vascolare –  che nel suo percorso formativo e professionale si è dedicato alla diagnosi e al trattamento delle patologie delle vene. Un concetto, quello della mancanza di una specializzazione accademica, che sarà sottolineato anche nel corso del 38° Congresso nazionale della SIF, la più grande Società Italiana di flebologia (600 soci), che si tiene a Verona dal 10 al 12 ottobre sotto la presidenza del dottor Paolo Tamellini, responsabile della U.O.S.  di Chirurgia Flebologica Ambulatoriale dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (qui il programma)

“Il Congresso avrà una particolare attenzione per i giovani medici – sottolinea il dottor Tamellini – Il programma infatti prevede due corsi teorico-pratici accreditati ECM, uno di Diagnostica eco-color-doppler e uno sulla terapia compressiva per le malattie venose. Crediamo che una società scientifica debba avere una particolare sensibilità verso le nuove generazioni e come priorità la condivisione di esperienze, perché questa è l’unica via possibile per offrire delle opportunità future non solo ai giovani medici, ma soprattutto ai pazienti”.

Il Congresso, nelle varie sezioni, spazierà nel vasto ambito della patologia venosa. A cominciare dalla malattia che interessa il sistema venoso superficiale, la cui manifestazione più diffusa sono le varici, definite popolarmente vene varicose. “Negli ultimi anni sono state introdotti trattamenti che hanno rivoluzionato la terapia sclerosante, cioè di chiusura di quelle vene o capillari ‘malati’, espressione di insufficienza venosa – prosegue il dottor Tamellini-. La  scleroterapia oggi viene praticata attraverso la somministrazione endovenosa, sotto guida ecografica, di schiuma sclerosante. Altra innovazione rivoluzionaria è l’ablazione endovasale termica, mediante Laser o Radiofrequenza. Sono tutte metodice mini-invasive che consentono di trattare le vene senza ‘strapparle’, a beneficio di una ripresa quasi immediata del paziente, che il giorno seguente l’intervento può riprendere le normali attività quotidiane”.

Si parlerà inoltre di patologia trombotica  a carico del sistema venoso profondo, possibile e temuta causa di embolia polmonare.  Altro argomento saranno le malattie del sistema linfatico, il quale concorre, insieme a quello venoso, al drenaggio dei liquidi dai tessuti. “Una delle manifestazioni  patologiche  di questo sistema è il linfedema, un accumulo patologico di linfa  alle estremità degli arti, altra condizione estremamente invalidante se non riconosciuta e trattata – sottoliena  il flebologo -. Si tratta di una malattia in aumento in quanto sono sempre più frequenti interventi oncologici demolitivi che comprendono anche lo svuotamento linfonodale radicale. Come accade nel caso dei tumori della mammella che richiedono l’asportazione chirurgica dei linfonodi ascellari, ma anche gli interventi  per le neoplasie ginecologiche o urologiche (prostata). In Italia sono ancora pochi i centri che si occupano di queste malattie, che vengono trattate con fisioterapia, bendaggi e nelle forme più gravi con la chirurgia”.

Infine il Congresso toccherà’ una terra di frontiera visitata solo da alcuni pionieri: la chirurgia delle vene profonde. “La tecnica è mutuata dall’emodinamica cardiologica con l’introduzione di un catetere attraverso la vena femorale, la dilatazione del tratto chiuso ed infine il rilascio di uno stent. E’ una tecnica che richiede oltre un elevato expertise, anche sofisticate e costose tecnologie, per ora disponibili solo in pochi centri”.

La Chirurgia flebologica dell’IRCCS di Negrar ogni anno esegue circa 200 interventi  per varici agli arti inferiori e oltre 100 procedure di scleroterapia dei grossi tronchi. Offre un ambulatorio dedicato per la diagnosi eco-color-doppler delle patologie venose e un ambulatorio dedicato al trattamento delle ulcere cutanee.  In collaborazione con il Servizio di Fisioterapia offre il trattamento ambulatoriale del linfedema nei casi indicati. Dispone inoltre del bagaglio tecnico e delle competenze per eseguire procedure sul sistema venoso profondo e sta esplorando l’introduzione di nuove tecnologie quali l’infiltrazione di cellule mononucleate per il trattamento delle ulcere refrattarie.